Migranti in rivolta nel centro accoglienza: “vogliamo Sky e piatti di pesce”. Cittadini in rivolta da mesi “basta con il business dell’accoglienza” – video

Mentre in Puglia si registrano ancora problemi drammatici legati alla sicurezza di centri accoglienza e baraccopoli non autorizzate con gioco d’azzardo e prostituzione così documentato anche da un servizio Rai nell’anno appena trascorso a Borgo Mezzanone (frazione di Manfredonia), più a nord nella mattina dell’8 febbraio 2018 verso le 6,30 un gruppo di una ventina di richiedenti asilo si è riunito all’esterno della cancellata della casa di Roncolevà, frazione del comune di Trevenzuolo (Verona) a pochi chilometri da Castelbelforte.

Come riportato da numerose testate giornalistiche locali, il gruppo di migranti ha protestato anzitutto perché non gradirebbe la presenza della coordinatrice della cooperativa, poi anche per via di questioni abbastanza futili: i profughi chiedono infatti di poter vedere le partite di calcio con Sky, servizio che attualmente non c’è (a dirla tutta, in realtà, anche molte famiglie italiane per questioni economiche non possono permettesi un abbonamento ma questa cosa evidentemente sfugge agli ospiti della struttura). Non solo: per i migranti ci sarebbero anche problematiche legate al tipo cibo.

In base alle ricostruzioni giornalistiche, la vicenda è raccontata per prima dalla Gazzetta di Mantova. Secondo il quotidiano la mattina di giovedì all’alba una ventina di richiedenti asilo ospiti della struttura si sarebbero riuniti all’esterno della cancellata per inscenare la loro «nobile» protesta. Uno dei rudimentali cartelli esposti dai manifestanti prendeva di mira personalmente la coordinatrice della cooperativa che si occupa dell’accoglienza: «Non vogliamo l’Anastasia».

I dipendenti della cooperativa hanno avvertito i Carabinieri che hanno quindi dovuto impiegare il loro tempo prezioso per dialogare con i migranti. A intervenire è stato personalmente il comandante della stazione di Isola della Scala, che ha cercato di aprire un dialogo con gli stranieri grazie a un operatore della cooperativa che faceva da interprete.

Secondo quanto riportato, i migranti ospiti nel nostro paese ed aiutati senza chiedere nulla in cambio pretenderebbero che il cibo offerto logo gratuitamente sia composto da più piatti di pesce. Il pesce, tra i piatti più costosi in circolazione, sarebbe dunque preteso da questi signori che attualmente non avrebbero lavoro. Il tutto lascia riflettere sulle attuali condizioni del sistema accoglienza e sulle reali motivazioni dello stesso.

“Basta con il business dell’accoglienza” – è quanto chiedono da mesi i cittadini. Cittadini che, nonostante le numerose proteste pacifiche, non sembra siano stati ascoltati. Scrivendo il nome di “Roncolevà” su YouTube e pigiando sul pulsante “cerca”, guarda caso, non appaiono che video inerenti alla questione migranti, come quello che linkiamo qui sotto:

Situazioni che non hanno a vedere nulla con il razzismo, anzi, le tensioni sociali sembra stiano aumentando proprio a causa di azioni che non tengono in considerazione della volontà dei cittadini. Una situazione a dir poco preoccupante. Tornando in Puglia, lo scorso 26 gennaio il 30enne nigeriano Anthony Agholor è stato fermato. L’accusa: aver rotto il cranio ad un connazionale. Il tutto è avvenuto a Borgo Mezzanone.

Prima di questa ennesima tragedia, attraverso un inviato speciale, un ragazzo di nazionalità italiana ma di origini africane, la trasmissione Rai “Nemo” aveva realizzato un singolare reportage che documentava la presenza di un enorme villaggio abusivo costruito dalla popolazione di migranti africani giunti in Italia ed evidentemente ancora in attesa di autorizzazioni.

La cosa ancora più singolare è che nel corso del reportage vengono mostrati persino aree dedicate a dormitori, “bar” e gioco d’azzardo. Una “città” nascosta tra le aree rurali pugliesi. Il tutto avviene a Borgo Mezzanone, una frazione di Manfredonia (FG). Dista oltre 40 km dalla città sipontina e 15 km da Foggia.

Essendo troppo distante dalla città di Manfredonia, questa frazione è considerata una frazione “particolare”. Già da anni a Manfredonia si è fatta avanti l’ipotesi di uno scorporo del territorio del borgo dal comune. La questione non è mai stata affrontata politicamente dagli amministratori locali ma è stata trattata dai media. Qui è presente una ex base aerea NATO dismessa. La sua fondazione risale al 1934 durante la bonifica condotta dal Regime fascista, e poteva ospitare 700 abitanti; i coloni insediati nel borgo erano nativi di 5 comuni limitrofi, tra cui Bovino, Manfredonia e San Ferdinando di Puglia.

C’è giusto qualche problemino gli “extracom” dovrebbero essere mille così come dovrebbe essere documentato dal Centro Accoglienza, mentre in realtà, nella baraccopoli vicina, ce ne sarebbero almeno il doppio. Una situazione alquanto paradossale che dimostra quanto il problema accoglienza sia reale aggravato dal fatto che in queste baraccopoli vengono serviti pranzi in maniera abusiva senza norme igienico sanitarie, con soggetti “molto disponibili a prestazioni sessuali” e aree discoteca e gioco d’azzardo con minorenni. Tutto illegale ed abusivo. Gente sostanzialmente abbandonata a se stessa che tenta di guadagnarsi qualche soldo anche in maniera illegale. Gente che evidentemente non interessa più a nessuno, nemmeno a quelle cooperative che incassano fondi europei per la prima accoglienza.

I cittadini residenti ufficialmente nel piccolo centro abitato lamentano la mancanza di sicurezza e la presenza di criminalità organizzata. Come se non bastasse, il servizio autobus risulta insufficiente vista la grande presenza di migranti africani. Colpisce poi la dichiarazione di un uomo registrato dalla telecamera nascosta: “in Africa era molto meglio, voglio tornare a casa“. Il VIDEO diffuso dalla Rai non lascia molti dubbi:

 

Non è dunque colpa dei singoli sindaci se le cose non stanno andando per il verso giusto visto e considerato che il fenomeno è diffuso in buona parte d’Italia da nord a sud. Se le istituzioni ed i nostri politici hanno veramente a cuore i principi di uguaglianza e la lotta al razzismo, allora necessariamente devono lavorare ancor di più per evitare l’aumento della disuguaglianza, sia tra i migranti ospiti che tra i cittadini italiani. La disuguaglianza causa l’odio che in un periodo di crisi economica può facilmente essere alimentato.

Un problema, quello dell’accoglienza, legato soprattutto al numero dei migranti accolti, che, come documentato nei numerosi contributi video diffusi in tutta Italia, risulta eccessivo per i vari centri accoglienza e troppo spesso sfocia nel degrado e in rivolte. Mentre in paesi come Francia, Germania ed Austria i governi calcolano con esattezza il numero massimo di introduzione dei migranti, mesi fa la politica 69enne Emma Bonino ammise che l’Italia aveva deciso di far avvenire tutti gli sbarchi nel nostro paese quando ella era Ministra nel Governo Renzi.

«Il fatto che nel 2014/2016 abbiamo chiesto che il coordinatore fosse a Roma, alla guardia costiera, e che gli sbarchi avvenissero tutti quanti in Italia lo abbiamo chiesto noi. L’accordo lo abbiamo fatto noi, violando, peraltro, Dublino». È questa la dichiarazione che Emma Bonino rilasciò in un’intervista mandata in onda da Radio radicale nel luglio scorso. Le istituzioni, dunque sapevano. Possibile che non avevano previsto le conseguenze di questa decisione? Emma Bonino è membro del Board della Fondazione Open Society del filantropo e finanziere George Soros.