Sindaci pugliesi contro il gasdotto della multinazionale in Puglia voluto dall’UE: tre indagati

Sono tre gli indagati nella riapertura dell’inchiesta sul gasdotto della multinazionale Tap promosso dall’Unione Europea nonostante la contrarietà dei sindaci locali e di molti cittadini che nei mesi scorsi avevano duramente protestato contro l’approdo del gasdotto che dall’Azerbaijan approderà sulla spiaggia di San Foca, nel Salento. L’udienza è stata fissata dal gip per il prossimo 15 aprile 2018 e riguarderà anzitutto un “contraddittorio tra le parti” per tentare di individuare la prove dell’esistenza di gas superiore alla norma consentita presente nel terminale di ricezione di gasdotto, gas che, secondo fonti di TAP, non supererebbe le 48,6 tonnellate. I limiti di legge prevedono un massimo di 50 tonnellate e dunque non ci sarebbe una violazione se non fosse che i sindaci del territori hanno chiesto di considerare il gasdotto come unico progetto dell’infrastruttura che da San Foca giunge a Mesagne. In quel caso, lo sforamento del limite massimo consentito potrebbe facilmente esserci. Si complica dunque la questione mentre il territorio non dimentica le numerose proteste avvenute negli ultimi tempi durante la costruzione dei lavori.

Per la nuova inchiesta sono stati nominati tre consulenti tecnici: il Prof. Fabrizio Bezzo (insegnante di Impianti Chimici presso l’Università di Padova), il Prof. Davide Manca e Lionella Maria del Politecnico di Milano mentre le tre persone indagate (le stesse dell’inchiesta precedente) e i sindaci firmatari dell’esposto in qualità di persone offese, potranno procedere alla nomina di un consulente di parte.

La Commissione Europea (organismo internazionale non eletto da nessun cittadino), il Parlamento e il Consiglio hanno assegnato a TAP lo status di Progetto di Interesse Comune (PCI), secondo le nuove linee guida TEN-E (Trans-European Energy infrastructure). Tali progetti rivestono un ruolo importante nel nuovo regolamento dell’Unione in materia di infrastrutture energetiche transeuropee. TAP è stato selezionato come Progetto di Interesse Comune, in quanto funzionale all’apertura del Corridoio Meridionale del Gas, uno dei 12 cosiddetti corridoi energetici, reputati prioritari dall’Unione europea per il conseguimento degli obiettivi di politica energetica. Tali progetti contribuiranno all’integrazione dei mercati energetici degli Stati membri, consentendo loro di diversificare le fonti energetiche e ponendo fine all’isolamento energetico di alcuni di essi. Nel frattempo, fonti della società dichiarano che le operazioni a mare non sono ancora cominciate, limitate per ora all’installazione della zona di atterraggio in Puglia.

Nl frattempo, le ultime elezioni politiche svoltosi a marzo 2018, hanno visto in Puglia il trionfo del Movimento 5 Stelle, forza politica da sempre contraria al progetto. Il tutto avviene a poco tempo di distanza dall’apertura dell’inchiesta sui presunti reati ambientali nella costruzione del gasdotto della Trans Adriatic Pipeline e a seguito di una lettera indirizzata al Procuratore inviata dagli otto sindaci coinvolti in merito a nuovi dettagli emersi durante la vicenda. I sindaci coinvolti: Fulvio Pedone di Lizzanello e Dina Manti, Corigliano d’Otranto, difesi dall’avvocato Ladislao Massari; Luca De Carlo, di Vernole, Fabio Tarantino di Martano e Antonio Chiga, Zollino, assistiti dal Professore Giulio De Simone; Andrea De Pascali, Castrì di Lecce e Francesca De Vito, Calimera, difesi da Luigi e Roberto Rella; Marco Potì per Melendugno, assistito da Mario Tagliaferro. Nella missiva, vi è l’analisi del percorso burocratico del progetto TAP, a cominciare dalla Valutazione d’Impatto Ambientale rilasciata dal Ministero dell’Ambiente. I tre indagati lavorano per la società coinvolta. Ne ha parlato anche il servizio televisivo locale che linkiamo qui sotto: