Puglia: Polizia chiedeva soldi in cambio dell’annullamento delle multe. Arrestati. Ecco i nomi

Chiedevano soldi in cambio dell’annullamento delle multe e per questo sono stati arrestati. Questo il provvedimento nei confronti di sei poliziotti della Polstrada in servizio a Taranto sono finiti agli arresti domiciliari per corruzione. Ad eseguire i provvedimenti cautelari sono stati gli agenti della Squadra Mobile e della sezione di Polizia giudiziaria della Stradale. Le indagini, che riguardano verbali non elevati in cambio di danaro, sono condotte dal procuratore aggiunto Maurizio Carbone.  Induzione indebita è l’accusa specifica mossa ai sei poliziotti. Gli agenti in sostanza ottenevano denaro dai camionisti – di qui appunto l’induzione – per evitare di comminare loro delle multe a seguito delle irregolarità riscontrate nei controlli. I sei poliziotti arrestati, componenti di tre equipaggi della Polstrada, sono accusati di più ipotesi di induzione indebita a dare e/o promettere utilità, in relazione a fatti accaduti tra luglio ed ottobre 2016. Secondo l’accusa, durante i controlli alla circolazione stradale, avrebbero indotto diversi camionisti a consegnare loro somme di denaro non dovute, omettendo così di elevare verbali per violazioni al Codice della Strada. Gli stessi conducenti sono indagati per avere, seppure indotti, promesso e/o dato le utilit richieste.

Stando ad una ricostruzione delle forze dell’ordine diffusa anche su alcune testate giornalistiche, infatti, sembra che gli agenti chiedessero una banconota da 50 euro i sei agenti della Polizia stradale di Tarato finiti oggi agli arresti domiciliari con l’accusa di corruzione. Due di essi, in un caso, avrebbero chiesto ad un operaio intento ad effettuare lavori stradali a Taranto ricariche telefoniche da acquistare per le loro utenze cellulari, omettendo in cambio di procedere al controllo nei suoi confronti.

L’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip di Taranto Paola Incalza su richiesta del pm Maurizio Carbone, è stata notificata a Savino Dimastrochicco, Pietro Galeandro, Giuseppe Abatangelo, Antonio Pastore, Angelo Nunzella e Alessandro Vozza, tutti agenti della Polstrada che non facevano parte di equipaggi fissi ma venivano impiegati a rotazione. Fino a questo momento sono 15 gli episodi contestati per controlli stradali in agro di Ginosa e Castellaneta, a Chiatona, Massafra, nella zona mercatale di Manduria, sulla statale 106, sulla statale 7 e a Taranto città.

L’indagine  è stata avviata dopo una telefonata anonima alla sala operativa della Questura di Taranto, nel corso della quale veniva segnalata la presenza sulla statale 100 di un equipaggio della Polstrada intento a caricare nel bagagliaio dell’auto di servizio (posta a fari spenti sul ciglio della strada) alcune casse di pesce prelevate da un furgone fermato per un controllo. Dopo la segnalazione, sono stati predisposti servizi di controllo che hanno consentito di rilevare e videoregistrare, in almeno due occasioni, l’effettiva consegna di banconote da parte di camionisti sottoposti a controllo dall’equipaggio indiziato. Sono state, quindi, montate microspie audio-video nell’auto di servizio dei poliziotti che hanno permesso di registrare i commenti scambiati tra gli indagati sia nell’immediatezza dei controlli sia subito dopo la partenza dei veicoli controllati, quindi i riferimenti fatti a violazioni rilevate ma non verbalizzate. Sono stati documentati diversi controlli fatti su strada nei confronti di autotrasportatori dai quali i poliziotti avrebbe ricevuto somme di denaro non quantificate.

Nel tempo gli indagati si sono accorti della presenza delle microspie nelle vetture di servizio ed hanno cercato di addossare la responsabilità della denuncia a loro carico ai vertici del loro ufficio di appartenenza e della Questura. Tuttavia, nonostante sapessero dell’esistenza di indagini a loro carico, i poliziotti hanno continuato a compiere i delitti loro addebitati, seppure ricorrendo all’adozione di maggiori cautele.