Molfetta: senza casa, con moglie malata e senza pensione di invalidità “è emergenza abitativa”

A Molfetta è emergenza abitativa: è quanto riportato con un comunicato stampa da A.ne Promozione Sociale Pietra su Pietra Bari, S.I.Di.Ma., Società Italiana Disability Manager Puglia, TANDEM Onlus Bisceglie e Associazione Pugliaccessibile -Barriere +Network. Lo stesso comunicato è stato condiviso poi anche dalla Pagina Facebook di Movimento Attivisti Uniti Molfetta.

“Relativamente all’emergenza abitativa” – si legge nel comunicato congiunto – “ribadiamo e precisiamo alcune nostre richieste gia rivolte al nostro primo cittadino e protocollate all’inizio di settembre:
– i piani di mobilità degli assegnatari,
– l’istituzione e la gestione delle agenzie per l’affitto,
– per i nuclei famigliari incapienti (o con reddito basso e insufficiente) con minori o disabili la più rapida garanzia scritta, da inviare agli stessi, di un alloggio sociale accessibile, idoneo ad assicurar loro un contesto di vita dignitoso ed adeguato
– l’emissione di un nuovo bando per l’assegnazione a chi, pur avendone diritto, dal 2009 a tutt’oggi (annus domini 2017!) non ha potuto partecipare a nessun bando, poichè l’amministrazione pur essendo tenuta per legge a farli non ne ha più fatti.
Per questo, in data 22 novembre 2017 la Regione Puglia ha diffidato il Comune di Molfetta ad adempiere entro 30 giorni alla L.R. n. 22/2014.

Termine che scadrà il 22 dicembre 2017 e, ad oggi, non c’è ancora nessun riscontro da parte del Sindaco e nessuna posizione ufficiale della amministrazione. Pronti ad aumentare il nostro fiato sul collo affinchè si ripristini quanto prima la legalità nelle politiche da ricondurre al trinomio: #emergenzaabitativa #disoccupazione #disabilità

SEGUE IL DOCUMENTO DELLE SUMMENZIONATE ASSOCIAZIONI DEL 12/12/2017

“Sembra che non sia finita per Anna e Mauro, anzi si direbbe che il calvario per ottenere un’abitazione accessibile sia ancora agli inizi, nè s’intravedono buone nuove. Ricapitoliamo la storia. A causa del quadro patologico di Anna, Mauro, il marito, un piccolo imprenditore e lavoratore edile impegnato sino al 2011 in vari cantieri sparsi per il centro-nord, é costretto a lasciare il suo lavoro per assistere sua moglie, Anna – la compagna della vita, con la quale ha creato una famiglia, cresciuto due figli -, colpita da una rara patologia infiammatoria causata da un’anomalia del sistema immunitario, degenerativa ed inguaribile, che frequentemente si acutizza impedendole di muoversi.

Anna ha bisogno di assistenza continua, ma per i processi burocratici e lo schematismo, in molti casi, delle commissioni mediche, non le hanno permesso di vederle riconosciuta che un 75% di invalidità che valgono, in “soldoni” la “ricchezza” di 280 euro al mese ed il “Monopoli” dei ricorsi, fra nomina di consulenti, visite mediche di commissioni e sentenze!

Fino a quando ci sono i risparmi si va vanti, ma poi finiscono anche quelli e chi ci é passato, sa bene cosa viene dopo: le morosità, lo sfratto, il ritorno alla famiglia di origine, la coabitazione in quattro dove a malapena si può vivere in due, l’aggravamento di Anna… e qui dopo una serie di domande per l’assegnazione di un alloggio popolare, la prima domanda di Mauro ed Anna è del 2013, interviene nel 2015 il Comune di Molfetta, che adotta una delibera di Giunta e in regime di “Emergenza Abitativa” prende in affitto alcuni alloggi dignitosi da privati per concederli in comodato d’uso alle famiglie in stato di bisogno come quella di Mauro e di Anna.

Corretto nelle intenzioni, ma sbagliato nella forma, come per altre iniziative che portano l’Amministrazione Comunale alla crisi ed al commissariamento, pertanto, il Commissario che interviene a causa dello scioglimento della Giunta Comunale nel 2016, annulla d’ufficio la delibera del 2015 che consentiva le locazioni e i comodati per le emergenze abitative e non rinnova i contratti in scadenza, neppure quelli meritevoli della proroga di 12 mesi concedibile nei casi di permanenza dello stato di bisogno socio-economico. Scaduti i contratti, il Comune riceve lo sfratto e l’ordinanza di rilascio dell’immobile privato libero da persone e cose.

L’ 11 dicembre, Anna e Mauro avrebbero lasciato la casa dove attualmente vivono, se, come da impegni assunti innanzi all’Ufficiale Giudiziario dall’amministrazione. il 23 Novembre scorso, l’amministrazione stessa avesse offerto un’idonea alternativa alloggiativa alla famiglia che – sul mercato locatizio privato – non riesce a reperire autonomamente un’abitazione. L’impegno a liberare l’attuale casa da parte di Mauro e di Anna c’era tutto. I cartoni per il trasloco, pronti. Tuttavia è mancata la casa dove andare perchè l’alternativa prospettata dall’Assessore ai Servizi Sociali della nuova Giunta Comunale, dr. Balducci, che prospettava la disponibilità di uno stabile al piano terra, si è rivelata assolutamente inidonea e, prim’ancora, del tutto indisponibile perché oggetto di trattative private per l’intenzione a venderla.

Il giorno prima dell’esecuzione dello sfratto alla data del terzo
accesso avviene un fatto nuovo. In data 22 novembre 2017, tramite la Sezione Politiche Abitative, la Regione Puglia interviene – diffidata con l’amministrazione comunale dall’Avv. Alfonso Scioscia, incaricato da Mauro ed Anna di assisterli a tal fine -, e diffida a sua volta il Comune di Molfetta, inadempiente nella stesura e nell’esecuzione del Piano Casa, nonché in difetto di pianificazione della mobilità degli assegnatari, nell’istituzione e nella gestione delle agenzie per l’affitto e nella pubblicazione di un nuovo bando per l’assegnazione degli alloggi popolari.

L’ultimo bando era del 2009 mentre la legge impone una cadenza almeno quadriennale nell’emissione dei bandi. Tutto questo, sin dall’anno di prima istanza per bisogno alloggiativo, ovvero dal 2013 ad oggi – sottolinea l’avvocato Scioscia -, non ha mai consentito alla famiglia di Mauro e di Anna e ad altre famiglie di trovarsi in alcuna procedura di ridefinizione delle graduatorie o dei piani di mobilità degli assegnatari.

Allo stato attuale, pertanto, la diffida dà tempo al Comune di Molfetta fino al 22 dicembre 2017 per l’emissione del nuovo bando per l’assegnazione degli alloggi popolari e, in mancanza, dovrà essere la Regione Puglia a provvedere in via sostitutiva dando incarico all’ente gestore e rimettendone i costi a carico del Comune. Ciò, nonostante la presenza all’Ufficio Casa del Comune di un preposto della stessa ARCA, ente gestore del Patrimonio di Edilizia Residenziale Pubblica, che proprio il 30 novembre ha cessato il suo mandato ed è ritornato all’ente gestore, appunto l’ARCA Puglia Centrale. Sarà interessante capirne le giustificazioni circa i servizi e le attività svolte, soprattutto alla luce degli arresti, a Bari, del Direttore dello stessa ARCA, di un funzionario e di altri inquisiti, fra i quali un importante costruttore barese ed un cancelliere del Tribunale.

La Regione Puglia, intanto, nell’Agosto scorso – dopo anni di solleciti – ha finalmente emesso il bando per la nomina del “Garante per i diritti delle persone disabili”, che segue alla definizione del Regolamento e della Commissione Regionale dalla quale si attende la scelta e la nomina del Garante che le forze politiche dovranno selezionare fra i curricula inviati e – dopo reciproci veti incrociati – fino agli accordi relativi agli interessi che dovrà tutelare e quelli che dovrà continuare a garantire.

Fa specie, infatti, che mentre vengono sfrattati disabili, anziani, famiglie con minori, persone che perdono il lavoro e che piombano nel vuoto assoluto di garanzie sociali improntate sulla dignità della persona, contemporaneamente si avviino procedure di sanatoria per chi ha occupato abusivamente, e spesso con la forza, case destinate all’edilizia popolare pur non avendone diritto, con o senza il coordine di organizzazioni malavitose con tanto di tariffario e listino.

Nel frattempo, mancando queste figure di Garanzia per le fragilità, chi dovrebbe tutelarne l’integrità sembra preferire il facile e comodo sport dell’appiattimento sui poteri politici locali, confortati dalla totale assenza degli uffici del Welfare Regionale che sono decapitati dalla figura di responsabilità politica accorpata dallo stesso Presidente della Regione per il quale precisa il Servizio Edilizia Sociale e Osservatorio Condizione Abitativa in merito alla situazione di Mauro ed Anna: “necessita l’assegnazione di un alloggio idoneo ad assicurare al nucleo famigliare un contesto di vita dignitoso ed adeguato”.

E’ inconcepibile che lo Sportello Sociale Comunale perda tempo e risorse nell’emissione di comunicati stampa come foglie di fico, utili solo a coprire le proprie vergogne, per giustificare ritardi ed inadempienze con pezze giustificative di interventi di carattere continuativo (fitti) o di interventi straordinari mediante i “cantieri di servizio”, una forma di incarico di lavoro a giornata ed una tantum mediante il quale si rilascia una forma di mercede assolutamente insufficiente e non si pensa ad attivare forme di intervento e programmazione per contrastare quella che è ormai consolidata come vera e propria EMERGENZA Abitativa e Sociale!” – concludono.