Gasdotto in Puglia: la battaglia continuerà, anche senza M5S.

Fra circa 24 ore l’ora decisiva sul gasdotto Tap. Il sentiero per arrivare a uno stop appare “molto stretto” e si fa sempre più vicino il via libera ai lavori per “i costi troppo alti” in caso di blocco. Mentre in Salento i movimenti contrari all’opera del gasdotto cominciano ad urlare al tradimento dopo essersi fidate delle parole dei candidati del M5S in campagna elettorale, sempre nelle ultime ore si è svolto un incontro tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, dalla ministra del Sud Barbara Lezzi ed il ministro dell’Ambiente Sergio Costa a Palazzo Chigi con il sindaco di Melendugno, Marco Potì, e alcuni esponenti e parlamentari pugliesi del M5S per fare il punto sulla situazione. Una decisione che sarà frutto di un confronto con la Lega.

Lo riportava la Lezzi nel corso di un’intervista radiofonica, anche se vien spontaneo chiedersi se non vi sia il rischio di uno scaricabarile mediatico. Insomma, seppur fosse confermata l’intenzione della Lega di procedere con il progetto del gasdotto, perché il M5S non pu invece procedere con ciò che gli elettori hanno tempo fa chiesto ovvero il blocco definitivo dei lavori di TAP?

Opposta la posizione del vicepremier della Lega Matteo Salvini che parlando all’Assemblea nazionale di Confimi Confindustria ha sostenuto: “Dovrebbero ripartire i lavori per la Tap in Salento che abbasserebbe del 10 per cento i costi dell’energia per famiglie e imprese. Anche lì il tira e molla. Io rispetto il contratto e la sensibilità degli alleati, ma l’Italia ha bisogno di più infrastrutture, strade e ferrovie e di viaggiare“. Ma bisognerà ancora aspettare 36 ore per la decisione finale. Un breve video riporta le dichiarazioni di Lezzi:

“Oggi, il Movimento No Tap esprime il suo profondo dissenso e sconcerto per quanto dichiarato dagli esponenti del Movimento 5 Stelle e dal Governo e per quanto riferito dal sindaco di Melendugno Marco Potí a seguito dell’incontro svoltosi a Palazzo Chigi”  – lo dichiarano i No Tap sulle Pagine Facebook associate al movimento tempo fa partito dal basso per difendere il Salento dal gasdotto della multinazionale promosso dall’Unione Europea.

“Denunciamo all’opinione pubblica e alle istituzioni tutte, italiane e europee che in Italia è in atto un inaccettabile sospensione dello stato di diritto. Dopo la consegna agli organi di Governo di tutta la documentazione raccolta negli ultimi mesi contestualmente alla presentazione dei dossier che provano incofutabilmente l’illegittimità politica e giuridica del progetto TAP, apprendiamo che l’esecutivo in carica continua a dichiarare pubblicamente l’esistenza di costi e penali per bloccare la realizzazione del gasdotto tenendo nascosti i documenti che confermerebbero questo. Ma nasconderli per quale motivo? Per quale motivo questo esecutivo continua a proteggere chi ha firmato queste fantomatiche penali? Perché non é dato sapere chi si é assunto le responsabilità di giocare con la vita dei cittadini? Non abbiamo mai chiesto di fermare quest’opera per un capriccio ma abbiamo sempre chiesto che venga applicata la legge!”

“Denunciamo ancora una volta che alla richiesta formale di accesso agli atti presentata da cittadini e associazioni, tutti i ministeri hanno dichiarato di non possedere alcun dato. Le prove sono nelle nostre mani e nelle redazioni di tutti i giornali del Paese. A questo punto dovrebbe essere la magistratura a mettere una pietra tombale su questo progetto, quale organo preposto al rispetto della legge, dato che il potere esecutivo non è disposto ad assumersi la sua responsabilità politica. L’opposizione al progetto TAP continuerà in tutte le sedi, comprese quelle giudiziarie, per impedire ai fautori di questa grande truffa di farla franca e di agire impunemente contro gli interessi delle comunità residenti e dell’interno Paese” concludono i No TAP.

Il M5S si difende: “Michele Emiliano farebbe bene a tacere. Non accettiamo lezioni da un componente di spicco del partito che questa opera l’ha voluta e che con la sua inerzia è stato uno dei principali responsabili per l’arrivo di TAP nella nostra Regione. Se solo lo avesse voluto Emiliano avrebbe potuto fermare TAP in qualsiasi momento ad esempio istituendo un  SIC mare a San Foca. Perché non lo ha fatto?” – così si difendono i consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle.

“Avrebbe potuto inoltrare ricorso al TAR entro il 19 dicembre 2015 quando gli avevamo consegnato tutte le carte che dimostravano palesi abusi da parte del MISE del precedente governo PD che ha portato avanti l’opera nonostante il parere negativo della Regione Puglia. Perché non lo ha inoltrato? Avrebbe potuto avviare quei monitoraggi volti a rilevare la Posidonia ed altri habitat per trasformare l’area di Melendugno in SIC per i quali, grazie al M5S Puglia sono già stati stanziati 100.000€. Monitoraggi di cui non abbiamo visto neanche l’ombra”.

“Negli ultimi 3 anni noi del M5S Puglia abbiamo profuso un impegno totale per fermare TAP, l’ennesimo abominio partorito dai professionisti della malapolitica dei precedenti governi PD. Abbiamo lavorato giorno e notte da semplice forza di opposizione sia nelle istituzioni, attraverso qualsiasi tipo di azione politica, che sul territorio, al fianco dei cittadini. Nel corso delle manifestazioni alcuni di noi sono stati anche feriti in seguito agli scontri che sono nati. Nella lunga riunione di ieri a Palazzo Chigi abbiamo portato nuovi documenti all’attenzione dei ministri Costa e Lezzi e del Presidente del Consiglio ai quali dobbiamo riconoscere di aver cercato, e di continuare a cercare fino all’ultimo, qualsiasi norma, appiglio burocratico o amministrativo per bloccare TAP senza che questa decisione finisca per ripercuotersi, con delle maxi penali da miliardi di euro, su tutti i cittadini italiani. Laddove neanche questa ultima possibilità dovesse risultare utile, abbiamo portato una seconda richiesta al Governo: di valutare se esistano i termini per indire una consultazione popolare e lasciar scegliere ai legittimi titolari dei soldi pubblici, i cittadini, se far arrivare il gasdotto o, piuttosto, pagare le ingenti penali”.

“Se tutti i nostri sforzi non basteranno siamo coscienti, seppur consapevoli di aver fatto tutto quanto in nostro potere, di dover fare ciò che i vecchi politici non hanno mai fatto: chiedere scusa ai nostri concittadini per non essere riusciti ad arrivare in tempo per rimediare ai disastri di chi ci ha preceduto; non ci resterà che lavorare ogni giorno, ancora più duramente, per cercare di recuperare la fiducia dei cittadini e per fargli recuperare qualcosa di ancora più importante: la fiducia nella politica”” – concludono i pentastellati pugliesi.

 Il Sindaco di Melendugno chiede un ulteriore incontro:
“Dopo l’incontro di ieri a Roma convocato d’urgenza dal premier Conte sulla questione TAP, il Comune di Melendugno chiede la convocazione urgente di un tavolo tecnico pubblico per mettere in luce le violazioni di legge che TAP ha perpetrato con l’obiettivo di realizzare il gasdotto e l’eccesso di potere da parte del Ministero dell’Ambiente in sede di non assoggettabilità dell’opera a VIA” – dichiara il primo cittadino Marco Potì in un post diffuso sui social.
“Da Melendugno si sta provvedendo ad inviare i primi documenti richiesti ieri dal Ministero dell’Ambiente, in particolare quelli relativi alla questione della mancata rappresentazione del reale stato delle praterie di Posidonia e Cymodocea, un habitat ricordiamo protetto dalla Comunità Europea. Si faranno pervenire inoltre le delibere di Giunta, che richiedono l’istituzione del SIC, e l’ordine del giorno in Consiglio Regionale con le mappature fatte da Arpa a San Foca e inviate anche al Ministero dell’Ambiente. Tutta questa documentazione”, sottolinea il Sindaco Marco Potì, “è già portata a conoscenza anche della Procura di Lecce”.
Oltre a questo si pone l’accento anche sugli eccessi di potere del Ministero dell’Ambiente in sede di verifica di non assoggettabilità a VIA del progetto esecutivo del microtunnel, concessa in base a questa rappresentazione falsa della realtà e ad altre forzature e criticità”. 
La richiesta che giunge dal Sindaco Marco Potì è chiara: “Alla luce di questo dossier che fa emergere gravi violazioni di legge e inadempienze da parte di TAP e anche dei funzionario del Ministero, il Comune di Melendugno chiede la convocazione urgente di un tavolo tecnico alla presenza degli esperti e dei tecnici del Comune stesso, di ARPA Puglia, della Regione Puglia, del Ministero dell’Ambiente e della stampa in modo che i giornalisti possano prendere direttamente consapevolezza di quanto stiamo sollevando e per dimostrare che il progetto si deve bloccare non per volontà politica, con le conseguenze applicazione di penali e risarcimenti, ma per violazione di legge da parte di questa multinazionale che vorrebbe operare in Italia.”” – conclude.