Premessa: la questione rimborsi e restituzioni del M5S è del tutto volontaria. Non ci sono attualmente leggi che prevedono la restituzione di parte delle risorse. L’iniziativa riguarda il M5S. Nella maggior parte dei casi, gli esponenti degli altri partiti non hanno restituito nulla, mentre nel caso del Movimento 5 Stelle, i parlamentari hanno da anni versato parte di quanto spettava loro per finanziare il noto fondo microcredito. Il Ministero dello Sviluppo Economico, con i decreti del 24 dicembre 2014 e del 18 marzo 2015, ha integrato le Disposizioni Operative del Fondo introducendo per la garanzia del microcredito criteri di accesso significativamente semplificati e la possibilità per l’impresa di effettuare la prenotazione on line. Fatta questa dovuta premessa, nelle ultime settimane è accaduto l’inaspettato: a seguito di un servizio delle Iene.
13 le espulsioni effettuate sino ad ora dal M5S: si tratterebbe infatti di 10 esponenti pentastellati cacciati dal Movimento per il caso delle restituzioni “fantasma”. La questione riguarda l’annullamento di alcuni bonifici e inizialmente riguardava Carlo Martelli e Adrea Cecconi.
“In data 14/02/2018 sul “blog delle stelle” veniva pubblicato l’articolo dal seguente titolo: “Oltre 23 milioni di euro donati al microcredito certificati dal MEF: inizia la settimana dell’ORGOGLIO” > https://www.ilblogdellestelle.it/…/oltre_23_milioni_di_euro…
Detto articolo presenta delle inesattezze riguardo alla mia posizione: in primo luogo la mancata donazione non ammonta a 81.000 € circa, ma a 68.016,16 €. In secondo luogo lo stesso articolo omette di informare che, in data 02/02/2018, ho effettuato un bonifico di 80.000 € andando oltre a quanto effettivamente avrei dovuto donare, per un totale di 216.714,84 €. Tale bonifico, inoltre, soddisfa e supera anche le coperture di restituzione di gennaio, febbraio e marzo 2018″ – si legge in un post diffuso sui social da Martelli. Dopo la “scoperta” effettuata dall’inviato de Le Iene, Carlo Martelli e Andrea Cecconi hanno rinunciato alla candidatura. Ma se il M5S dovrebbe dimostrarsi garante di questi fenomeni, possibile che per individuare queste anomalie si è dovuto attendere un servizio televisivo di un format controllato dalla famiglia Berlusconi?
“Il giorno 02/02/ 2018 ho inviato copia del bonifico di 80.000 € ai vertici della comunicazione. In seguito alla pubblicazione del suddetto articolo, ho richiesto alla comunicazione e al capo politico del movimento di effettuare le necessarie rettifiche in modo da dare un’informazione corretta ed evitare che quotidiani e televisioni nazionali potessero riprendere e divulgare una notizia inesatta dalla quale qualcuno potrebbe dedurre che la mia posizione non sia stata mai sanata. Umanamente posso dire di aver messo in atto tutte le condotte riparatorie possibili, compresa la remissione della candidatura ed entrando in silenzio stampa come richiestomi dalla comunicazione stessa. Purtroppo non posso rimettere la frittata nelle uova. Mi dispiace tantissimo”.
“Chi non ha mantenuto le promesse si autoesclude dal M5S – aveva dichiarato nei giorni scorsi il leader pentastellato e candidato premier Luigi Di Maio – “Dalle verifiche che abbiamo fatto Ivan Della Valle non avrebbe donato per circa 270mila euro, Girolamo Pisano non avrebbe donato per circa 200mila, Maurizio Buccarella per 137mila euro, Carlo Martelli non dovrebbe aver donato circa 81mila euro, Elisa Bulgarelli non ha donato 43mila euro, Andrea Cecconi per circa 28mila, Silvia Benedetti per circa 23mila, Emanuele Cozzolino per circa 13mila euro“. Lo staff di Luigi Di Maio ha effettuato le prime verifiche con i dati del Mef. Il candidato premier ha spiegato che tra i parlamentari citati, Ivan della Valle “non ci ha dato l’autorizzazione” richiesta per avere accesso agli atti così come Girolamo Pisano e Carlo Martelli. Prima del secondo servizio de Le Iene, si calcolava già un buco da quasi 800 mila euro. Secondo quanto riportato da testate giornalistiche come RaiNews, potrebbe superare il milione di euro il ‘buco’ nelle restituzioni volontarie dei parlamentari del M5s sul conto del microcredito.
Se infatti i parlamentari 5 Stelle rivendicano di aver versato al fondo per le Pmi 23.418.354 euro e il documento del ministero dello Sviluppo economico certifica una somma di 23.192.331 – con un ammanco, calcolatrice alla mano, di 226mila euro – c’è da tenere in considerazione che alcune regioni hanno versato i soldi ‘sforbiciati’ a stipendi e rimborsi dei consiglieri in quello stesso conto, contribuendo al ‘tesoretto’ del Fondo per le Pmi.
Gli autori dello scoop attaccano il M5s: “il Movimento ha i dati di tutti i bonifici da più di una settimana. Perché aspetta che facciamo noi i nomi per intervenire? Sta coprendo qualcuno?”. Nel frattempo, il cerchio di Rimborsopoli si allarga. Tre i nomi dei nuovi parlamentari “osservati” e tra questi anche i pugliesi Francesco Cariello e Emanuele Scagliusi oltre a Federica Dieni. Il tutto mentre Emilia Romagna vengono scovati i primi due casi “regionali” di rimborsi mai restituiti. “Questi nomi vanno ad aggiungersi a quelli di Giulia Sarti (che si è autosospesa), Massimiliano Bernini e Barbara Lezzi, parlamentari che non compaiono nella lista degli otto non in regola presentata dal candidato premier dei Cinque stelle Luigi Di Maio a seguito della nostra inchiesta, ma che sono tirati in ballo invece dalla nostra fonte, un ex attivista del Movimento”, si legge sul sito delle Iene. In un video diffuso sui social, la Lezzi dichiara di essere stata “sanzionata” e di voler restituire somme maggiori. Le Iene dichiarano nel loro sito di aver “sentito la sua banca che, con carte alla mano, dice che quel bonifico è stato revocato dal cliente. Antonio Bordiga, responsabile dei sistemi di pagamento di Banca Sella, al microfono di Filippo Roma ha detto che la revoca del bonifico poteva essere fatta solo tramite richiesta e firma del cliente”.
La replica di Scagliusi: “Ieri sera a Gioia del Colle (Bari) sono stato avvicinato da Filippo Roma de Le Iene che mi ha contestato un bonifico di agosto scorso in cui ho restituito mille euro in meno rispetto a quanto previsto. Mille euro che ho restituito nella rendicontazione successiva. La verità è che qualche mese fa ho avuto la necessità di fare una spesa personale di cui non volevo sapessero nulla né la mia compagna per non farla preoccupare né il mio collaboratore, che controlla la mia rendicontazione. In pratica, ho preso in prestito mille euro dei soldi a mia disposizione per dei controlli medici sulla mia persona che volevo rimanessero nascosti ai miei cari”. Lo scrive su Fb il deputato M5S Emanuele Scagliusi spiegando di non aver detto ciò a Le Iene perché “non ho ritenuto opportuno davanti alle telecamere dire miei fatti personali“.
La restituzione delle cifre non rappresentava una soluzione per il paese ma un atto simbolico: quello del cambiamento positivo contro la corruzione, una delle grandi e storiche battaglie del Movimento. Scoprire che alcuni parlamentari del M5S non hanno di fatto effettuato le restituzioni getta perplessità sulle loro precedenti dichiarazioni ma al contempo ogni singolo episodio andrebbe argomentato e chiarito per intero.
Stando a quanto riportato da La Stampa, Buccarella, nel frattempo ha dichiarato quanto segue: “A fronte dell’impegno che ho profuso nell’attività parlamentare ed ai sacrifici che imponevo a me, alla mia famiglia, al mio lavoro per sette giorni alla settimana, i poco più di 3mila euro mensili netti che i parlamentari M5S si sono attribuiti come retribuzione effettiva, non mi avrebbero permesso, alla mia età, di tornare alla mia vita, nel mio studio professionale – dopo uno stacco di cinque anni senza alcun «paracadute» o vantaggio acquisito per i contatti professionali- con una accettabile serenità”. Secondo Buccarella, avvocato di professione, quindi, 3.000 euro al mese non risultavano sufficienti per l’attività di parlamentare?
Sulla pagina de Le Iene, i commenti degli utenti si dividono tra chi approva i servizi andati in onda su Italia1 e chi invece chiede a Filippo Roma di approfondire eventuali spese e rendicontazioni dei parlamentari degli altri partiti, che sino ad ora, non hanno restituito nulla per iniziativa dei loro movimenti.