Puglia: da tre anni pagati senza lavorare gli ex delle Province, finiscono dallo psicanalista “troppo stressati”

L’Italia è un paese strano: da una parte c’è chi non riesce ad arrivare a fine mese ed in preda alla disperazione, purtroppo, a volte si lascia scappare anche gesti estremi dal contorno drammatico, e in altri casi, dall’altra parte, c’è chi viene pagato profumatamente pur non facendo nulla. Anche se non vogliamo puntare il dito contro qualcuno perché risulterebbe troppo facile scrivere frasi populiste e poco razionali, vogliamo ricordarvi la singolare storia riportata anche da alcuni grandi giornali online.

Parliamo di ben 85 ex poliziotti provinciali che dal 2015 sono stati spostati nella polizia regionale pur di fatto senza ricevere incarichi “fisici”. Secondo quanto riportato, i poliziotti risulterebbero inattivi per sei o nove ore al giorno in cinque giorni a settimana mentre riceverebbero comunque 1.200 euro al mese, pur di fatto senza far nulla per la comunità. E’ il paradosso della provincia che, almeno secondo Renzi, sarebbe stata abolita e che invece nasconde l’amara verità degli spostamenti. In buona sostanza i costi non sono finiti mentre i disagi sono aumentati. Aveva senso abolirle visto il pasticcio creatosi? O sarebbe stato meglio piuttosto recuperare una sovranità monetaria ed elargire ai comuni più risorse per aiutare le famiglie in difficoltà, finanziare i trasporti pubblici e tutti gli altri servizi che invece, anche grazie all’abolizione (finta) delle province, stanno venendo meno? Per anni ci hanno fatto credere che gli sprechi del nostro paese fossero legati agli stipendi dei parlamentari e alle province. Ma forse, pur essendo quelli degli sprechi, il taglio di questi, come è possibile notare, non comporta migliorie nella nostra società, anzi, porta persino a disagi.

Dopo la riforma Delrio, infatti, sarebbero ben 34 i dipendenti con stipendio ma senza lavoro a Taranto, 5 nella Bat, 14 a Brindisi, 16 a Lecce e Foggia. In alcuni casi si era pensato di trasferire alcuni agenti a Borgo Mezzanone (frazione di Manfredonia) li dove vi è un centro accoglienza migranti e vicinissimo una grande baraccopoli abusiva per soli africani ricca persino di gioco d’azzardo con minorenni, prostituzione e bar abusivi privi di licenze e autorizzazioni igienico-sanitarie così come documentato in un servizio RAI diffuso nei giorni scorsi. E invece nulla. Gli agenti rimangono per ora nei loro uffici a firmare e timbrare cartellini senza fare nulla. Alcuni avrebbero persino deciso di recarsi da uno psicanalista perché “stressati”.

Una situazione che ricorda il film di Checco Zalone, che parlava proprio di questo. Ma dietro un’indignazione e l’altra c’è la dimostrazione tangibile ed evidente di un sistema che sta collassando attraverso abolizioni farlocche e poco organizzate basate su tagli ispirati direttamente dalle politiche di austerità imposte dall’Unione Europee. Politiche che stanno danneggiando gravemente il tessuto sociale dell’intera italia ai danni dei cittadini.

Il Paese dovrebbe forse evitare di inseguire inutili sprechi e preferire la via del ritorno a finanziamenti diretti e della moneta statale al fine da non incappare in “rimedi” inutili e dannosi per l’intera comunità. Forse con un’uscita dell’Italia dall’euro avremmo potuto ristampare una nuova lira, diffondere ricchezza nel nostro paese e così evitare di approvare inutili leggi per non sforare quel dannato 3% che l’Unione Europea ci chiede, pur sapendo che quel debito pubblico non potrà mai essere ripagato essendo ben più alto del prodotto interno lordo del nostro paese. Che facciamo? Continuiamo a tagliare? A svendere? In nome di un debito inestinguibile? O forse è il caso di tornare a lavorare per rendere le nostre istituzioni economicamente autosufficienti ed in grado di fornire servizi adeguati a tutti i territori? Siamo in campagna elettorale e tutti parlano di tagli delle tasse, di miglioramento della spesa pubblica, ma nessuno parla di sovranità monetaria ed estinzione del debito, unici strumenti che impedirebbero situazioni paradossali come quella che sta accadendo per le (ex?) province e molti altri enti.