A Galatina il morso contagioso della taranta. E tra i pizzicati anche Laetitia Casta

A Galatina il senso del tarantismo si risveglia con tutta la sua forza. Là, dove tutto è nato, dove la cappella di San Paolo custodisce tra le sue mura il mistero sacro e profano di qualcosa ancora di inspiegabile ed è diventato fenomeno. In questo luogo, divenuto ormai meta di pellegrinaggio per cercare di capire le sensazioni di quel rito che, bevendo l’acqua del pozzo, avrebbe salvato le donne punte dalla taranta. Così in centinaia e centinaia ogni anno si ritrovano nella piazza principale della città, ai piedi della Chiesa matrice, dedicata ai santi patroni Pietro e Paolo. E come ogni anno la tappa del Festival de La Notte della Taranta scuote gli animi e accende una passione che si estende velocemente da padre in figlio. La voce squillante di Anna Cinzia Villani ha raccontato le “Fimmane, mare e focu” e l’impeto irrefrenabile dei Mascarimirì, guidati da “Cavallo”, ha portato con la pizzica contaminata i ritmi gitani dei Rom, gettando anche questa volta il ponte della “tradinnovazione”, un ponte ideale tra passato e futuro. Ecco la terra che si rivela crocevia di “culture sonore” che si incontrano e si confrontano. Tra le centinaia di “pizzicati” a Galatina, a sorpresa ecco arrivare Laetitia Casta, l’attrice e modella dagli occhi color cielo e dai capelli dorati che si lascia catturare e guidare divertita dal ritmo della musica salentina.