“Il parlamento sovrano, abbia il coraggio di respingere il ricatto allo Stato, da parte di Banca Intesa e di Giovanni Bazoli, indagato per gravissimi reati dalla Procura di Bergamo nell’inchiesta aperta nel 2012 su denuncia Adusbef, il quale continua imperterrito a pontificare su etica e pubblica moralità, qualora non dovesse essere approvato un decreto truffa di un governo cameriere dei banchieri, che regala Veneto Banca e BpVi ad una banca privata, con un costo fino a 17 mld di euro per i contribuenti, evocando conseguenze gravi, sia economiche che morali, sulla mancata conversione in legge del decreto sulla liquidazione ordinata di Popolare Vicenza e Veneto Banca, con successiva cessione degli asset ‘buoni’ a Intesa Sanpaolo al prezzo simbolico di un euro, che per Bazoli avrebbe conseguenze gravi per l’economia del Veneto e dell’Italia, oltre a minare la fiducia nella capacità di trovare soluzioni da parte del Paese” – a dichiararlo in un comunicato è Elio Lannuti (Adusbef).
“Se il governo impegna soldi pubblici per salvare le banche,” – prosegue il responsabile di Adusbef – “non deve subire un vero e proprio ricatto in piena regola a cui sono adusi i banchieri, nell’antica arte di strangolare i contraenti deboli, che stavolta è purtroppo lo Stato, privo di diritto che imbastisce un decreto incostituzionale con 37 deroghe a norme vigenti di leggi imperanti, ma ha il preciso dovere di nazionalizzare Veneto Banca e BpVi, come nel salvataggio di Mps, che per il ministro Padoan è diventato elemento importante per la banca e il sistema bancario italiano e un ulteriore elemento di svolta dopo il via libera Ue al salvataggio di Mps, il cui piano industriale 2017-2021, prevede lacrime e sangue per i lavoratori, con una riduzione di circa 5.500 unità entro il 2021 (di cui 4.800 uscite attraverso l’attivazione del Fondo di solidarietà, 450 uscite legate alla cessione/chiusura di attività, 750 uscite derivanti da turnover fisiologico e circa 500 nuove assunzioni)”.
“Padoan, da Ministro all’Economia della Repubblica Italiana negli ultimi 4 anni, che ha avallato i peggiori decreti salva banche di un sistema bancario pieno di buchi, spacciato per solido dalla sua narrazione e da quella dei suoi sodali di Bankitalia, ha la responsabilità della tenuta e del buon funzionamento del sistema bancario, direttamente responsabile assieme al governatore Visco dei disastri e dei dissesti delle due banche venete, costate 708 euro a famiglia e ben 28,8 mldi di euro a 207 mila soci delle venete, tra aumenti di capitale, perdite di bilancio, azzeramento del valore delle azioni baciate, il cui valore gonfiato ed i metodi estorsivi per diventare azionisti, pena la mancata concessione di mutui, prestiti, fidi, già denunciato da Adusbef dal 18 marzo 2008, erano ben noti a tutti compreso il Mef ed il ministro dell’Economia”.
“I risparmiatori che hanno sottoscritto obbligazioni subordinate ed azioni gonfiate, beffati dalla distratta, forse collusa vigilanza che aveva scelto il presidente della BpVi Giovanni Zonin, ancora a piede libero, come spiccia faccende del Governatore, che citeranno in giudizio la Consob e la Banca d’Italia per il doveroso risarcimento dei danni subiti, non accettano di aggiungere al danno la beffa, di un decreto fraudolento approvato in pochi minuti per salvare i banchieri, il presidente Consob Vegas e di Bankitalia Visco”.