Trivellazioni, dalla Consulta l’ok al referendum ‘sopravvissuto’



Ne restava soltanto uno, ma quell’uno è arrivato alla meta. O meglio, per la Corte Costituzionale è ammissibile per essere sottoposto al giudizio degli italiani. Dopo la sentenza della Cassazione, che la scorsa settimana aveva posto fine alla corsa di cinque dei sei quesiti avanzati da dieci Consigli regionali, tra cui la Puglia, con capofila la Basilicata, che miravano ad abrogare articoli dei decreti Sviluppo e Sblocca Italia in merito alla possibilità di effettuare prospezioni e trivellazioni nei mari italiani alla ricerca di idrocarburi, la Consulta ha deciso che l’unica richiesta rimasta in vita, relativa alla durata delle concessioni attualmente legata alla produttività del giacimento, può trasformarsi in referendum, da votare probabilmente nel prossimo autunno, insieme alla riforma costituzionale per cui è prevista una consultazione confermativa. Per il governatore pugliese, Michele Emiliano, il referendum resta un’occasione da non perdere.
Resta da sciogliere il nodo del conflitto di attribuzione su due dei referendum bocciati dalla Cassazione, che potrebbe essere sollevato dai Consigli regionali proponenti. Il Veneto ha già scelto, all’unanimità, questa strada. In Puglia una decisione non è ancora stata presa. Per il Presidente del Consiglio Regionale Mario Loizzo “L’ampio movimento istituzionale e d’opinione contro le trivelle dovrà impegnarsi nella campagna per informare, motivare e portare alle urne referendarie tutti i cittadini”.

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