Giovinazzo, la spiaggia nera e gli scarichi abusivi dell’ex acciaieria. Storia di una bonifica mai avvenuta

Giovinazzo (Bari), 2018: il nostro sistema di segnalazione mobile ha ricevuto una singolare segnalazione da parte di un cittadino residente in questo piccolo comune del barese, noto per il suo grazioso centro storico e per la sua meravigliosa costa. La segnalazione riguarda uno strano fenomeno: in una zona della costa di Giovinazzo, infatti, sono apparse delle singolari “pietre nere” che somigliano tanto alle pietre laviche ma che in realtà rappresentano qualcos’altro. Anzi, tutt’altro. Qualcosa di origine artificiale. Una delle foto giunte in redazione:

Ricordiamo ancora una volta che scrivendo un messaggio al numero 353 3187906 è possibile effettuare segnalazioni e partecipare al gruppo Whatsapp per seguire tutte le news in tempo reale oppure iscrivendosi al gruppo Telegram cliccando qui o anche iscrivendosi al gruppo Facebook cliccando qui. Nelle foto, ricevute da un cittadino nel mese di giugno 2018, è infatti possibile constatare la presenza di evidenti residui ferrosi, vecchi scarti ancora presenti sulle spiagge. L’impressione è che essi siano parte dei resti di scarto delle vecchie fonderie, chiuse da decenni e un tempo attive sul territorio di Giovinazzo. Un altro scatto fotografico documenta un altro insolito fenomeno:

Attraverso una prima osservazione, infatti, la prima ipotesi ci porta a pensare che il processo di erosione abbia tramutato nel tempo i materiali in pietre nere e sabbia nera. Il fenomeno si estende per svariate decine di metri. Le foto sono state scattate il giorno 24 giugno 2018 da un cittadino residente in Giovinazzo all’altezza dell’ex carcere. L’insolita spiaggia nera di Giovinazzo:

Oltre all’insolito materiale dal caratteristico colore scuro, lo stesso cittadino giovinazzese, giustamente preoccupato per quanto visto sulla spiaggia, ha fatto notare anche la presenza di altre tipologie di materiali:

La segnalazione ci ha spinto ad effettuare una ricerca approfondita che riguarda la Storia del territorio. Come riportato anche online, le Acciaierie e Ferriere Pugliesi (AFP) nascono tra il 1923 e il 1924 su iniziativa di tre soci Giovanni Scianatico, Domenico Maldarelli e un ingegnere tedesco. Alla morte del padre, Giovanni rileva dal fallimento di una ditta di Castellana il laminatoio modello 250 di recente costruzione. Domenico Maldarelli, parente di Giovanni, mette a disposizione della società l’area dell’impianto, un suolo nei pressi della ferrovia. Proprio la disponibilità del terreno di Maldarelli consente l’implimentazione dell’attività a Giovinazzo. Nel 1931 entrarono nell’impresa Canio e Sabino, fratelli di Giovanni, rilevando la proprietà dell’ingegnere tedesco. Tra il 1932 e il 1933 gli Scianatico rilevano anche le quote di Maldarelli. Inizia un complessa operazione di ampliamento dello stabilimento, venne realizzato il laminatoio e l’Acciaieria e successivamente la Fonderia, Officine meccaniche e Carpenteria in legno e in ferro, e un reparto per la fabbricazione di attrezzi agricoli. Ma la produzione era rivolta essenzialmente al mercato locale e l’attività aveva carattere saltuario chiudendo per diversi mesi; mancava anche una reale forza lavoro specializzata nelle diverse lavorazioni. L’iniziativa di Giovanni Scianatico assume un particolare valore se si considera che all’epoca della fondazione della ferriera il meglio informato in materia era il fabbro, che nulla conosceva della composizione intima del ferro. L’area del’acciaieria di Giovinazzo oggi vista via satellite da Google maps:

Nel 1943 le AFP furono occupate dagli inglesi, che utilizzarono gli impianti per soli fini bellici e rifornimento degli armamenti alle truppe inglesi. Durante l’occupazione gli alleati non apportarono alcun ammodernamento degli impianti, ma aumentarono la forza lavoro a 1.200 unità, oltre le reali esigenze della produzione. Al termine del periodo bellico, la fabbrica ritorna agli Scianatico e nel 1959 e nel 1962, dopo la divisione dei beni tra i fratelli Scianatico la fabbrica fu assegnata a Giovanni. Da quest’anno che il figlio ing. Michele appena laureato prende le redini dello stabilimento di Giovinazzo in società col fratello Donato. Michele diviene presidente del consiglio di amministrazione delle Acciaierie e Ferrieri Pugliesi, e Donato Amministratore delegato. Michele si dedica alla riorganizzazione dello stabilimento, ammodernamento e potenziamento degli impianti di produzione dell’acciaio e in particolare dei tubi speciali di acciaio senza saldature. Sempre presente fra gli operai, porta le AFP a notevoli livelli di produttività e notorietà esportando i prodotti in Italia e all’estero. In dieci anni le AFP decuplicarono la produzione e raddoppiarono la forza lavoro tra operai e impiegati dalle 350 unità, quelle del periodo antecedente la guerra, ai 750 del 1946, alle 1.200 unità degli anni ’60 e ’70. Una foto aerea d’epoca:

Le AFP resero di Giovinazzo una dei comuni del Mezzogiorno d’Italia con il più alto indice di industrializzazione e ottennero diversi riconoscimenti nazionali tra i quali il premio “Nuovo Mezzogiorno” nel 1968. Negli anni ’60 e ’70 lo stabilimento delle Acciaierie Ferriere Pugliesi si trasferì in imponenti e moderni capannoni e lo stabilimento venne dotato di forno Martin-Siemens da 70 tonnellate, due forni elettrici rispettivamente da 7 e 12 tonnellate, forno a suola rotante della capacità di 25 tonnellate/ora ecc. La produzione si realizza in 150.000 tonnellate annue di acciaio (con una produzione giornaliera di 500 tonnellate) e 15.000 tonnellate annue di ghisa. Venivano prodotti lingotti da forgia, billette, tondini per tubi, rotaie e rotaiette, profilati per armamento ferroviario e suole industriali per mezzi cingolati. La qualità della produzione ha permesso la loro affermazione sui mercati interni e dell’Oriente. I coniugi Miche e Lucia Bolognese intuirono presto l’importanza delle attività sociali per rafforzare i rapporti di collaborazione tra azienda e dipendenti e trasformarono la proprietà della famiglia Scianatico “Villa Spada” in un parco “Parco Giovanni Scianatico” a favore dei dipendenti delle AFP e dello loro famiglie. Nella struttura organizzarono attività ricreative, sportive e di doposcuola per i figli degli operai e impiegati. Inoltre vennero organizzati corsi di addestramento professionale dei giovani specializzando i giovani nelle diverse lavorazioni dello stabilimento, venne così realizzata la continuità dell’avvicendamento delle forze di lavoro con elementi giovani, ben preparati, che danno il cambio ai più anziani. Alla fine degli anni ’70 con la crisi siderurgica cominciò a delinearsi il declino dell’azienda. Nel 1979 la AFP chiusero i battenti e nel 1984 il CIPI deliberò lo smantellamento delle Acciaierie e Ferriere Pugliesi. Nonostante questo, resta ancora oggi ben visibile parte del capannone dell’acciaieria nella zona industriale di Giovinazzo, come anche la grande presenza degli scarti, sparpagliati in buona parte del territorio. La cosa più inquietante è che il numero degli scarti ferrosi sembrerebbe inferiore nella zona dell’acciaieria e invece paradossalmente superiore nelle zone limitrofe. Un’altra foto d’epoca:

Nei decenni successivi, si è cominciato a parlare di bonifica del territorio visto e considerato che, a differenza di realtà più recenti come la triste storia dell’ILVA di Taranto, all’epoca non vi erano presupposti ambientalisti capaci di sollecitare le istituzioni ad intervenire per impedire eventuali contaminazioni salvaguardando così salute e territorio. Nonostante i numerosi interventi di cittadini ed associazioni, ci sono tanti problemi da risolvere oggi a Taranto, immaginate all’epoca a Giovinazzo. O forse no. Non possiamo immaginare: si tratta di un periodo storico molto differente. Negli anni scorsi, l’Osservatorio Legalità di Giovinazzo, produsse una serie di documenti basandosi su perizie precedenti a quella del 2013: nel corso di un servizio televisivo furono espresse preoccupazioni in merito al prosieguo degli interventi di bonifica. L’impressione è che i fondi europei stanziati all’epoca e destinati al recupero naturalistico della lama (circa 3,4 milioni di euro che andavano rendicontati entro marzo 2015) non tenessero a dovuta considerazione tutti i pericoli connessi alla movimentazione di circa metà dei 25mila metri cubi di materiale di scarto della ferriera sversati nella lama, come prevedeva il progetto preliminare. Nel corso di un incontro svoltosi nel 2014, venne precisato che l’area complessiva da bonificare era vasta circa 98mila metri quadri, grande cioè all’incirca quanto l’intero centro storico di Giovinazzo. Ben più estesa. La questione fu poi confermata in un altro servizio televisivo quando l’allora assessore Barbanente menzionò possibili operazioni di recupero dell’area. Recupero, di fatto, mai avvenuto. E siamo al 2018. Un’area che interessa anche proprietari terrieri in “una cerniera di congiunzione tra l’abitato e lama Castello“. Lama Castello, di grande interesse paesaggistico ed ambientale, fu oggetto di menzione, nel corso del 2016, di una petizione per la realizzazione di un parco. Gli stessi promotori chiedevano la protezione dell’area visto anche l’interesse paesaggistico. Ne parlò anche un’emittente televisiva locale (video qui). All’epoca furono presentati i dati di monitoraggio che confermavano sversamenti causati dalle vecchie attività della ferriera. Nel 2017 il Sindaco emesse un’ordinanza alla messa in sicurezza del territorio interessato, rivolte agli attuali proprietari terrieri. L’impressione complessiva è che, vuoi per una serie di questioni burocratiche, vuoi per una serie di limitazioni dei fondi (peraltro europei, quindi in buona parte non stanziati dallo Stato Italiano ma di più difficile intercettazione).

In un elaborato diffuso nel 2016, erano stati diffusi i dettagli di una relazione del Piano di indagini integrative dell’area Lama Castello ubicata nel comune di Giovinazzo (Ba), finalizzato alla definizione dello stato ambientale delle matrici suolo e falda nell’ambito degli interventi di bonifica, messa in sicurezza operativa (MISOP), messa in sicurezza di emergenza (MISE) e ripristino ambientale delle ex Acciaierie e Ferriere Pugliesi (AFP), relativamente all’area denominata Lama Castello in prossimità delle suddette ex AFP nel comune di Giovinazzo (BA). L’iter tecnico amministrativo del sito in oggetto, avviato nel 2003 in regime del DM 471/99, ha visto l’approvazione nel 2004 del Piano di Caratterizzazione da parte del Comune, prevedendo l’indagine del solo top-soil, l’esecuzione delle indagini di caratterizzazione nel corso del 2005, l’approvazione nel 2010 da parte della Regione, in seguito al passaggio in regime del Titolo V Parte IV del D.Lgs. 152/2006, del Piano di Indagini integrative al fine di acquisire dati sito specifici, infine la presentazione da parte del Comune di Giovinazzo della documentazione relativa agli esiti delle indagini integrative svolte suddividendo il sito in tre sub-aree distinte (area ex AFP, Lama Castello, area C3) con caratteristiche ambientali differenti. La necessità di tale piano scaturisce dalla decisione della Conferenza di Servizi tenutasi nelle giornate del 24/02/2014 e 03/03/2014 presso gli uffici dell’Assessorato alla Qualità dell’Ambiente – Servizio Ciclo dei Rifiuti e Bonifica della Regione Puglia. In tale occasione la CdS concordava sulla scelta del Comune di presentare elaborati distinti di Analisi di Rischio sito specifica su area Lama Castello e area ex AFP ma conveniva nel definire non accettabile l’Analisi di Rischio sito specifica presentata relativamente all’area Lama Castello, e invitava il Comune a procedere preventivamente alla rimozione dei rifiuti in essa abbancati, al campionamento delle matrici ambientali solo dopo la rimozione dei rifiuti, e alla presentazione a seguito dell’acquisizione dei risultati della nuova indagine investigativa, dell’aggiornamento dell’Analisi di Rischio sito specifica, da sottoporre ad approvazione.

Il sito oggetto di studio Area Lama Castello è ubicato nel settore sud-orientale del territorio urbanizzato del Comune di Giovinazzo (BA) in corrispondenza della lama denominata “Lama di Castello”, in prossimità della S.S. 16 Giovinazzo – S. Spirito (Figura 1) ed è compresa tra la S.S.16 e la linea ferroviaria Bari-Bologna. Il sito si trova a circa 300 m dalla Cala “San Spiriticchio” e in prossimità del centro abitato. La superficie dell’area di estensione pari a circa 13.876 m è ubicata all’interno della lama e si presenta con quote che variano dai 15 m s.l.m. (nei pressi del rilevato ferroviario) ai 6 m s.l.m. in corrispondenza dell’alveo con quote via via degradanti verso il mare. Dal punto di vista catastale, il sito include le particelle catastali numero 1, 38,64, 125, 487, 496. Ma in tutto questo, sorge spontanea una domanda: e la bonifica della costa? Se a Lama Castello si parla di ritardi, sulla costa si dovrebbe parlare di assenze di interventi. Per il momento, restano le segnalazioni effettuate dai semplici cittadini. Ricordiamo ancora una volta che scrivendo un messaggio al numero 353 3187906 è possibile effettuare segnalazioni e partecipare al gruppo Whatsapp per seguire tutte le news in tempo reale oppure iscrivendosi al gruppo Telegram cliccando qui o anche iscrivendosi al gruppo Facebook cliccando qui. Ricordiamo inoltre che proprio Giovinazzo ospita un servizio regionale di segnalazione riguardante i reati ambientali ed in più generale la tutela delle coste. Dal 15 giugno 2018 è infatti operativo il Numero Verde della Regione Puglia, Assessorato al demanio, 800-894500, per la segnalazione degli illeciti e dei reati ambientali sul demanio marittimo ed il mare territoriale. La sede del servizio, gestito dal WWF Puglia, è presente all’interno della Vedetta sul Mediterraneo, storico edificio della costa di Giovinazzo. E’ possibile inviare segnalazioni anche alla Pagina Facebook.com/NumeroVerde800894500/ e all’indirizzo email 800894500wwf@gmail.com. Grazie a Titti per la preziosa collaborazione. Per il momento vogliamo lasciarvi con un video realizzato da alcuni studenti del territorio e diffuso su YouTube, che mostra una coraggiosa esplorazione dei resti dell’acciaieria giovinazzese ed al contempo alcuni semplici concept su un ipotetico recupero dell’area per la creazione di un parco urbano, per un futuro migliore per tutti:

Fonti esterne:
https://it.wikipedia.org/wiki/Acciaierie_e_Ferriere_Pugliesi
https://www.giovinazzoviva.it/notizie/le-ex-acciaierie-e-ferriere-pugliesi-una-storia-tutta-da-scrivere/
https://blogincultura.blogspot.com/2018/01/storia-di-uomini-donne-e-bambini-di.html
Pdf progetto BONIFICA E RIPRISTINO AMBIENTALE DELLE “EX ACCIAIERIE E FERRIERE PUGLIESI” IN AREA LAMA CASTELLO – BONIFICA E RIPRISTINO AMBIENTALE DELLE “EX ACCIAIERIE E FERRIERE PUGLIESI” IN AREA LAMA CASTELLO