Alcuni cittadini melendugnesi sono pronti a non rivotare gli eventuali candidati del Movimento 5 Stelle qualora questi dovessero presentarsi alle prossime elezioni. E’ un messaggio ben chiaro diffuso nel corso di un servizio televisivo dell’emittente Tele Rama. Nel frattempo si allunga il tempo per la super-revisione dei permessi per la costruzione del gasdotto della multinazionale TAP che prevede l’approdo nel comune salentino dove da ormai anni i cittadini hanno protestato assieme al Sindaco. Video:
In queste ultime ore è proprio il Sindaco di Melendugno Marco Potì ha chiesto al Ministero la revoca delle autorizzazioni per il progetto del gasdotto. Il tutto avviene a seguito delle dichiarazioni della Ministra del Sud Barbara Lezzi (M5S), molto votata nel territorio anche per la questione del TAP, ma che invece negli ultimi giorni si è limitata a spiegare come un blocco della concessione del progetto risulterebbe “troppo costoso” per lo Stato Italiano. Dopo un primo incontro con il premier Conte ed il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa, si era deciso ad un prolungamento della tempistica per la decisione finale. Decisione che però sembra già destinata all’approvazione del progetto del gasdotto in Puglia.
“Mentre il Governo continua a fingere di studiare le carte, sparando cifre esorbitanti su eventuali “penali” che non sembrano verificabili e cercando di giustificare un’inerzia che, a questo punto, non riusciamo a capire se è dettata da ignoranza o malafede, i documenti ufficiali dicono tutt’altro.
Sul sito ufficiale di Tap sono comparsi due documenti, redatti dalla società Ramboll (una società europea di controllo sul progetto) a Gennaio e Marzo 2018 e pubblicati nel Luglio di quest’anno, che dicono tutt’altro, facendo vedere la reale situazione dei lavori in Italia, Grecia e Albania ed evidenziando le criticità enormi che Tap sta trovando ovunque.
I due documenti sono stati analizzati da noi nel dettaglio (qui possiamo solo esporre una breve sintesi, ma i documenti sono a disposizione di tutti), e i passaggi fondamentali sono che:
– in Italia, Tap ha riscontrato enormi problemi nelle autorizzazioni delle emissioni sonore notturne; sono ritenute “non valutabili” le performance di “Salute e Sicurezza”; i proprietari terrieri e le zone produttive sono in continuo conflitto con la società visto che non è iniziato alcun tipo di riabilitazione delle aree; e, punto fondamentale, che nel momento dell’istituzione della “Zona Rossa” Tap ha distrutto i muretti a secco ricostruendoli con risultati non soddisfacenti poiché “[…] TAP ha dichiarato che l’erezione della barriera di sicurezza era dell’ordine del prefetto e che non erano in grado di comunicare ai proprietari terrieri prima dell’erezione della recinzione […]”, SCARICANDO OGNI RESPONSABILITA’ AL PREFETTO.
– in Albania è stato possibile valutare la situazione attorno Berat, dal KP 134 al KP 173 (39 Km su 215), e in Grecia dal KP 0 al KP 187.4 (187 Km su 550), quindi su tratti limitati. Nelle due nazioni, il malcontento delle popolazioni è enorme (compensi inadeguati, ripristini non effettuati, ecc.), in quanto Tap non rispetta i parametri di progetto, tanto che Bankwatch ha preparato una relazione dettagliata con i reclami delle persone interessate. Addirittura, in Albania “[…]Durante la visita in loco è stato notato che in molte aree del ROW c’era qualche incertezza su dove si localizza esattamente la linea del tubo reale […]” e, in Grecia, nello studio degli impatti sulla biodiversità, “[…]la recinzione era mal installata, in quanto sembrava non essere stato fissato alla base e il mucchio di terriccio adiacente era collassato sul recinto in alcuni punti […] Interrogati, gli ispettori ambientali dell’appaltatore EPC non sembravano consapevoli dello scopo della recinzione […]”.
Siamo al paradosso di un progetto che ha delle falle inverosimili, ma gli unici a non accorgersene sembrano essere i nostri ministri. Questi sono documenti UFFICIALI presenti sul sito di Tap, e la cosa assurda è che nessuno li abbia visionati! Se effettivamente si facesse una analisi costi/benefici, sarebbero dei documenti da prendere in considerazione, e invece niente! E, come questi, sembrerebbe che tanti e tanti altri documenti siano stati gettati nel dimenticatoio, quasi a nascondere i problemi di un’opera inutile e dannosa che, invece, deve essere supportata da chi vuole essere complice di quei subdoli giochi internazionali che gravano sulle vite delle popolazioni! Forse, la parola ONESTA’ non va più di moda…” – concludono i No Tap.
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