Referendum, da Taranto e Brindisi la più alta percentuale pugliese di “No” alla Riforma. Il messaggio è chiarissimo.

referendum-da-taranto-e-brindisi-la-piu-alta-percentuale-pugliese-di-no-alla-riformaReferendum, da Taranto e Brindisi la più alta percentuale pugliese di “No” alla Riforma. Il messaggio è chiarissimo: (68,48% per Taranto e 69,52% per Brindisi, seguiti poi da Bari con il 68,02% di “No” e Barletta-Andria-Trani con il 67,14).

In tutte le province pugliesi il “No” ha superato il 60% (a Lecce il “No” ha raggiunto il 64,97& mentre a Foggia il 65,42%). La politica tutta dovrebbe ora analizzare questo risultato. Chiedersi il perché di questo.

Nella Riforma Costituzionale era prevista la “clausola di supremazia” che avrebbe di fatto permesso al governo centrale di decidere anche sulle questioni locali, bypassando di fatto le regioni. Questioni come quella degli ulivi, delle discariche, del gasdotto, dell’Ilva di Taranto, delle trivelle, alle condotte sottomarine come quella che vogliono costruire tra Bisceglie e Molfetta,  alla salvaguardia dell’olio extravergine pugliese e degli altri prodotti tipici minacciati dal TTIP, evidentemente non sono passate inosservate dai pugliesi al momento del voto di ieri.

Taranto è una città bellissima colpita da un male gravissimo legato al capitalismo sfrenato, al neoliberismo. Un cancro che si sta manifestando ancora oggi sia a livello patologico che a livello politico.

Questa valanga di “No” non può essere un caso. La politica deve prenderne atto e ripartire per un futuro ecosostenibile e rispettoso della salute delle future generazioni.