Da Bari a Capo Nord in sella alla sua bici per raccogliere fondi per il lettino di rianimazione neonatale

Partirà domani 27 aprile alle 11,30 dall’ingresso principale dell’ospedale di Bari direzione Capo Nord in sella alla sua bicicletta, Nuccio Lamorgese, infermiere  professionale della Tin (Terapia Intensiva Neonatale)di Bari. Il viaggio su due ruote durerà circa un mese con una distanza complessiva di circa 4.000 km. Motivo dell’impresa: raccogliere fondi per l’acquisto di un lettino di rianimazione neonatale di ultima generazione.

Ad annunciare l’iniziativa è l’associazione ‘BIMBINTIN ONLUS, piccoli bimbi grandi sogni’. Il progetto è promosso in collaborazione con il comitato scientifico dell’associazione, diretto da Flavia Petrillo, neonatologa presso la TIN.

“Questo sogno – scrive Lamorgese su facebook -“ha iniziato a materializzarsi nella mia mente nel 2015 dopo il viaggio per Santiago de Compostela. Pensando al mio viaggio e alla ostinazione e determinazione che mi saranno indispensabile per compierlo, prerogative fondamentali dei medici e infermieri che senza sosta lavoriamo in terapia intensiva neonatale, ma anche dei genitori che affrontano con noi le inaspettate complicazioni di una nascita precoce o di una nascita complicata. Queste riflessioni mi hanno spinto a dare un significato più profondo al mio viaggio e dedicare questa impresa ai nostri piccoli guerrieri e di agganciarla ad una raccolta fondi per loro”.

“Ho avuto l’approvazione entusiasta” – continua Lamorgese –del Direttore Dott. A. Del Vecchio,  della dr.ssa Petrillo in qualità di Direttore del comitato scientifico dell’associazione e del CDA BIMBINTIN, inoltre è doveroso ringraziare la mia Coordinatrice Caterina Carnimeo e tutti i miei colleghi/e dell’UTIN per avermi dato la possibilità di prendere un lungo periodo di ferie “.

A partire dal 27/04/2018 sarà attivo un sito dell’associazione tramite il quale si potrà donare online. Il lettino di rianimazione neonatale potrà essere posizionato vicino alla madre durante il parto in modo da permettere sia alla mamma che al neonato di restare uniti tramite il cordone ombelicale anche dopo la nascita creando così le condizioni ottimali per la stabilizzazione del neonato prematuro.