Guardie giurate a Trani, un lavoratore: “in realtà nulla è stato risolto, 800 euro al mese con trasferta e senza rimborsi, anticamera di un licenziamento”

Non sembra siano state realmente risolte le questioni legate ai lavoratori tranesi di Sicuritalia che nei giorni scorsi avevano indetto una singolare manifestazione ai piedi di Palazzo di città accompagnata da un drammatico sciopero della fame. Le guardie giurate che in tempi non lontani avevano effettuato il lavoro di vigilanza anche nella discarica di Trani, chiedevano semplicemente il ripristino del loro lavoro, teoricamente “sostituito” da impianti di videosorveglianza. Problematiche che avrebbero dovuto essere risolte a seguito di un incontro svoltosi alla presenza del Sindaco di Trani lo scorso 20 novembre ma che in realtà non avrebbero garantito ai lavoratori le giuste condizioni per proseguire serenamente le attività.

“Chiediamo,”  fanno sapere le Guardie Giurate coinvolte nella vicenda Ferrara, Di Toma, Ricchiuti, Tursi e Cassaniello (eccetto il sig. M. Marulli e dal sig. Viglione A.) – “ad oggi, come il Sindaco e l’amministrazione possa affermare quanto segue: “Vertenza guardie giurate Amiu, la SicurItalia conferma l’intenzione di non licenziare gli operai di Trani: saranno collocati in altre sedi di lavoro della zona” Questo è l’anticamera di un licenziamento o l’anticamera di dimissioni (forzate), e di questo l’AMIU e tutta l’amministrazione comunale in primis il Sig. Sindaco Amedeo Bottaro ne sono responsabili. La cosa poteva essere facilmente conclusa infatti sarebbe bastato far rivalere la clausola sociale che è stata inserita nel bando di gara, che ha visto sottrarci il posto di lavoro dalla Vegapol (società di Canosa) poiché si è avvalsa dell’art.50 del D.Lg.s. 50/2016, ma chiaramente l’ultima decisione spettava sempre all’AMIU”.

“L’amministratore unico AMIU ha preferito tagliare e ridurre i costi di un’azienda che ha come socio unico il Sindaco di Trani sbattendo letteralmente fuori con un calcio, forza lavoro già formata con esperienza quindicinale, inserendo un servizio di ronda, con qualche passaggio di pochi minuti al giorno, e in futuro implementarlo con video-sorveglianza remota (è evidente l’alto rischio di salvaguardia dei beni della città di Trani). Concludo che è dal 1 di novembre che non percepiamo più lo stipendio pur essendo assunti” – conclude la guardia giurata. A distanza di poche ore, giunge una replica dal sindacato:

Guardie giurate di Trani, la Filcams prende le distanze dalle dichiarazioni di un lavoratore

La segretaria generale della Filcams Cgil Bat, Tina Prasti, e l’Rsa delle Guardie giurate di Trani, Michele Marulli, prendono le distanze dalle dichiarazioni rilasciate da uno dei sette lavoratori coinvolti nella vicenda e pubblicate sul sito “Puglia Reporter” nell’articolo datato 24 novembre ed intitolato “Guardie giurate a Trani, in realtà nulla è stato risolto: “800 euro al mese con trasferta e senza rimborsi, anticamera di un licenziamento”.

Dalla segreteria fanno sapere di essere seduti al tavolo della trattativa con l’azienda al fine di trovare la migliore soluzione possibile nell’interesse esclusivo dei lavoratori e che, in questa fase delicata della vicenda, si ritiene doveroso mantenere un profilo di sobrietà per non alterare il confronto con la controparte. La Filcams Cgil Bat invita i propri iscritti a fare altrettanto.