“Perde il lavoro e si toglie la vita a Trani mentre in Parlamento si parla solo di migranti e legge elettorale”

Morire su una scogliera tra le località di “Matinelle” e “Ponte Lama”, al confine tra Trani e Bisceglie. Questo il triste epilogo della vita di un uomo, suicidatosi nei giorni scorsi bevendo un prodotto usato in agricoltura e velenoso per gli esseri umani. Molto probabilmente il gesto estremo è scaturito dal fatto che l’uomo da qualche giorno aveva perso il lavoro. Una tragedia quasi silenziosa, l’ennesima che forse documenta un triste fenomeno per nulla da sottovalutare in Italia: quello della morte per la perdita di lavoro o se vogliamo per la “crisi” del mondo economico ed occupazionale.

In troppi casi i giornali nazionali hanno forse volutamente censurato questo fenomeno, forse per diffondere notizie più rassicuranti e con la scusa del diritto alla privacy non se ne parla. Eppure basterebbe eliminare i nomi per rispettare la vittima e i suoi familiari e al contempo rendere pubblico il problema. Si tratta di gesti estremi che dovrebbero far riflettere. Dal 2011 (guarda caso da quando il governo italiano è stato di fatto “commissariato”) sono decine, forse centinaia i suicidi legati alla mancanza di lavoro e da debiti con lo Stato di onesti lavoratori che poi si son visti recapitare a casa lettere con richieste di pagamento impossibili da pagare. Poi c’è chi semplicemente il lavoro non lo ha mai avuto oppure lo aveva ma se l’è visto togliere da un giorno all’altro. Psicologicamente, non siamo tutti uguali e per questo qualcuno può avere una reazione estrema e negativa nei confronti della propria esistenza.

E’ di questo che dovrebbero discutere i signori che occupano le poltrone in parlamento e soprattutto li dove in parlamento dell’Unione Europea i continui tagli ai servizi pubblici e quindi anche agli investimenti è stato ampiamente promosso questo tipo di “politica”. Il condizionale è d’obbligo visto e considerato che di lavoro in UE si parla solo in maniera mascherata, attraverso lo sfruttamento dei migranti, a volte lavoratori anche per soli 400 euro al mese. Ciò che importa dunque, è la competitività, il PIL, la convenienza, non la vita dei residenti. Quella può anche morire. E invece al giorno d’oggi la realtà è che in Italia, Pil o meno, il lavoro manca, quando c’è non è spesso soddisfacente e quando è ben retribuito richiede ore aggiuntive non riconosciute dal datore di lavoro. Se sei autonomo invece i rischi tasse su tasse. Davanti a questo dramma pesa parecchio il silenzio della politica, infranto solo da pochissimi esponenti locali.

“Una notizia cosi tragica e drammatica, che non vorremmo mai ascoltare. Togliersi la vita perché si è perso il posto lavoro” – commenta il dott. Luigi De Mucci, Commissario Provinciale di Forza Italia Barletta – Andria – Trani.  

“Questa è la terribile vicenda che ha visto coinvolto anche un uomo 55 enne di Trani. Abbiamo, ormai, uno Stato assente, o meglio inesistente, che non ascolta il grido di dolore di milioni di italiani costretti a vivere in condizioni di povertà assoluta. Interessano maggiormente le questioni sullo ius soli e sulla nuova legge elettorale, mentre la gente si ammazza, perché privata della propria dignità e dei propri diritti” – ha concluso De Mucci.