Buona la seconda per Bisceglie Jazz Festival, stasera si conclude con Stanley Jordan

Il suono ritmico pari ai battiti del cuore dei tasti di una macchina da scrivere Royal: è iniziato così lo spettacolo fatto di contaminazioni musicali e artistiche di un artista internazionale Israel Varela e del suo gruppo, testa di serie della seconda giornata del Bisceglie Jazz Festival. La macchina appartiene alla prestigiosa collezione del Museo della macchina per scrivere di Trani della Fondazione S.E.C.A., la stessa che ha voluto e organizzato il Bisceglie Jazz Festival, patrocinato e sostenuto dal Comune di Bisceglie, affascinando la cittadina del nord barese, estimatori del genere, ma anche tanti turisti. Una offerta culturale elevata, così come lo spettacolo di cui si è potuto godere ieri al Teatro Mediterraneo. Un inno alla contaminazione di stili, di arti, perché -come sostenuto da Israele Varela-, musicasta sopraffino, lui, cresciuto in una terra di frontiera come Tijuana, la contaminazione è un valore e il jazz è contaminazione.

E così, quello che potrebbe sembrare ardito per molti, mettere assieme macchina da scrivere, batteria, ballo flamenco, canto, poesia, pianoforte, contrabbasso, con Israel diventa tutto armonioso. Il flamenco-jazz drumming è la sua cifra stilistica: raffinate sonorità e soluzioni ritmiche innovative, dalla trama fitta e incalzante, batteria, pianoforte e ballo accompagnati dal timbro affascinante della sua voce. La sua musica è pregna di sentimento latino, raffinatezza melodica e gusto andaluso. Questo è “Frida en Silencio“, il progetto composito andato in scena ieri al Teatro Mediterraneo, che interpreta la vita di Frida Kahlo, non già vista solo come pittrice ma anche come poetessa. Gli episodi della vita di Frida, artista messicana esattamente come Varela, le sue poesie messe in musica, sono raccontati dalla personalità fuori dal comune del batterista, compositore e cantante, vincitore dell’Euro Latin Award nel 2008 con il suo album d’esordio “Tijuana Portrait”. Un musicista fuori da ogni schema e corrente stilistica. Con lui on stage la pugliese Serena Brancale, abituata a palcoscenici nazionali, anch’ella appassionata della Kahlo, simbolo forte e volitivo di donna, da lei ben interpretata. Calamitante nelle sue performance a scandire con i passi il ritmo del concerto la ballerina di flamenco Cristina Benitez, e altri due musicisti di altissimo livello: Alfredo Paixao al basso e Florian Weber al piano.

 

Lo spettacolo di una policromia artistica da lasciar stupiti è stato preceduto dal Mario Rosini trio esibitosi a Puerto Azul, un concerto gratuito. Mario Rosini, pianista funambolico e cantante sorprendente, è noto al grande pubblico per essersi classificato al secondo posto al festival di Sanremo del 2004 con il brano “Sei la vita mia”. Parallelamente non ha mai dimenticato la sua verve jazz e, ad oggi, è uno dei musicisti più richiesti nel panorama nazionale. Mario Rosini vanta collaborazioni con tanti artisti, da Eduardo de Crescenzo a Pino Daniele, da Rosario Jermano ai Dirotta su Cuba, e la partecipazione ai tour di Anna Oxa, James Senese, Mia Martini, Grazia Di Michele, Irene Grandi, Tosca e Rossana Casale.Con lui ieri i compagni di una vita, al basso Paolo Romano e alla batteria Mimmo Campanale.

 

Una seconda giornata da ricordare per la qualità artistica dei protagonisti che non è sfuggita ad un pubblico attento e competente.

Stasera chiusura del Bisceglie Jazz Festival in grande stile al Teatro mediterraneo con Stanley Jordan trio (ore 22,30), uno dei più grandi chitarristi viventi, preceduto dal tributo in piano solo di Nico Morelli allo scomparso Davide Santorsola, a partire dalle 21,45. Il concerto finale sarà preceduto dalla Guido Di Leone Pocket Orchestra & Francesca Leone presso Puerto Azul (Panoramica U. Paternostro, 42).

Biglietti disponibili presso il botteghino del Teatro mediterraneo, Panoramica U. Paternostro, Bisceglie (BT)