Reddito di Inclusione in vigore dal 1 gennaio 2018. Un impegno del Governo contro la povertà

Via libera definitivo al Reddito di Inclusione. Un aiuto a famiglie più deboli, un impegno di Governo Parlamento e Alleanza contro la povertà.

Il decreto introduce, a decorrere dal 1° gennaio 2018, il Reddito di Inclusione (ReI), quale misura unica a livello nazionale di contrasto alla povertà e all’esclusione sociale. Il decreto approvato, in linea con i principi espressi dalla legge delega, riordina le prestazioni assistenziali finalizzate al contrasto alla povertà e rafforza il coordinamento degli interventi in materia di servizi sociali, per garantire i livelli essenziali delle prestazioni in tutto il territorio nazionale.

l ReI viene riconosciuto ai nuclei familiari che rispondano a determinati requisiti relativi alla situazione economica. In particolare, il nucleo familiare del richiedente dovrà avere un valore dell’ISEE, in corso di validità, non superiore a 6.000 euro e un valore del patrimonio immobiliare, diverso dalla casa di abitazione, non superiore a 20.000 euro. In prima applicazione sono prioritariamente ammessi al ReI i nuclei con figli minorenni o disabili, donne in stato di gravidanza o disoccupati ultra cinquantacinquenni. Fermo restando il possesso dei requisiti economici, il ReI è compatibile con lo svolgimento di un’attività lavorativa. Viceversa, non è compatibile con la contemporanea fruizione, da parte di qualsiasi componente il nucleo familiare, della NASpI (Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego) o di altro ammortizzatore sociale per la disoccupazione involontaria.

Il ReI è articolato in due componenti:

  1. un beneficio economico erogato su dodici mensilità, con un importo che andrà da circa 190 euro mensili per una persona sola, fino a quasi 490 euro per un nucleo con 5 o più componenti;
  2. una componente di servizi alla persona identificata, in esito ad una valutazione del bisogno del nucleo familiare che terrà conto, tra l’altro, della situazione lavorativa e del profilo di occupabilità, dell’educazione, istruzione e formazione, della condizione abitativa e delle reti familiari, di prossimità e sociali della persona e servirà a dar vita a un “progetto personalizzato” volto al superamento della condizione di povertà.
    Tale progetto indicherà gli obiettivi generali e i risultati specifici da raggiungere nel percorso diretto all’inserimento o reinserimento lavorativo e all’inclusione sociale, nonché i sostegni, in termini di specifici interventi e servizi, di cui il nucleo necessita, oltre al beneficio economico connesso al ReI e, infine, gli impegni a svolgere specifiche attività, a cui il beneficio economico è condizionato, da parte dei componenti il nucleo familiare.

Per poter accedere alle prestazioni, si utilizzerà una dichiarazione ISEE precompilata, così da semplificare le procedure e migliorare la fedeltà delle dichiarazioni.
La durata del ReI è di 18 mesi e per poterlo richiedere nuovamente sarà necessario che trascorrano almeno 6 mesi dall’ultima erogazione. Le risorse economiche da utilizzare sono quelle previste dal “Fondo per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale”, pari a 1.030 milioni di euro già stanziati per il 2017 e a 1.054 milioni l’anno a decorrere dal 2018, così come stabilito dalla legge di stabilità 2016. Tali cifre potranno essere gradualmente incrementate e ci potrà essere una progressiva estensione del numero dei beneficiari dell’intervento, sulla base delle risorse aggiuntive che affluiranno al Fondo mediante il riordino delle prestazioni assistenziali e specifici interventi legislativi. Inoltre, per l’erogazione dei servizi, potranno essere utilizzate anche risorse provenienti dai Fondi strutturali europei destinati a specifici programmi operativi per la lotta alla povertà e la promozione dell’inclusione sociale.