Bari, giudice confessa in aula: pilotavo le sentenze per denaro, frutti di mare e vacanze gratis

“Riuscivo a pilotare le assegnazioni dei fascicoli rivolgendomi ai segretari delle commissioni, dando loro compensi fra i 500 e i 1.500 euro per ogni procedimento – percepiva denaro, buoni vacanza, consulenze e persino frutti di mare. E’ l’amara confessione dell’ex giudice tributario barese Oronzo Quintavalle il quale recepiva le stesse in cambio di sentenze favorevoli. Lo ha confermato egli stesso davanti Tribunale di Bari nel corso del processo ribattezzato ‘Gibbanza’ che ha visto tra i processati ben 23 persone fra giudici, commercialisti, avvocati, funzionari delle commissioni tributarie e imprenditori in merito ad attività illecite avvenute nell’arco di tempo tra gli anni 2008 e 2010, quando Quintavalle era Presidente della Commissione Tributaria Regionale della Puglia.

Le accuse: corruzione in atti giudiziari, falso, rivelazione del segreto d’ufficio, infedele dichiarazione dei redditi, riciclaggio, favoreggiamento, abuso d’ufficio, truffa, millantato credito e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. I fatti contestati risalgono agli anni 2008-2010, quando Quintavalle era presidente della commissione tributria regionale della Puglia.

 

L’ex giudice fu arrestato nel novembre 2010 e da quel momento è cominciata una lunga fase di collaborazione con la giustizia. Un paradosso per un uomo che avrebbe dovuto fare del suo lavoro proprio questo. Dalle indagini approfondite della Guardia di Finanza, sono stati confermati “regali” effettuati all’epoca da alcuni imprenditori locali che tentavano così di disfarsi di sanzioni successive a controlli finanziari. Regali inviati ai giudici delle commissioni tributaria di competenza provinciale o regionale alle quali veniva presentato il ricorso.

Non solo: i commercialisti delle aziende coinvolte nei tentativi di corruzione inviano sentenze già scritte ad hoc per evitare esiti negativi ai danni dei loro clienti. Coinvolti nel processo anche il Ministero dell’Economia e delle Finanze, l’Agenzia delle Entrate e la “defunta” Equitalia, costituitesi parte civili nel processo. La prossima udienza, in programma per il 15 marzo 2018, dovrebbe affrontare le singole controversie pilotate.