Regione Puglia ai cacciatori: “potete sparare agli storni danno fastidio agli agricoltori”. Ma l’animale si nutre anche di insetti

La Regione Puglia autorizza i cacciatori a sparare agli storni, simpatici uccellini accusati però di essere un problema per le coltivazioni agricole. Approvata la delibera di Giunta che consente la deroga alla caccia allo storno fino al 14 gennaio 2018. “La Giunta regionale – spiega l’assessore alle Risorse agroalimentari della Regione Puglia, Leonardo di Gioia – ha, difatti, approvato l’autorizzazione al prelievo di una specie che è un oggettivo pericolo per le colture, specie olivicole e orticole, come già verificatosi in diverse aree della nostra regione, in particolare nelle zone tra Bari e Brindisi. Si tratta di un atto che raccoglie, di fatto, le istanze delle organizzazioni di categoria, anche alla luce di studi e monitoraggi sul campo”.

“Il prelievo in deroga – prosegue – ha l’obiettivo di difendere il paesaggio e tutelare le produzioni agroalimentari: la caccia è autorizzata nella Area della Piana olivetata litoranea tra le province di Bari e Brindisi e in tutte le altre aree regionali olivetate caratterizzate dalla concomitante presenza di storni. Il prelievo, da effettuare da parte di operatori autorizzati e regolarmente iscritti agli ATC, è concesso per un massimo di 10 capi giornalieri e per un limite massimo stagionale di 30″.

“Il provvedimento è necessario e ha il fine ultimo di tutelare i nostri agricoltori, specie adesso, a ridosso della campagna olearia, sì da non compromettere le colture e il prodotto finale”. L’autorizzazione avrà validità dal 60esimo giorno dalla pubblicazione sul Burp, tempo utile al Ministero per eventuali osservazioni o ratifica.

Lo storno comune (Sturnus vulgaris Linnaeus, 1758) è un uccello passeriforme appartenente alla famiglia Sturnidae, originario dell’Eurasia ma introdotto in tutti i continenti tranne America Meridionale e Antartide. E’ lungo circa 20–23 cm, ha un’apertura alare di circa 35–40 cm e pesa circa 70-90 g. Il suo piumaggio in estate è nero lucente con riflessi metallici violacei e verdi con le punte delle piume bianche, mentre in inverno il nero diventa meno brillante, i riflessi si attenuano e le punte bianche diventano più evidenti. Il becco è aguzzo, giallognolo in estate, bruno in inverno, le zampe sono rossastre, la coda corta. L’unico carattere che differenzia i sessi è una macchia sulla base del becco che è azzurra nei maschi, rossastra nelle femmine.

Lo storno si nutre di insetti che cerca razzolando nel terreno, frutta come fichi, nespole, ciliegie, e olive, semi e talvolta di piccoli vertebrati. In pratica lo storno viene considerato più o meno alla pari del cinghiale: un animale molto comune, prolifico ed una minaccia per le coltivazioni. Tuttavia, l’animale, pur non essendo in pericolo di estinzione, è presente nella lista degli uccelli in Europa e la sua natura “onnivora” riguarda anche la caccia ad insetti ed altri piccoli animali. Nonostante “fastidioso” per gli agricoltori, quindi, lo storno può risultare utile per mantenere una popolazione costante di insetti attraverso la catena alimentare naturale. La Regione Puglia fa benissimo a difendere le coltivazioni agricoli, ma fino a che punto è disposta l’umanità pur difendere le proprie produzioni alimentari? La deroga parla di un numero limitato di abbattimenti, ma in Puglia chi controlla il numero degli abbattimenti? Da un provvedimento ritenuto “giusto” per la difesa dell’agricoltura ad un paradosso sulla biodiversità.