Commissione parlamentare su militari italiani morti, “troppi vaccini in poco tempo” incontro a Bari – video

La IV Commissione d’inchiesta Parlamentare sui casi di morte e di gravi malattie che hanno colpito i militari italiani ha riportato elementi che farebbero riflettere: tra i fattori patogeni che avrebbero scatenato questa allarmante situazione, la commissione parlamentare menziona anche la profilassi vaccinale. Il 7 febbraio 2018, infatti, è stato pubblicato il risultato della commissione parlamentare di inchiesta presieduta dall’On. Gian Piero Scanu (Partito Democratico) sui casi di morte e di gravi malattie che hanno colpito il personale militare italiano. Molti hanno seguito sulla stampa le vicende di questa ricerca durata anni, quattro diverse commissioni di inchiesta con molte ipotesi e congetture sulle cause che hanno portato così gravi lutti alle famiglie del personale italiano, anche quando non era stato impiegato in missioni di guerra.

Chi è Gian Piero Scanu: ex Sottosegretario alle Riforme e all’Innovazione nella Pubblica Amministrazione, Senatore del Partito Democratico nella XVI legislatura, e poi Deputato nella XVII. Vice-Presidenti della Commissione Parlamentare sono stati Ivan Catalano (Gruppo Misto – Civici e innovatori – Energie per l’Italia) e Donatella Duranti (Articolo 1 – Leu). Segretari della Commissione sono stati Paola Boldrini (Partito Democratico, da non confondere con Laura), e Rizzo Gianluca (Movimento 5 Stelle). Alla Commissione hanno partecipato altri parlamentari uscenti del PD e del M5S e alcuni parlamentari di Forza Italia e Lega Nord.

“Sul fronte dei vaccini e dei rischi legati ad una loro somministrazione incontrollata,” si legge nella relazione finale – “le conclusioni della Commissione Costa segnalavano invece la necessità che ogni attività di somministrazione di farmaci, vaccini, antidoti dovesse essere effettuata tenendo conto della particolare situazione individuale del destinatario, in relazione a specifiche indicazioni cliniche, previa puntuale raccolta e registrazione di anamnesi mirata e specifica per il tipo di somministrazione da effettuare, nonché previa acquisizione del consenso informato, con illustrazione puntuale degli effetti e dei rischi legati all’intervento stesso, nel rigoroso rispetto dei protocolli e dei calendari previsti”. 

Con il supporto dell’apposito gruppo di lavoro di consulenti, la Commissione ha condotto in
questo campo un’ampia ricognizione non solo delle modalità di somministrazione dei vaccini (considerate responsabili, nel quadro di un criterio eziologico di multifattorialità,
dell’insorgenza di diverse patologie, particolarmente in soggetti che per condizioni di stress o immunodepressione da stress in situazioni di conflitto o tensione risultavano particolarmente vulnerabili), ma anche delle modalità di analisi dei dati sanitari dei militari da parte degli uffici della sanità militare preposti a tale scopo.

“Il Ministero delle difese”invece di aiutare la Commissione Parlamentare, dichiara Scanu nel corso di un’intervista a Radio Radicale – “si è alacremente impegnato a creare tutta una serie di ostacoli” . 

Per la commissione, “l’introduzione del novellato art. 206 bis, può efficacemente contribuire all’eliminazione di tali avverse reazioni, instaurando un percorso virtuoso sia nella somministrazione dei vaccini sia nell’anamnesi delle condizioni di salute soggettive del militare da sottoporre all’inoculazione”. “Si raccomanda altresì che non vengano inoculati, in un’unica soluzione, più di cinque vaccini, essendo questa la soglia oltre la quale possono verificarsi eventi avversi”. E ancora: “le reazioni avverse indicate nei dossier di registrazione e allegati tecnici ai vaccini anche solo singolarmente considerati confermano la necessità di una valutazione dei rischi personalizzata sulla profilassi vaccinale e la necessità di un monitoraggio periodico a lungo termine su ogni singolo vaccinato”.

Occorre comunque ricordare che la commissione ha affrontato la tematica basandosi su vaccini somministrati in soggetti in età adulta, situazione dunque differente rispetto a quella praticata negli ambienti civili. Ma per i Free Vax l’episodio rappresenterebbe un punto di svolta per ridiscutere sul decreto dell’obbligo vaccinale promosso dall’ex Ministra Lorenzin.

Dell’esito del lavoro parlamentare se ne è discusso domenica 18 marzo 2018 presso L’Anche Cinema Royal di Bari con il convegno dal titolo “Vaccinazioni obbligatorie fra scienza e coscienza – i diritti dei bambini e delle famiglie alla luce della commissione parlamentare di inchiesta sulle malattie dei militari”. All’incontro hanno partecipato il dott. Dario Miedico, il deputato Ivan Catalano, l’avv. Domenico Conversa, e la prof.ssa Silvana Barbieri. Funto focale della discussione è stata della legge sui vaccini 119 del luglio 2017, facendo luce anche sulle ricerche condotte sulle vaccinazioni dei militari. Il video:

 

 

Sui poligoni e sull’uranio improverito, indagini anche in Puglia

Come riportato nel documento finale, una delegazione della Commissione, guidata dal presidente Scanu e composta dai deputati Donatella Duranti, Ivan Catalano, Gianluca Rizzo e Diego Zardini, si è recata in missione in Puglia dal 21 al 22 marzo 2017 per visitare i poligoni di Torre di Nebbia e di Torre Veneri e per svolgere una serie di esami testimoniali ed audizioni a Bari (21 marzo 2017), presso il Comando della Brigata meccanizzata Pinerolo, e a Lecce (22 marzo 2017) presso la locale Scuola di Cavalleria. Lo scopo della missione era di quello di approfondire in particolare il filone di inchiesta volto ad indagare sui potenziali effetti sull’ambiente e la salute dell’uomo e sulle problematiche legate all’eventuale non osservanza delle norme in materia di sicurezza sul lavoro dei militari impiegati presso i poligoni pugliesi succitati. A Bari sono stati escussi in qualità di testimoni il Generale Gian Paolo Mirra, il Tenente Colonnello Giovanbattista Trovato, ed il Tenente Colonnello Pierluigi Palumbo, rispettivamente Comandante, Responsabile del servizio di prevenzione e protezione e medico competente della Brigata meccanizzata Pinerolo. Sempre a Bari sono stati invece sentiti in audizione Cesare Veronico, presidente dell’Ente parco Alta Murgia e Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia. Durante la sua escussione il Generale Mirra, comandante della Brigata meccanizzata Pinerolo dal 17 luglio del 2015 e responsabile del poligono di Torre di Nebbia dal 12 dicembre del 2016, ha sottolineato che il personale sottoposto al suo comando svolge attività anche non continuative presso l’area del poligono e che nel suo ruolo di datore di lavoro ha valutato i rischi connessi alle suddette attività, individuati e indicati nel relativo DVR (Documento di valutazione dei rischi). In relazione alla predisposizione del DUVRI (Documento unico di valutazione dei rischi da interferenza) il Comandante ha precisato che a monte dell’attività addestrativa svolta all’interno del poligono viene effettuato un sopralluogo nell’ambito del quale si definiscono le modalità di coordinamento ed i vari temperamenti che possano rendersi necessari all’attività addestrativa stessa. L’esito di questa attività viene condensato in un documento chiamato “verbale di coordinamento e sopralluogo congiunto”, in cui vengono elencati gli eventuali rischi da interferenza che si possono verificare nel poligono. Il presidente Scanu ha però chiarito che il DUVRI come documento specifico deve essere predisposto secondo determinate modalità ed i rischi interferenziali devono essere esplicitati, evidenziati e monitorati. Nel sottolineare che da quando ricopre il ruolo di Comandante della Brigata Pinerolo non ha mai ricevuto visite ispettive da parte di UCoSeVA (Unità di coordinamento della vigilanza d’area), il Generale Mirra ha rilevato che assieme al medico competente e all’RSPP (Responsabile del servizio di prevenzione e protezione) si riunisce periodicamente per individuare ogni possibile rischio cui può essere esposto il personale, sia all’interno del palazzo che ospita il Comando sia nell’ambito delle diverse attività che lo vedono impegnato; a parere del Comandante questi rischi potenziali vengono presi in considerazione e vengono concordate le migliori predisposizioni per ridurli.

Poiché, a volte, si potrebbe andare incontro ad una non adeguata disponibilità di mezzi al fine di garantire la salute e la sicurezza dei lavoratori sottoposti al suo comando, il Generale ha  fatto presente che al verificarsi di simili ipotesi vengono assunte soluzioni alternative come, ad esempio, quella di non svolgere attività che esporrebbero il personale a rischi non mitigabili. Egli ha poi specificato che, sia per il poligono di Torre di Nebbia sia per il comando della Brigata Pinerolo, non sono mai stati rilevati rischi da esposizione ad agenti cancerogeni, mutageni o teratogeni, quindi la sorveglianza sanitaria viene esercitata solamente nei confronti dei videoterminalisti attraverso specifiche e periodiche visite, anche oculistiche. Infine, su specifica domanda rivoltagli dal presidente Scanu, il Comandante Mirra ha confermato che sono state avanzate richieste di consulenza al CISAM (Centro interforze per le applicazioni militari) ed al CETLI (Centro tecnico logistico interforze NBC) per sospetta presenza di radon poi dimostratasi infondata. Alla vicepresidente Donatella Duranti, che ha chiesto delucidazioni riguardo a modalità e tempi di svolgimento delle esercitazioni in poligono, il Comandante Mirra ha risposto che il tetto massimo previsto per le attività a fuoco è di 90 giorni e che gli indennizzi ai proprietari delle masserie in prossimità delle zone interessate sono riconosciuti nei soli casi in cui venga procurato dalla Difesa un danno oggettivo. La loro quantificazione è compito della commissione liquidazione danni, istituita presso il Comando militare Esercito Puglia, l’ente territoriale sotto la cui giurisdizione ricade il poligono di Torre di Nebbia. Per quanto concerne i rapporti con l’ente parco nazionale dell’Alta Murgia, le giornate di utilizzazione del poligono, formalizzate dal Comitato misto paritetico, vengono precedentemente concordate nell’ambito di alcune riunioni con rappresentanti dell’Ente Parco, i quali di volta in volta si premurano di fornire indicazioni circa le giuste modalità di utilizzazione.

Ad una specifica domanda rivoltagli dall’onorevole Rizzo, il Comandante Mirra ha risposto che all’interno del poligono sono stati utilizzati missili Milan anche se privi di tracciatore, elemento da cui si potrebbe desumere la presenza di torio; al riguardo, dallo stesso Comandante è stata avanzata richiesta, seguendo la catena gerarchica militare, di sottoporre il poligono di Torre di Nebbia a monitoraggio ambientale. L’RSPP, Tenente Colonnello Giovanbattista Trovato, ha informato i commissari che egli ricopre la carica di Responsabile del servizio di prevenzione e protezione del Comando Brigata Pinerolo, mentre riguardo al poligono di Torre di Nebbia non esiste un RSPP fisso, poiché si tratta di un’area addestrativa il cui uso è occasionale, tanto è vero che sul territorio sussistono anche delle multiproprietà, così come precedentemente specificato dal Generale Mirra.

Traendo quindi spunto dalla VINCA (Valutazione di incidenza ambientale) – frutto della collaborazione tra regione ed Ente Parco -, il Tenente Colonnello Trovato ha valutato l’impatto negativo che ciascuna delle attività svolte all’interno del poligono potrebbe avere sui lavoratori (attività appiedate, volo, realizzazione dell’accampamento e così via). Il Tenente Colonnello Pierluigi Palumbo ha informato la Commissione che egli svolge la funzione di medico competente del Comando della Brigata Pinerolo dal dicembre 2015 e come tale visita gli ambienti di lavoro con una frequenza almeno biennale. I rischi specifici ai quali il personale è sottoposto secondo il medico competente sono fondamentalmente quelli legati alle attività di attendamento ed accampamento, mentre vengono esclusi rischi da esposizione ad agenti cancerogeni. Cesare Veronico, Presidente dell’ente parco Alta Murgia, e Francesco Tarantini, Presidente di Legambiente Puglia hanno reso edotti i commissari circa il rapporto sussistente tra gli organismi da loro presieduti ed il mondo militare. In particolare, Cesare Veronico, Presidente dell’ente parco Alta Murgia, ha descritto l’avvio di una fase concertativa tra l’organismo da lui presieduto ed i comandi militari che si concretizza attraverso una rimodulazione del programma di esercitazioni presentato all’ente dai comandi militari stessi. Il Presidente di Legambiente Puglia ha poi messo in risalto l’assoluta necessità di sottoporre le attività militari ad una valutazione di incidenza ambientale e di ridurre il più possibile le interferenze relative alla fruizione del parco dell’Alta Murgia, anche perché negli ultimi cinque anni in particolare la regione ha puntato molto sul turismo sostenibile; egli ha sottolineato infatti che il parco è stato più volte premiato da Legambiente per essere l’area verde più ciclabile d’Italia. Presso la Scuola di Cavalleria di Lecce sono stati escussi in qualità di testimoni il Generale di Brigata Fulvio Poli, il Capitano Mario Paladini e il Tenente Colonnello Vincenzo Napolitano, rispettivamente Comandante, Responsabile del servizio di prevenzione e protezione e medico competente della Scuola di Cavalleria di Lecce. Sono stati invece auditi in forma libera all’interno della medesima struttura il Generale Mauro Prezioso, Comandante territoriale dell’Esercito in Puglia, Gabriele Molendini, Presidente dell’Associazione Lecce città pubblica, Luca Ruberti, Presidente dell’Associazione Lecce bene comune e Francesco Paolo Fanizzi, Professore ordinario di chimica generale e inorganica presso l’Università del Salento. Il Generale Poli, nel confermare che il personale sottoposto al suo comando svolge attività anche non continuative consistenti in sgomberi, monitoraggi, ricognizioni e addestramenti, ha assicurato i commissari circa la redazione del DVR (Documento di valutazione dei rischi), il cui contenuto in linea di principio fa riferimento all’utilizzo dei mezzi del poligono e all’impiego dei sistemi d’arma.

Per ciò che concerne il DUVRI (Documento unico per la valutazione dei rischi da interferenze), il Generale ha ammesso di non averlo mai redatto nei casi in cui reparti esterni al suo comando hanno svolto attività addestrative all’interno dell’area del poligono; ha dichiarato tuttavia che, ai fini della sicurezza dei lavoratori, viene redatto un verbale di “sopralluogo e coordinamento” attraverso il quale si tende a minimizzare i rischi. Ad un’ulteriore specifica domanda rivoltagli dal presidente Scanu, il Comandante Poli ha dichiarato altresì di non aver mai ricevuto visite ispettive da UCoSeVA e di non aver mai registrato segnalazioni provenienti dal medico competente e dall’RSPP in relazione a rischi per la salute del personale sottoposto al suo comando. Inoltre, egli ha fatto presente che il munizionamento impiegato all’interno del poligono è costituito da colpi d’addestramento inerti (Target-Practice Tracer), dichiarando (a specifica domanda) che, da quando ricopre il ruolo di Comandante della Scuola di Cavalleria di Lecce, presso il poligono di Torre Veneri non è mai stato fatto uso di munizionamento calibro 105 di fabbricazione israeliana.

Il Generale Mauro Prezioso, Comandante territoriale dell’Esercito in Puglia, audito dalla Commissione, ha raccolto l’invito del presidente e della vicepresidente Duranti ad impegnarsi per l’istituzione di un tavolo di concertazione permanente tra regione Puglia ed autorità militare volto al miglioramento dei criteri di gestione ambientale. Il Responsabile del servizio di prevenzione e protezione del poligono di Torre Veneri, Capitano Mario Paladini, ha descritto ai commissari il tipo di attività da egli esercitata, consistente nel collaborare alla valutazione dei rischi connessi alle attività svolte dal personale ivi impiegato. Tali rischi derivano per lo più da attività preparatorie e logistiche, in aggiunta a quelli originati da agenti chimici quali, ad esempio, fumi prodotti dall’uso di armi da fuoco. Confermando le affermazioni rilasciate dal Generale Poli, anche l’RSPP Mario Paladini ha informato i commissari circa la predisposizione di un verbale di “sopralluogo e coordinamento” in sostituzione del DUVRI – la cui compilazione viene caldamente raccomandata dal presidente Scanu -, mentre il tenente colonnello Vincenzo Napolitano, medico competente, ha approfondito la tematica relativa alle attività saltuarie svolte all’interno del poligono, tra le quali egli fa rientrare le stesse attività a fuoco. Contrariamente al parere dell’RSPP Mario Paladini, il tenente colonnello Napolitano non ha ritenuto che il personale impiegato all’interno del poligono possa considerarsi a rischio per l’inalazione di fumi provocati dalle rare esplosioni che ivi si verificano. Egli ha descritto nei particolari anche la sorveglianza sanitaria esercitata nei confronti di circa 450 persone esercitanti svariate mansioni lavorative, sia fuori sia all’interno del poligono. Successivamente, la Commissione ha proseguito i propri lavori con le audizioni di Gabriele Molendini, Presidente dell’associazione Lecce città pubblica, Luca Ruberti, Presidente dell’associazione Lecce bene comune e Francesco Paolo Fanizzi, professore ordinario di chimica generale e inorganica presso l’Università del Salento, che hanno incentrato tutti i loro interventi sulla tematica del rischio ambientale derivante dalle operazioni militari svolte all’interno dei poligoni pugliesi, analizzando la questione sia da un punto di vista legale e ricostruttivo di fatti (Molendini e Ruberti), sia da un punto di vista prettamente scientifico (Fanizzi).

In particolare, Gabriele Molendini, Presidente dell’associazione Lecce città pubblica, ha ricordato la relazione conclusiva della Commissione d’inchiesta sull’uranio impoverito presieduta da Rosario Giorgio Costa secondo la quale “I sopralluoghi effettuati sia in terra sia in ambiente marino presso il Poligono di Torre Veneri hanno portato ai seguenti risultati: in terra, nell’area bersagli sono stati rinvenuti numerosi frammenti metallici da post esplosione, materiale balistico vario e un certo numero di petali per penetratori metallici. In mare sono stati individuati nell’area prospiciente il poligono numerosi rottami metallici e un certo numero di penetratori metallici con sigle non identificate. Non è stato possibile approfondire questo profilo anche per la mancata acquisizione delle schede tecniche e storiografiche dei colpi completi da 105×617 mod. APFSDS-T DM 33 e da 105/51 lotto IMI 1-1-1985 acquistato presso la ditta IMI (Israel), richieste agli uffici del Ministero della difesa, ma pervenute solo in parte”. Proprio in riferimento ai ritrovamenti citati dalla relazione Costa, il presidente Molendini ha fatto presente ai commissari che i vertici militari non si sono ancora attivati per fornire nella loro completezza le schede tecniche richieste.

Il documento della relazione completa disponibile al seguente link:

http://documenti.camera.it/_dati/leg17/lavori/documentiparlamentari/IndiceETesti/022bis/023/INTERO.pdf

Tornando al discorso dei vaccini, per i Free Vax andrebbe fatta un’ulteriore Commissione Parlamentare per analizzare le caratteristiche dei vaccini usati in campo militare con quelli imposti dalle nuove regole per i bambini italiani.

Altre fonti:

http://www.norbaonline.it/od.asp?i=45480&puntata=Bari,-incontro-su-uranio-impoverito-e-vaccini&pr=TGNORBA

http://www.controweb.it/notizie_dettaglio.php?id_art=19247&id_cat=33

Infine, linkiamo qui sotto il video di un’intervista all’On. Scanu: