Xylella: “gli ulivi pugliesi si stavano riprendendo, poi qualcuno ha levato gli innesti” – è quanto accaduto ad una parte degli innesti compiuti nei campi sperimentali in Salento sugli ulivi attaccati dal batterio della Xylella fastidiosa, sono stati distrutti. Lo denuncia il presidente del Consorzio Dop Terra d’Otranto, Giovanni Melcarne, che parla di «un crimine contro la scienza e contro il Salento, un grave atto vandalico e intimidatorio che rischia di compromettere il lavoro di sperimentazione avviato nell’aprile 2016». Melcarne accusa la politica di essere «responsabile di questo clima complottistico e anti scientifico»
“E’ ignobile quanto accaduto, non ci sono altre parole. E’ un crimine, non certo una bravata, contro una terra già dilaniata dal batterio e contro l’unica prospettiva che è quella della ricerca e della sperimentazione. Senza la scienza e la ricerca scientifica, le sorti del nostro patrimonio olivicolo saranno definitivamente compromesse”. E’ il commento del senatore Dario Stefàno, capogruppo in Commissione Agricoltura al Senato, alla denuncia da parte del Presidente del Consorzio Dop Terra d’Otranto, Giovanni Melcarne, per il danneggiamento operato in queste ore sugli innesti nei campi sperimentali di Presicce, in Salento, sugli ulivi attaccati dal batterio della Xylella fastidiosa.
“Al Presidente Giovanni Melcarne, che ha investito tempo e risorse proprie in questo progetto sperimentale, sotto il controllo dell’IPSP-CNR-BARI e di altri istituti di ricerca, va la mia personale solidarietà e l’invito a non mollare e andare avanti. Sarà mio compito – conclude Stefàno – portare l’attenzione delle Istituzioni su quanto è accaduto e offrire la più totale disponibilità per l’immediata ripresa del progetto sperimentale che punta a offrire una chance al nostro territorio”.
COLDIRETTI: UN ATTO VILE –
“E’ un vile e vergognoso atto criminale che dimostra quanto i 4 anni di Xylella fastidiosa in provincia di Lecce abbiano profondamente minato non solo gli alberi e l’ambiente, ma anche gli animi. Non aver avuto una linea univoca e responsabile sia sul fronte politico che sul fronte della ricerca, ma aver perso tempo e speranze dietro tesi complottiste, battaglie di retroguardia, mutevoli all’occorrenza e atteggiamenti schizofrenici, ha alimentato guerre intestine e atti di ingiustificabile aggressività e violenza. Auspichiamo che le forze dell’ordine facciano subito chiarezza, perché la certosina opera di distruzione degli innesti nel campo sperimentale di Giovanni Melcarne, a cui daremo tutto il sostegno possibile affinché possa continuare il percorso di ricerca condotto a sue totali spese ma di cui, poi, avrebbero beneficiato tutti, non può essere minimizzato alla stregua di un atto vandalico”. E’ il duro commento del Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele, alla notizia della distruzione del campo sperimentale di Presicce.
Nei campi sperimentali selvaggiamente violati sono stati realizzati cinquemila innesti con circa 270 cultivar allo scopo di validare scientificamente la tecnica di innesto di pianta resistente su pianta secolare affetta da Xylella. La sperimentazione, finanziata dal proprietario dei campi, vede la partecipazione di Istituti di ricerca sotto il coordinamento scientifico dell’IPSP-CNR-BARI, anch’essi in forma volontaria e gratuita.
“Sfugge a quale gioco si stia giocando – incalza il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti – perché, a differenza delle clamorose dichiarazioni a mezzo stampa di tutti che dicono tutto e il contrario di tutto per salvare il Salento, pare quasi ci sia una regia tesa a non far risorgere questa terra, a voler fermare qualsivoglia iniziativa atta a ridare traiettorie di futuro agli operatori economici che da 4 anni non hanno più reddito. Si continua a disattendere le prescrizioni comunitarie, pur sapendo che è attesa ad ore la decisionedel comitato fitosanitario sul reimpianto, si viola la proprietà privata pur di fermare la ricerca, mentre gli olivicoltori salentini testimoniano quotidianamente il desiderio di restare olivicoltori, orgogliosi di esserlo da generazioni”.
Una domanda sorge spontanea: chi ha interesse a fare in modo che gli ulivi pugliesi non si riprendano dal presunto attacco batterico? Un video diffuso su YouTube da Tele Rama:
“Individuare le risorse necessarie ad avviare monitoraggi, coinvolgendo sia gli operatori agricoli locali che tutte le università e gli enti di ricerca, a partire dall’Università del Salento, al fine di studiare il germoplasma delle piante di ulivo che pur trovandosi nelle zone definite infette, non presentano alcun sintomo della malattia” questo l’obiettivo di una mozione depositata dal consigliere regionale M5S Cristian Casili, vice presidente della V Commissione Ambiente.
“Sono frequenti le segnalazioni – dichiara il consigliere salentino – provenienti anche dai produttori olivicoli leccesi, di piante di ulivo afferenti a varietà sia spontanee che coltivate che non presentano alcun sintomo di infezione. Viceversa pervengono segnalazioni di piante della varietà Leccino, finora considerata resistente, che manifestano i sintomi del disseccamento. Il germoplasma locale rappresenta una risorsa genetica fondamentale costituita da una serie successiva di incroci avvenuti in natura che hanno arricchito la biodiversità olivicola locale, a partire da varietà da sempre esistenti sul nostro territorio, tanto da fornire soluzioni concrete per la gestione della malattia, alternative all’introduzione di cultivar alloctone che essendo estranee ai nostri ambienti richiederebbero tecniche colturali e condizioni pedoclimatiche non coincidenti con quelle del territorio salentino.”
Il consigliere pentastellato ricorda come negli Stati Uniti la strategia di gestione della malattia di Pierce che colpisce la vite, abbia escluso da anni la possibilità di eradicazione puntando piuttosto ad una più concreta strategia di convivenza.
“Ipotesi – conclude Casili – che abbiamo più volte proposto di seguire, per la quale occorrono costanti osservazioni in campo finalizzate a definire la distribuzione della malattia e le possibili fonti di resistenza. E’ dunque più che mai indispensabile avviare un’attività di monitoraggio e censimento georeferenziato delle piante coltivate e/o semenzali che si trovano nella zona infetta, per ottenere informazioni volte ad individuare le piante che, dalla comparsa dei primi sintomi ad oggi, non manifestano alcun disseccamento.”