L’ipotesi emerge dal Tavolo di crisi sulla sicurezza alimentare della Regione. Ruscitti: “Nessuna epidemia, basta attenersi alle regole basilari di conservazione e consumo dei cibi”. Esclusi i cibi, il colpevole potrebbe ricadere nell’acqua contaminata. Questa l’ultima ipotesi sulle origini dell’infezione Seu ha ucciso una giovanissima di Corato. Pur analizzando carni, prodotti lattiero-caseari e verdure, i ricercatori non hanno trovato indizi utili. Il sospetto ricade dunque sull’acqua di dubbia provenienza.
Nelle ultime ore, si è anche svolto un tavolo di crisi sulla sicurezza alimentare della Regione Puglia presieduto dal direttore del Dipartimento Politiche della salute e benessere sociale Giancarlo Ruscitti, svoltosi ieri pomeriggio alla presenza di rappresentanti della Asl Bari, del Policlinico, dell’Arpa Puglia, dell’Istituto zooprofilattico. Dall’incontro è stato chiarito che al momento non vi è alcun allarme contaminazione e che i casi già registrati risultano al momento isolati e sottoposti ad indagini approfondite.
Il sospetto è che la bambina deceduta lo scorso 24 agosto nell’ospedale Giovanni XXIII di Bari possa aver bevuto acqua prelevata da pozzi artestiani. I medici stanno ora effettuando anche analisi sui familiari per cercare di capire se gli stessi non risultino positivi all’intolleranza di alcune tossine che causano la Seu. Il giallo si infittisce, ma le indagini proseguono. Un video dal web: