Puglia: candidato CasaPound bastonato da quattro incappucciati. Di Stefano: “vogliono metterci a tacere”

Raffaele De Cataldis, candidato al Senato nelle liste di CasaPound Italia, è stato aggredito nella serata di giovedì 28 febbraio a Taranto da quattro ragazzi incappucciati e armati di bastoni. De Cataldis è stato aggredito mentre, in compagnia di un amico, si trovava in via Dante, nel capoluogo ionico.

Il movimento politico ha all’interno del suo programma anche la proposta di uscita dall’euro e dall’Unione Europea e un severo programma di controllo per il contrasto dell’immigrazione clandestina “Gli immigrati, infatti, sono “una risorsa” solo per i partiti progressisti, per le svuotate organizzazioni sindacali e per associazioni e cooperative bianco/rosse. Lo sono, inoltre, per quella parte di classe imprenditoriale che ha venduto sul mercato la propria funzione sociale, dando vita ad una economia neoschiavista, grazie a quell’ “esercito industriale di riserva”, costituito da sempre nuove masse di diseredati in cerca di lavoro. Queste oligarchie, alimentando una guerra tra poveri, creano la dinamica “multirazzista”, oggi sempre più norma e meno eccezione” – si legge nel programma nazionale di Casapound aggiornato al 2018. Non è comunque chiara la motivazione del folle gesto estremo che ha visto il ferimento del candidato pugliese di Casapound.

Nella foto: il candidato Premier di Casapound Italia

De Cataldis ha riportato contusioni guaribili in dodici giorni mentre il suo amico, ancora ricoverato in ospedale per accertamenti, ha una ferita in testa dovuta a un colpo di bastone. Sull’episodio indaga la Digos di Taranto che ha avviato accertamenti per appurare la dinamica dei fatti.

“Anche l’ultimo giorno di campagna elettorale è stato macchiato da un’aggressione antifascista – sottolinea il segretario nazionale di CasaPound Italia Simone Di Stefano – Agguati vigliacchi che non risparmiano nemmeno settantenni e donne incinta, come avvenuto ieri a Livorno. Indiscutibilmente sono anche il frutto dell’imbarbarimento di una politica vuota e insulsa che soffia sul fuoco della violenza con stantii dibattiti sul pericolo fascista invece di confrontarsi sui programmi per il futuro del paese. Chi non si indigna di fronte a frasi come ‘i fascisti non hanno diritto di parola’ a nostro avviso deve fare ancora parecchia strada sul percorso della democrazia. Dai vari Grasso e Boldrini, che, sia pure in campagna elettorale, dovrebbero rimanere fedeli al loro ruolo istituzionale, aspettiamo la condanna per queste ripetute violenze che, a prescindere dai singoli atti criminali, messe a sistema rappresentano il folle tentativo di mettere a tacere la libertà di espressione dalla Costituzione solennemente garantita”. Dell’episodio di violenza ne ha parlato anche il servizio televisivo che linkiamo qui sotto: