Ilva di Taranto, ora anche un sindacato chiede a Mattarella la chiusura: “danni alla salute, all’ambiente e al lavoro” – video

“Nella tristissima vertenza Ilva, un’altra giovane vita spezzata in fabbrica, evento questo che ha gettato nello sgomento più totale chi Vi scrive e l’intera comunità attonita, vittima del pericolosissimo vortice che attanaglia la comunità tarantina. Un percorso di ritorno al diritto, cui lavoratori e cittadini da anni auspicano ma che nei fatti non c’è. Una lunga, profonda e tristissima storia legata ad uno degli stabilimenti, che, per nome, risalta sempre più per il susseguirsi di eventi che hanno confluito, giorno dopo giorno, verso lo smarrimento della comunità tarantina e dei lavoratori nel generale senso di conflittualità e impotenza delle istituzioni”si legge nel comunicato diffuso da UILM Taranto – Segreteria – RR.SS.UU – Ilva e Territorio.

“Ben tredici dispositivi di legge, non sono bastati ad assicurare un percorso, seppur faticoso, di ritorno alla normalità di una collettività e di una fabbrica, tra le più complesse, così come definita “strategica e di interesse nazionale”. Ill.mo Presidente, giunti a questo punto sebbene vi siano state diverse denunce, purtroppo inascoltate, inoltrate dalla scrivente alle istituzioni nazionali, regionali e locali, dopo esserci opposti con tutte le nostre forze ed ogni strumento in nostro possesso, è diventata fortissima la percezione di abbandono e al pericolosissimo scarico di responsabilità in capo alle istituzioni ed alla politica, che, nel prosieguo di questi anni hanno perfino conflitto tra loro, diviso e alimentato sgomento tra la popolazione e i lavoratori. DICIAMO BASTA!”

“Lavoratori e comunità tarantina riconoscono un solo Stato a tutela dei bisogni e delle necessità di ognuno, ma appare paradossale, nel vortice di annosi problemi correlati alla nostra città, dall’emergenza ambiente a quella del lavoro, non riconoscere soggetto istituzionale alcuno in grado di mettere la parola fine alla vertenza Ilva, la quale giunta a questo punto non può che vedere accolte tutte le sacrosante ragioni dal diritto alla vita fino a quello del lavoro. In fabbrica e nella città si assaporano sfiducia istituzionale, senso di amarezza, sconforto e disgregazione sociale in alcuni casi senza più neanche la speranza verso un futuro, motivo per il quale serve l’immediata adozione di misure e strumenti straordinari per fronteggiare l’emergenza sanitaria e dar l’avvio immediato al processo di bonifiche interne ed esterne alla fabbrica, gli investimenti e garantire la totale salvaguardia occupazionale di tutti i lavoratori sociali e dell’appalto. Questa comunità e i suoi lavoratori hanno pagato e continuano a pagare un conto salatissimo in termini di danni alla salute, all’ambiente e al lavoro, motivo questo che pone inaccettabile una prosecuzione di trattativa, fatta di rinunce anche parziali rispetto a quello che riteniamo sia un DIRITTO”.

“Quanto rappresentato è il messaggio che è stato gridato dalle migliaia di lavoratori durante le assemblee finora svolte in fabbrica, condividendo anche la nostra richiesta in merito al problema di assoluta UNITA’ da parte di tutti i soggetti responsabili e le istituzioni, a tutti i livelli. Ill.mo Presidente, facciamo appello al Suo grandissimo senso di responsabilità e chiediamo a gran voce che Lei trasferisca questo stato di fatti a tutti i soggetti istituzionali e soprattutto a quelli costituenti il nuovo Esecutivo di Governo, affinché si eviti il dramma sociale. Per cui, in mancanza di immediate risposte a quanto sopra rappresentato, non possiamo far altro che considerare fermamente che una fabbrica non più in grado di garantire il diritto alla salute e all’occupazione e, soprattutto l’incolumità della vita di chi ci lavora, per quanto ci riguarda è una fabbrica che non ha più ragione di esistere“. Video del Tgr Puglia: