Sondaggio: un italiano su tre vorrebbe un governo Lega-M5S per uscire dall’euro, ma probabilmente non accadrà

Sondaggio: un italiano su tre vorrebbe un governo Lega-M5S ma probabilmente non ci sarà: il primo sondaggio su che intesa di governo vorrebbero gli italiani dopo il voto del 4 marzo lo ha fatto Ipsos, è oggi sul Corriere della Sera e mette al muro il presidente Sergio Mattarella: dice infatti che il 32% degli intervistati (ovvero 1 su 3) vorrebbe un governo a trazione Lega-Movimento 5 Stelle. Esattamente ciò che il capo dello Stato si proporrebbe a tutti i costi di evitare. Poco distante c’è l’ipotesi che invece il capo dello Stato vedrebbe con minor sfavore, quella di un accordo tra i 5 Stelle e il Pd: 29%. Staccati di molto i favorevoli a una coalizione tra centrodestra e Pd: 16%. Mentre il 23% degli intervistati non sa o non indica.

Nonostante questo sondaggio, il capo politico del Movimento fondato da Grillo, secondo alcune fonti giornalistiche starebbe guardando più tra le fila dei Dem delusi da Renzi: stando all’ipotesi giornalistica, l’obiettivo sarebbe quello di mandare a casa Renzi e convincere almeno i deputati sufficienti ad aderire ad una maggioranza in grado di portare il M5S al governo. Una maggioranza che però rischierebbe di conseguenza anche un’impronta PD. Nella coalizione di centrosinistra, lo ricordiamo, è presente anche la lista “+Europa” di Emma Bonino, riconosciuta dallo speculatore finanziario Soros come un’ottima politica. La stessa Emma Bonino che aveva valutato l’ipotesi di reintrodurre l’Imu per “aiutare le imprese”. In pratica, aumentare una tassa per abbassarne un’altra. Un po’ come ha fatto Renzi per “regalare” gli 80 euro. In parole povere, nessuno nell’area del centrosinistra guarda ad una Banca Nazionale pubblica in grado di mandare a quel paese i burocrati di Bruxelles e poter gestire il debito pubblico in modo da portare all’Italia ricchezza e redditi per tutti.

Ritorno alla sovranità monetaria che invece è presente nel programma della Lega, da sempre critica sull’euro. Nella Lega sono presenti anche Claudio Borghi e Alberto Bagnai, da sempre critici contro la moneta unica. Bagnai, considerato nativo della sinistra, si è candidato con Salvini proprio a causa della mancanza di una forza politica di sinistra sostenitrice della tesi della sovranità monetaria e dunque di un’uscita dall’euro. Tematiche che andrebbero a braccetto con un reddito di cittadinanza, che Salvini critica ma che al contempo è pur sempre più vicino rispetto a chi come la Bonino preferirebbe reintrodurre una tassa odiata come l’Imu. Stessa cosa dicasi per la gestione dell’immigrazione: servirebbero più controlli sia sul flusso che sulle organizzazioni che la gestiscono. E’un altro punto di incontro tra la Lega di Salvini ed il M5S di Di Maio. Eppure entrambi continuano a sbattersi la porta in faccia affermando di aver vinto sugli altri. Tuttavia, entrambi hanno bisogno di una maggioranza che attualmente non c’è.

“bisogna vedere cosa hanno veramente in mente di fare, quanto é la quota in termini di costo per lo Stato e quindi quanto incide dal punto di vista di deficit e debito pubblico” – osserva Il dem Francesco Boccia in una dichiarazione diffusa su Repubblica -. “Il debito pubblico non é una questione europea é una questione italiana. Tra l’altro, siccome nei prossimi anni avremo sicuramente un aumento dei tassi di interesse, prima riduciamo il debito e meglio è per il Paese”.

Per il PD, dunque, l’Italia dovrebbe cercare di ridurre il debito pubblico nonostante sia ormai evidente che il debito stia aumentando e che risulta praticamente impossibile eliminarlo sena una sovranità monetaria. L’unico modo per uscire da questa gabbia sarebbe uscire dalla gabbia europea del 3%, dei vincoli, dei trattati dettati da burocrati che nulla hanno a che vedere con il mandato elettorale dei cittadini italiani. Uscire dall’eurozona per tornare alla sovranità monetaria riacquistando i titoli di Stato. E’ una questione molto semplice quanto impegnativa ma l’unica i grado di redistribuire le ricchezze senza misure austere che invece hanno caratterizzato gli ultimi anni. Una questione semplice che evidentemente a pochissimi politici interessa diffondere. Eppure sarebbe un’occasione per il M5S di mettere la Lega alla prova e viceversa.

Ma qui tutti sembrano più impegnati a guardare il PD, dimenticando che proprio il PD è quel partito europeista convinto che ha promosso una riforma costituzionale che di fatto prevedeva cessioni di sovranità a favore dell’Unione Europea.  Riforma fortunatamente bocciata dagli italiani nel referendum costituzionale del 2016. Questa campagna elettorale ha visto varie volte gruppi antagonisti scontrarsi con presunti movimenti fascisti. La nostra costituzione è dichiaratamente contraria al fascismo. Il fascismo è dunque anticostituzionale. Nonostante questo, molti dimenticano che anche le cessioni di sovranità sono di fatto anticostituzionali ma la politica neoliberista rappresentata dal centrosinistra in tutti questi anni se ne è fregata totalmente, mettendo al primo posto Bruxelles e poi Roma, lasciando le molliche o peggio ancora nulla alle regioni e ai comuni. Lo dimostra ad esempio la triste vicenda della xylella in Puglia come anche quella del gasdotto della multinazionale. Con un’autonomia delle regioni questi scempi al nostro territorio non esisterebbero perché la politica territoriale avrebbe più voce e più poteri rispetto ad un governo di sfatto succube di logiche internazionali per nulla vicine alle famiglie italiane. Accade così che mentre nel Regno Unito un referendum democratico (Brexit) ha portato i cittadini a decidere di uscire dalla fregatura dell’Unione Europea, in Italia, con molta probabilità, anche le forze politiche emergenti dovranno lavorare con quei politici che vogliono assolutamente mantenere i diktat provenienti dal nord europa. Diktat che, padossalmente, stanno causando anche disuguaglianza ed intolleranza anche nei cittadini tedeschi. Non a caso, è in forte crescita il partito di estrema destra Alternativa per la Germania. Proprio per eliminare la rabbia nei cittadini, occorre che i governi tornino a stampare moneta, uscendo da vincoli europei che non hanno nulla a che fare con le richieste dei cittadini italiani, tedeschi ecc.

Un governo con ministri della Lega e del Movimento 5 Stelle, invece, potrebbe stravolgere questo percorso restituendo all’Italia autosufficienza economica, monetaria, finanziaria, energetica (sia nel programma del M5S che in quello della Lega si parla di energie rinnovabili), autonomia per le regioni e dunque migliori strumenti per la democrazia locale oltre che nazionale. E invece no: si guarda al PD o a quel che resta. Eppure, un governo Lega-M5S potrebbe anche rappresentare meglio l’intero paese: la Lega, che ha avuto più voti al Nord e il M5S che ha trionfato soprattutto al Sud. Un governo Lega-M5S rappresenterebbe meglio l’Italia rispetto ad un governo Lega-PD o M5S-PD che invece si dimostrerebbe alleato ad una forza politica, il Partito Democratico, che gli italiani hanno di fatto bocciato. Inoltre, il Movimento 5 Stelle ha in passato promosso un referendum sull’euro, manifestando dunque l’intenzione di rimettere in discussione la moneta unica.

Sempre secondo il sondaggio, quanto all’indicazione dell’incaricato di costruire il nuovo governo, il 40% preferirebbe che fosse Luigi Di Maioil 21% Matteo Salvini mentre il 23% vorrebbe come presidente incaricato un tecnico e il 16% non sa o non indica. Infine, solo il 30% degli intervistati ritiene che coi risultati elettorali del 4 marzo si riesca a costruire un governo stabile, mentre il 19% non sa o non indica e il 51% ritiene che si tornerà presto alle urne per rivotare. Borghi, in un’intervista diffusa dal noto blogger italiano Claudio Messora, non esclude un governo M5S-centrodestra, ovvero un governo che abbia non solo Di Maio e Salvini, ma anche Forza Italia e Fratelli d’Italia che, sino a prova contraria, riconoscerebbero in Salvini il nuovo leader del centrodestra unito. In quel caso, si tratterebbe di un governo con una maggioranza eccezionale, senza precedenti, in grado di approvare redditi di cittadinanza e abbassamenti delle tasse a non finire. Ma, secondo alcune fonti, per il Presidente Mattarella non se ne parlerebbe nemmeno.

Si tratterebbe di un governo totalmente populista, sovranista, a favore del popolo. Mattarella è quel presidente della Repubblica che in un incontro pubblico elogiò il petroliere David Rockefeller per “aver avuto l’intuizione di aver fondato la Commissione Trilaterale“, ovvero l’organizzazione internazionale non democratica che aveva tra le sue fila anche Mario Monti, che curiosamente diventò poi Presidente del Consiglio, con tutte le conseguenze che abbiamo visto. Difficile dunque immaginare che il nostro Presidente della Repubblica possa accettare l’idea di un governo Salvini-M5S sostenuto dall’intero centrodestra. Dobbiamo sottometterci all’Unione Europea e ai suoi diktat e a dirla tutta, nemmeno Di Maio e Salvini sembrano realmente intenzionati a fare un governo insieme. Tuttavia, buona parte del PD non avrebbe intenzione di mettersi con il M5S e, come dichiarato da Borghi, l’ipotesi governo M5S-centrodestra Salvini non l’avrebbe esclusa. Piuttosto, può darsi che la escluderà Di Maio. In quel caso sarà un governo con il PD pro Euro e pro Europa, alla faccia dei sondaggi. Video:

Bagnai, considerato di origini di sinistra, si è candidato ed è stato eletto senatore con la Lega anche per via del fatto che nella sinistra non vi sono visioni di un’Italia fuori dall’euro e dall’Unione Europea dei burocrati. Il concetto è spiegato in questo video: