Protesta al’Ilva di Taranto: “blocchiamo la fabbrica, stanno ammazzando i bambini” – VIDEO

Rabbia degli operai. Seimila i lavoratori a rischio. “Non siamo più disposti ad accettare il ricatto del Governo”. “Altrove, salute e lavoro sono una garanzia. A Taranto, abbandonati”. Sindacati: “Tagli inaccettabili”.

Secondo i sindacatim risulterebbero “inaccettabili” le proposte avanzate sia da Am Investco (Arcelor Mittal-Marcegaglia) sia da Acciai Italia (Jindal-Arvedi-Cdp-Del Vecchio) che complessivamente prevedono dai 5.000-6.000 esuberi almeno in una fase iniziale. A sottolinearlo sono Fim, Fiom e Uilm al termine dell’incontro al Mise durante il quale sono state illustrate le proposte delle due cordate per il rilancio dell’Ilva. Un prossimo incontro è stato fissato sempre al dicastero di via Molise giovedì prossimo alle 10.

“Sia la proposta che è stata scelta dai commissari, ossia quella di Arcelor Mittal-Marcegaglia, che l’altra proposta presentata da Acciai Italia prevedono una riduzione di occupazione inaccettabile. Si sta parlando di 5000-6000 risorse in meno“, sottolinea il leader della Fiom Maurizio Landini al termine dell’incontro.

Una riunione che il segretario generale della Fiom giudica “deludente anche perché non abbiamo capito quali sono le ragioni alla base delle quali è stata scelta una proposta rispetto ad un altra. Abbiamo chiesto una comparazione delle proposte per capire le ragioni. Vedremo in occasione del prossimo incontro di giovedì”, aggiunge Landini.

Nel corso dell’incontro Calenda ha ribadito che l’aggiudicazione della gara non era avvenuta ma che è giunta a completamento la fase di analisi delle due offerte con il parere dei commissari in favore di Am InvestCo. Durante queste ore di protesta, i manifestanti hanno sottolineato l’importanza delle bonifiche che assicurerebbero la salute a Taranto.

Tanti, troppi malati, tra questi molti bambini, chiedono ancora giustizia. Qualcuno tra la folla poi alza la voce urlando: “blocchiamo la fabbrica, stanno ammazzando. Si può lavorare con la bonifica”. VIDEO:

La proposta avanza dalla cordata Am Investco (formata da Arcelor Mittal e Marcegaglia con l’eventuale partnership di Intesa Sp nel caso di un’aggiudicazione), che è stata scelta dai tre commissari Enrico Laghi, Piero Gnudi e Corrado Carrubba, prevede “4.800 esuberi, subito, dal 2018, mentre sono 6.400 gli esuberi nella proposta di AcciaItalia (Jindal-Arvedi-Cdp-Del Vecchio). Partiamo male. E’ sicuramente un punto di partenza sbagliato”, sottolinea il segretario generale della Fim – Cisl, Marco Bentivogli.

La proposta della cordata Am Investco, riferiscono i sindacati, prevede che la produzione, che oggi è a 5.7 mt, sia riportata entro il 2024 a 8 mt con il mantenimento del ciclo produttivo in atto sostenendo la produzione anche con l’utilizzo di semilavorati (bramme) a Genova e Taranto. La ripresa produttiva secondo il piano sarà sostenuta ripristinando l’area a caldo di Taranto, delle cokerie e dell’agglomerato e degli altiforni 1, 2, 4 fino al completamento del piano ambientale e la successiva riattivazione di Afo5. Secondo il Commissario Laghi, che ha illustrato la proposta, questo permetterebbe una crescita delle spedizioni da 5,6 mt odierne alle 9,5 al 2024.

Un altro video televisivo:

L’eurodeputata Rosa D’Amato (M5S): “chiusura stabilimento e riconversione unica alternativa”

 

“Lo diciamo da sempre, ma ormai è chiaro a tutti: l’Ilva sarà venduta al peggior offerente: chi licenzia di più si aggiudicherà il mostro? Le rassicurazioni sugli esuberi da parte dei commissari non bastano di certo. La soluzione per evitare cassa integrazione e mobilità c’è: bisogno chiudere lo stabilimento e ricollocare i lavoratori con le bonifiche e la riconversione produttiva del territorio. Taranto deve dire NO a questa ultima beffa. L’Ilva non garantisce né lavoro, né futuro, ma solo inquinamento e morte. Adesso basta”. Lo dice la capodelegazione del MoVimento 5 Stelle, Rosa D’Amato, commentando i piani aziendali delle due cordate che dovrebbero rilevare l’Ilva di Taranto. Entrambi i piani prevedeno pesanti tagli al personale. “Dicono che sia irreale pensare a un futuro di Taranto senza l’Ilva – continua D’Amato – Io dico che è irreale il contrario. Con esperti e cittadini, abbiamo avanzato una proposta che garantisce reddito e lavoro grazie a un programma serio di riconversione produttiva del territorio e all’utilizzo de fondi europei”.

Questo programma prevede: 
– Mobilità lunga finalizzata al prepensionamento con un accordo, come avvenuto nel 1994 che stabilisca costi, modi, tempi e beneficiari
– Incentivi alla fuoriuscita volontaria (da quantificarsi e a carico dello Stato) e accesso al Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (FEG) per offrire un sostegno ai lavoratori “in esubero in conseguenza di trasformazioni rilevanti della struttura del commercio mondiale dovute alla globalizzazione, nei casi in cui tali esuberi abbiano un notevole impatto negativo sull’economia regionale o locale”
– Assistenza personalizzata nella ricerca di un lavoro
– Formazione e orientamento professionale, di miglioramento delle competenze e di riqualificazione
– Indennità / incentivi finanziari di sostegno fino a quando i lavoratori sono effettivamente rientrati nel mondo del lavoro
– Promozione dell’imprenditorialità / creazione di imprese e incentivi una tantum all’occupazione/assunzione
– Elaborare per Taranto un accordo tra tutte le parti sociali e il Governo che preveda la tutela della salute di operai e cittadini e la salvaguardia dei livelli occupazionali dei dipendenti diretti e indotto attraverso l’elaborazione e l’attuazione di progetti di pubblica utilità e di bonifica con nuova formazione di tutti i lavoratori
– Il futuro del territorio passa da un grande piano di riconversione industriale che possa stimolare uno sviluppo sostenibile legato alle vocazioni territoriali, con la creazione di posti di lavoro stabili e di qualità
– Il M5S propone di utilizzare i fondi pubblici per le bonifiche e per il piano di riconversione industriale di Taranto, piuttosto che tenere in piedi una fabbrica insanabile
– I capisaldi della riconversione sono: ricerca, innovazione, energie rinnovabili, turismo sostenibile, archeologia industriale, reddito, tutela ambientale, salute
– Questi settori possono dare un rilancio al territorio ed una prospettiva di occupazione e stabilità economica
– L’unica vera scommessa che il nostro territorio DEVE vincere, salvaguardando lavoro e salute, sarà la chiusura programmata di tutte le fonti inquinanti, bonifica, formazione e reimpiego degli operai che garantirebbe lavoro per i prossimi decenni, sviluppando inoltre, manodopera altamente specializzata
– Cessione aree a canone zero ad attività nelle energie rinnovabili obbligando al reinvestimento di parte degli utili nelle attività di bonifica
– Reimpiego e formazione degli attuali dipendenti ILVA nelle operazioni di demolizione e bonifica
– Puntare sull’economia “circolare”, come il potenziamento della filiera del riuso dei rifiuti

“Si tratta di proposte serie e concrete – conclude D’Amato – Chiudere il mostro e garantire un futuro di sviluppo sano e sostenibile per Taranto è possibile. Occorrono volontà politica e capacità amministrative: elementi che l’attuale classe dirigente della città e del Paese non hanno”. 

Ilva, Mazzarano e Perrini chiedono l’audizione urgente dei tre commissari in commissione Ambiente
“É necessario che il Consiglio regionale pugliese sia opportunamente informato della procedura di vendita dell’Ilva. É giusto che la massima istituzione pugliese conosca i dettagli del piano ambientale e industriale e delle possibili ricadute occupazionali di tutte le offerte sottoposte all’analisi del Governo italiano. Pertanto chiediamo ai commissari dell’Ilva Piero Gnudi, Corrado Carrubba ed Enrico Laghi, di voler accettare l’invito ad illustrare al Consiglio i criteri e le modalità per la vendita dello stabilimento siderurgico”.
Lo sostengono i consiglieri regionali tarantini Michele Mazzarano, presidente del gruppo del Partito Democratico, e Renato Perrini, del gruppo Direzione Italia, che questa mattina hanno formalizzato al presidente della commissione Ambiente del Consiglio regionale una richiesta di audizione dei tre commissari dell’Ilva.
“É sgradevole dover apprendere solo da indiscrezioni giornalistiche – scrivono i due consiglieri di maggioranza e opposizione – notizie relative all’acquisto dell’Ilva di Taranto. Riteniamo inappropriato che i commissari, nella loro qualità di rappresentanti del governo, lascino trapelare particolari sensibili o confidino le proprie preferenze su una cordata di imprenditori piuttosto che su un’altra a chiunque e dovunque, tranne che nelle sedi istituzionali competenti”.

“La evidente e grave assenza di confronto con la Regione Puglia, – continuano Mazzarano e Perrini – se confermata dalla persistente volontà di sottrarsi al dialogo con le istituzioni anche in questa delicata fase per il futuro di Taranto e della Puglia, getterebbe un’ombra sull’operato dei commissari e sulla trasparenza del loro lavoro”
“Parliamo di una vicenda – concludono i consiglieri tarantini – così tanto drammatica sotto l’aspetto ambientale e sanitario, e talmente delicata sotto il profilo occupazionale ed economico, che nessuno può permettersi di sfuggire al confronto con le Istituzioni del territorio”.