Puglia: morta la bambina colpita da Seu – video

La febbre alta ha annullato le speranze di salvare la bambina di Lucera, colpita da sindrome emolitico uremica, ricoverata all’ospedale Giovanni XXIII di Bari. Inutili purtroppo gli sforzi dei sanitari. Un decalogo per limitare i danni e prevenire il contagio soprattutto da cibi contaminati dal batterio.

Le indagini riguardano l’elenco dettagliato degli alimenti assunti dalla famiglia e degli esercizi commerciali nei quali sono stati acquistati, tra questi anche i caseifici. La Asl raccomanda di non mangiare carne cruda o poco cotta e latte non pastorizzato. Lavare frutta e verdura e non dare mozzarella di bufala e cozze ai bambini.

La sindrome emolitico-uremica, abbreviata in SEU o HUS (dall’inglese Hemolytic-Uremic Syndrome) è una sindrome caratterizzata dall’associazione di manifestazioni patologiche a carico del sangue e dei reni, quali l’anemia emolitica, la trombocitopenia (anche detta piastrinopenia) e l’insufficienza renale acuta. Insieme alla porpora trombotica trombocitopenica, patologia con la quale condivide molte caratteristiche patogenetiche e le stesse lesioni microscopiche, rientra nel gruppo delle microangiopatie trombotiche.[2]

La cosiddetta “forma tipica” della malattia, che costituisce circa il 90% dei casi, è associata a infezioni gastrointestinali.[2] Tra i microorganismi più frequentemente coinvolti vi sono batteri come Escherichia coli e Shigella dysenteriae, accomunati dalla capacità di provocare, tramite particolari tossine, un danno endoteliale (principalmente a livello del glomerulo) e un’attivazione piastrinica (con successivo consumo). In una minor parte dei casi (“forme atipiche”) questi effetti possono essere provocati da alterazioni congenite del complemento. Colpisce prevalentemente, ma non esclusivamente, i bambini. Nella maggior parte dei casi è preceduta da episodi di diarrea causati da un ceppo di Escherichia coli, l’enteroemorragico (O157: H7), considerati come disturbi alimentari. Video del Tgr Puglia: