Tribunale di Bari: tende Montate da stamane nel cortile per far fronte all’inagibilità della struttura. Lo ha deciso la Regione su richiesta del procuratore di Bari, Giuseppe Volpe e del presidente del Tribunale, Domenico De Facendis. “Accampamenti, manco nel terzo mondo” – commentano alcuni cittadini. Il provvedimento è stato definito necessario a fronte dell’inagibilità dichiarata negli ultimi giorni. Crepe ed edificio su terreno argilloso che non assicurerebbero la tenuta dell’edificio in caso di scossa sismica. Interventi mai avvenuti sino ad oggi, evidentemente anche a causa dell’indebitamento dello Stato italiano e della conseguente mancanza di risorse destinati ad interventi di questo tipo.
Anche i processi di mafia potranno subire ritardi a causa del brusco trasloco degli uffici giudiziari dalla sede di via Nazariantz. La protezione civile al lavoro per allestire tre tende, da riservare alle udienze di rinvio, come spiega al Tgr Puglia la protezione civile pugliese. Esplode la protesta di avvocati e magistrati: lunedì accoglieranno con un corteo il vice presidente del Csm Giovanni Legnini, che sarà in Puglia per contribuire ad affrontare l’emergenza. Una tendopoli provvisoria che ricorda tanto gli ambienti africani. E proprio dall’Africa tornano in mente le parole del compianto Thomas Sankara:
“Perciò vorrei proporre, signor presidente, che stabilissimo dei livelli di sanzione per i capi di stato che non rispondono all’appello. Facciamo in modo che attraverso un sistema di punti di buona condotta quelli che vengono regolarmente, come noi, ad esempio, possano essere sostenuti in alcuni dei loro sforzi. Per esempio: ai progetti che presentiamo alla Banca africana di sviluppo deve essere attribuito un coefficiente di africanità. I meno africani saranno penalizzati. Così tutti verranno alle riunioni qui.
Noi pensiamo che il debito si analizza prima di tutto dalla sua origine. Le origini del debito risalgono alle origini del colonialismo. Quelli che ci hanno prestato denaro, sono gli stessi che ci avevano colonizzato. Sono gli stessi che gestivano i nostri stati e le nostre economie. Sono i colonizzatori che indebitavano l’Africa con i finanziatori internazionali che erano i loro fratelli e cugini. Noi non c’entravamo niente con questo debito. Quindi non possiamo pagarlo. Il debito è ancora il neocolonialismo con i colonizzatori trasformati in assistenti tecnici. Anzi, dovremmo invece dire “assassini tecnici”. Sono loro che ci hanno proposto dei canali di finanziamento, dei finanziatori. Un termine che si impiega ogni giorno come se ci fossero degli uomini che solo sbadigliando possono creare lo sviluppo degli altri. Questi finanziatori ci sono stati consigliati, raccomandati. Ci hanno presentato dei dossier e dei movimenti finanziari allettanti. Noi ci siamo indebitati per 50, 60 anni e più. Cioè siamo stati portati a compromettere i nostri popoli per 50 anni e più. Il debito nella sua forma attuale, controllata e dominata dall’imperialismo, è una riconquista dell’Africa sapientemente organizzata, in modo che la sua crescita e il suo sviluppo obbediscano a delle norme che ci sono completamente estranee. In modo che ognuno di noi diventi schiavo finanziario, cioè schiavo tout court, di quelli che hanno avuto l’opportunità, l’intelligenza, la furbizia, di investire da noi con l’obbligo di rimborso…”
La notizia è stata segnalata anche da alcuni cittadini (a tal proposito, ricordiamo ancora una volta che scrivendo un messaggio al numero 353 3187906 è possibile effettuare segnalazioni e partecipare al gruppo Whatsapp per seguire tutte le news in tempo reale oppure iscrivendosi al gruppo Telegram cliccando qui o anche iscrivendosi al gruppo Facebook cliccando qui. E’ anche possibile inviare immagini ed osservazioni all’indirizzo redazione@pugliareporter.com).
In attesa di trasferimenti provvisori o definitivi degli uffici, gli stessi verranno così trasferiti in una tendopoli. La scelta della Regione Puglia, d’intesa con gli operatori della Giustizia, si aggiunge al trasferimento parallelo nelle sedi giudiziarie di piazza De Nicola, Bitonto e Modugno. I Carabinieri stanno monitorando la costruzione del cantiere. Una situazione insolita che lascia pensare come le strutture italiane necessitino urgentemente di risorse economiche per garantirne la funzionalità. L’italia, paese indebitato e di fatto, attualmente privo di sovranità monetaria, sta subendo in molteplici settori: dall’industria alla sanità, finendo persino alla giustizia. Linkiamo qui sotto il video diffuso dal Tgr Puglia: