Torre Calderina (Bisceglie-Molfetta) e l’airone bianco sommerso dai rifiuti abbandonati. Salviamo il pianeta

Ancora tanti, tropi rifiuti nel nord barese. Stavolta siamo a Torre Calderina, la nota area che dovrebbe essere di interesse paesaggistico e naturale tra i comuni di Bisceglie (BAT) e Molfetta (Bari). Il condizionale, purtroppo, è d’obbligo perché ancora una volta, grazie alle documentazioni fotografiche riportate sul web dall’attivista biscegliese Titti Mastrapasqua, non possiamo fare altro che constatare la grande e vergognosa presenza di rifiuti sparsi sul lungomare, molti di questi composti da materiali plastici e dunque nocivi. Forse, tra quelle plastiche, ci sono anche rifiuti ancora più pericolosi ma non avendo conferme ci limitiamo a riportare la gravità della presenza di plastica in un ambiente naturale.

Ancora una volta vogliamo ricordare che la plastica, come molti altri composti artificiali, è altamente nociva sia per la salute degli animali che dei vegetali e degli stessi esseri umani. Spesso animali come uccelli, mammiferi e tartarughe scambiano i pezzi di plastica per cibo, morendo soffocati. Non a caso, a pochi chilometri di distanza, in località Ripalta (Bisceglie), sono state rinvenute carcasse di tartarughe marine tra i rifiuti abbandonati. Questo senza contare la pericolosità della presenza di plastica e polistirolo nella catena alimentare dei pesci: le plastiche, una volta in mare aperto, infatti, tendono a spezzettarsi in pezzetti sempre più piccoli causando il cosiddetto fenomeno delle “lacrime di sirena“. Modellati dalle correnti marine e divenuti quasi microscopici, questi frammenti possono essere facilmente scambiati per cibo dai pesci. I pesci, dunque, rischiano così di inquinare il loro organismo. Gli stessi pesci che poi spesso finiscono sulle nostre tavole.

Ciò che risulta ancora più triste è la presenza in foto di un airone bianco in foto: probabilmente un esemplare di egretta garzetta, un uccello predatore tipico delle aree paludose. Si, perché alla pari delle saline di Margherita di Savoia e della zona di contrada Boccadoro (tra Trani e Barletta) anche quella di Torre Calderina ospita una moltitudine di flora e fauna condizionata dalla presenza di acque che aiutano la vita a moltiplicarsi, attirando prede e predatori. Insomma, un’area marina naturale purtroppo oggetto di abbandono rifiuti. Come se non bastasse, associazioni ambientaliste e singoli attivisti da tempo si battono per il controllo delle depurazioni delle acque scaricate in mare aperto e per evitare la costruzione di una condotta sottomarina verrà costruita con milioni di euro di fondi soltanto per trasportare i reflui in mare aperto quando questi potrebbero invece essere depurati e riutilizzati in agricoltura.

Al danno si aggiunge la beffa: non bastava lo scarico a mare con la costruzione della nuova condotta sottomarina, no, adesso a girare il coltello nella piaga sono gli stessi cittadini che quasi abitualmente si recano i questa area per abbandonare rifiuti di ogni genere. Questo nonostante le lamentele degli stessi cittadini che si spaventano dell’aumento di malattie ed infezioni. “Perché ci ammaliamo? Perché ci sono più tumori? Perché i nostri figli contraggono sempre più infezioni?” – si chiedono in molti. A volte gli stessi che poi, silenziosamente vanno a gettare rifiuti per le strade nonostante in entrambi i comuni esista la raccolta differenziata (senza contare la presenza di isole ecologiche). La vera domanda, dunque è: quand’è che gli umani impareranno? La triste foto diffusa dall’attivista biscegliese:

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