Lo avrebbero picchiato utilizzando delle saponette dentro alcuni calzini e persino un telecomando. Un’aggressione insolita quella avvenuta a Brindisi ai danni di un cittadino albanese, circondato ed aggredito da sette persone, tutte di nazionalità africana. La vittima non è in pericolo di vita ma è ancora ricoverata in ospedale dopo l’aggressione subita, avvenuta nel mese di febbraio.
L’aggressione è avvenuta tra le mura del Centro di Identificazione ed Espulsione di Restinco (Brindisi). Stando alle prime ricostruzioni, a far scattare l’aggressione sarebbe stata qualche parola di troppo durante la fila in sala mensa. Subito dopo, l’uomo è stato circondato e percosso selvaggiamente, riportando alcune ferite. Scatta così il ricovero mentre per i sette aggressori si sono aperte le porte del carcere.
Istituiti nel 1998 dalla legge sull’immigrazione Turco Napolitano (art. 12 della legge 40/1998), i Centri di Permanenza Temporanea, poi denominati CIE (Centri di identificazione ed espulsione) dalla legge Bossi Fini (L 189/2002), e infine rinominati C.P.R. (Centri di Permanenza per i Rimpatri) dalla legge Minniti-Orlando (L 46/2017), sono strutture detentive dove vengono reclusi i cittadini stranieri sprovvisti di regolare titolo di soggiorno.
L’ennesima “guerra tra poveri” sfociata in una rissa che avrebbe potuto terminare in una vera tragedia. Ne ha parlato anche il servizio del Tgr che linkiamo qui sotto: