Alga tossica in Puglia: quest’estate l’allarme sembra essere rientrato. Ne abbiamo parlato con Nicola Ungaro, direttore scientifico ARPA Puglia. Alcuni toni allarmistici di taluni “post” diffusi sui social sarebbero facilmente smentibili in queste ore grazie ai dati diffusi sul portale dell’Arpa Puglia, (Agenzia Regionale per la Prevenzione e la Protezione Ambientale). Stando a quanto riportato dalle tabelle grafiche rese pubbliche agli utenti del sito web dell’agenzia regionale, infatti, la presenza di alga tossica risulterebbe nulla o comunque molto isolata.
Piuttosto che preoccuparsi della solita alga, che quest’anno pare non ci sia nemmeno, i pugliesi dovrebbero focalizzare la loro attenzione per il fenomeno del triste abbandono di rifiuti nei pressi delle località marine e dello scarico dei reflui a mare. In questi due ultimi casi ci sarebbe ancora molto da dire (e da fare). La presenza di alga tossica, infatti, non desterebbe alcuna particolare preoccupazione per le coste pugliesi.

Cosa è l’alga tossica (informazioni dal sito Arpa):
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Alga unicellulare del gruppo delle Dinoflagellate
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Dimensioni comprese tra 30 e 60 micron (1 micron = millesimo di millimetro)
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Vive solitamente su alghe pluricellulari (macroalghe) e su fondali rocciosi
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Predilige acque calme, calde e bene illuminate
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Specie tipica dei mari tropicali
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Produce tossine
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probabilmente introdotta accidentalmente in Mediterraneo per mezzo delle acque di zavorra delle navi
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prime segnalazioni lungo le coste pugliesi a partire dall’anno 2000/2001
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la popolazione si sviluppa abbondantemente durante i mesi estivi
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fattori ambientali che facilitano la proliferazione: alte temperature, alta pressione atmosferica, condizioni di irraggiamento favorevoli, mare calmo per un periodo di tempo superiore a 10-15 giorni
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nella specie è stata individuata una tossina (Palitossina simile)
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si sono verificate morie e/o sofferenze di organismi marini (stelle di mare, ricci, granchi, molluschi cefalopodi, ecc.) in concomitanza di elevate concentrazioni di Ostreopsis nelle acque e sui fondali
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si sono riscontrati casi di malessere transitorio nei bagnanti (riniti, faringiti, laringiti, bronchiti, febbre, dermatiti, congiuntiviti) in concomitanza di elevate concentrazioni di Ostreopsis nelle acque e sui fondali, e soprattutto dopo mareggiate (le mareggiate favoriscono la formazione di aerosol marino, che può diffondere la tossina nell’aria)
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nel caso di certificata fioritura di Ostreopsis, evitare lo stazionamento lungo le coste rocciose durante le mareggiate;
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nel caso di certificata fioritura di Ostreopsis, limitare il consumo a scopo alimentare di organismi quali, ad esempio, i ricci di mare. Infatti i ricci, a causa della loro eco-biologia (brucano sulle alghe) potrebbero potenzialmente accumulare la tossina
Monitoraggio Ostreopsis
ARPA Puglia ha attivo il monitoraggio Ostreopsis per la stagione estiva, allo scopo di verificare, in alcuni tratti costieri destinati alla balneazione, la presenza quali-quantitativa della citata microalga, potenzialmente tossica.
Allo scopo, l’Agenzia controlla costantemente da giugno a settembre – con frequenza quindicinale (aumentata nel caso di fioritura conclamata) n° 20 siti, distribuiti sull’intero territorio regionale e rappresentativi della tipologia costiera potenzialmente interessata dalla presenza della specie.
Nella mappa interattiva visualizzata di seguito sono rappresentate le posizioni dei siti di monitoraggio per tutto il litorale pugliese, indicati con il simbolo della bandierina. Ciascuna bandierina è suddivisa in due parti, indicate con F a sinistra e C a destra: con la relativa colorazione viene rappresentata la classe di abbondanza di Ostreopsis ovata rispettivamente sul fondo (F) e in colonna d’acqua ( C ), ottenuta sulla base degli intervalli di densità definiti dalla tabella sottostante la mappa. La mappa può essere spostata trascinandola con il cursore, mentre la scala può essere ingrandita o ridotta utilizzando i segni +/ – (a destra in basso della mappa). Inoltre, cliccando sulla bandierina si apre una finestra in cui è visualizzata la denominazione del tratto costiero corrispondente alla rispettiva acqua di balneazione, nonché gli ultimi risultati disponibili per la stagione di monitoraggio in corso. (Fonte: www.arpa.puglia.it). Ne ha parlato anche questo servizio televisivo: