Trovate in Puglia 14.000 bottiglie di vino bulgaro spacciato per italiano mentre i nostri produttori sono in crisi e vengono tartassati

Prosecco made in Bulgaria: sequestrate quasi 14mila bottiglie di finto “Vino italiano“. Un carico di 13.812 bottiglie è stato posto sotto sequestro dai finanzieri di Brindisi e dai funzionari dell’Agenzia delle Dogane, a seguito di un’operazione di controllo effettuata all’interno di un camion proveniente dalla Grecia.

Il controllo è stato eseguito nell’ambito dei potenziati servizi di vigilanza operati all’interno dell’area portuale di Brindisi, ha permesso di accertare che la destinazione del mezzo, guidato da un cittadino bulgaro di 68 anni, fosse la Francia. L’uomo, denunciato dai finanzieri, trasportava infatti 13.812 bottiglie (da 0,75 lt) di prosecco e sulle scatole c’era la scritta “product of italy”, mentre sulle bottiglie, la dicitura “wine of italy” e “product of italy”. Prodotti in realtà non realizzati in Italia ma che ne sfruttavano l’immagine a scapito del lavoratori italiani onesti.

Gli uomini delle Fiamme gialle hanno così provveduto a contattare la società produttrice del prosecco che confermava ai militari italiani che tutta la merce trasportata era stata prodotta con uve coltivate in Bulgaria. La merce è stata completamente sottoposta a sequestro. Un’ottima azione delle forze dell’ordine per contrastare il commercio di frode al dettaglio che oltre tutto penalizza anche gli imprenditori vinicoli e i viticoltori italiani. Alla faccia del TTIP, del CETA  e di tutti gli altri trattati transoceanici che porterebbero inevitabilmente ancora più danni, sarebbe dunque opportuno che la politica italiana, fresca di elezioni, possa promuovere l’intensificazione di queste attività di controllo in difesa dei nostri prodotti, anche con misure più severe finalizzate alla promozione del territorio e dei suoi prodotti.

“Mentre noi produttori pugliesi siamo tartassati e spesso penalizzati, da altre nazioni giungono prodotti palesemente contraffatti a discapito di questa nazione e del comparto agricolo. Non bastava l’olio tunisino detassato, un’insolita emergenza xylella, il prezzo al ribasso dei nostri prodotti. Se il governo non riesce ad accordarsi con un’Unione Europea sorda e accondiscendente nei riguardi di chi truffa il mercato, sarebbe forse opportuno considerare di ridiscutere come minimo i trattati europei se non addirittura uscirne. Non possiamo aderire ad un sistema assolutamente consumistico e capitalistico basando unicamente su tasse e soldi a scapito della qualità ispirato da logiche alle quali noi pugliesi non facciamo parte” – ci scrivono alcuni agricoltori (a tal  proposito, ricordiamo inoltre che scrivendo un messaggio al numero 353 3187906 è possibile effettuare segnalazioni e partecipare al gruppo Whatsapp per seguire tutte le news in tempo reale oppure iscrivendosi al gruppo Telegram cliccando qui o anche iscrivendosi al gruppo Facebook cliccando qui). E’ anche possibile inviare segnalazioni con foto e/o video all’indirizzo email redazione@pugliareporter.com.