Pagavano dai 7.000 ai 10.000 euro per combinare matrimoni “finti” e per questo sono scattate le manette. Lo rendono noto alcune fonti giornalistiche locali. Stando a quanto riportato, le indagini sarebbero cominciate nel 2016 in provincia di foggia quando una donna residente nel comune di Manfredonia aveva richiesto un certificato di idoneità matrimoniale di un cittadino di nazionalità marocchina. La stessa avrebbe esibito una busta paga di dubbia origine facendo scattare una segnalazione all’Arma dei Carabinieri della locale compagnia.
Nel corso degli ultimi mesi, le indagini hanno rivelato la presenza di 15 casi accertati di matrimoni “finti” che prevedevano pagamenti dai 7.000 ai 10.000 euro da parte dei migranti. Gli sposi italiani, sotto un compenso di circa 2000 euro, venivano così invitati a prendere aerei per il Marocco dove, consenzienti, accettavano di sposarsi con dei cittadini marocchini. Le documentazioni venivano poi portate presso l’Ambasciata italiana in Marocco per consentire il riconoscimento legale.
Le coppie “miste” convivevano poi per brevi periodi in Italia, dove, dopo aver ottenuto la cittadinanza, provvedevano sistematicamente ad effettuare delle separazioni al fine di risposarsi con altre persone. Gli stranieri facevano poi perdere le proprie tracce. Tra i reati quello di favoreggiamento dell’immigrazione illegale nel territorio dello Stato italiano e produzione di documenti falsi. Ai vertici dell’organizzazione tre soggetti di nazionalità straniera.