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Il Governo cede sul gasdotto in Puglia: “si deve fare”. NO TAP delusi da M5S: “dimettetevi”

Niente da fare: nemmeno la proroga delle analisi delle concessioni e dei dettagli tecnici sul gasdotto della multinazionale TAP che dall’Azerbaijan approderà a Melendugno (Lecce) ha portato ad un cambio di posizione dell’attuale governo Lega-M5S. Dopo le polemiche scatenate dalle affermazioni di Barbara Lezzi, proseguono le critiche dei NO TAP nei confronti del M5S, accusato di aver perso una battaglia portata avanti sino alla campagna elettorale delle ultime elezioni politiche. Delusi anche tutti quei cittadini di Melendugno che nel governo avevano visto unì’opportunità di cambiamento.

Come riporta anche Il Fatto Quotidiano, la Valutazione di impatto ambientale rilasciata dallo scorso governo al Tap non contiene profili di illegittimità. È quanto emerso dall’analisi dei documenti, comprese le integrazioni portate a Roma dal sindaco di Melendugno, svolta dal ministero dell’Ambiente. La parola finale sul futuro del gasdotto spetterà al premier Giuseppe Conte, ma l’indicazione di Sergio Costa è chiara: “La valutazione fatta dal ministero dell’Ambiente esula dal mio pensiero personale e dal mio convincimento politico, se l’opera sia giusta o no – ha spiegato Costa – Ma nella fase attuale ogni valutazione da parte del ministero deve essere fatta solo ed esclusivamente sulla base del principio della legittimità degli atti e non sul merito tecnico dei medesimi, in quanto non consentita dall’ordinamento”.

“Tap non è solo un problema ambientale, lo diciamo da sempre. E le risposte che dovrà dare il ministro Costa sono solo una parte di tutte quelle che abbiamo il diritto di avere. Risposte che dovrà dare anche il ministero delle Infrastrutture, che il 12 marzo scorso ha rilasciato una nota che esclude, per i lavori in mare, la necessità del rilascio di un titolo concessorio demaniale. Sui presupposti di una possibile violazione della normativa, il comune di Melendugno, tramite gli avvocati Mele e Calzolaro, ha richiesto un RITIRO IN AUTOTUTELA dell’ordinanza con la quale la capitaneria di porto ha istituito una zona di divieto di balneazione e pesca per l’apposizione dei palancoli, da questo ottobre fino a dicembre 2019avevano scritto sui social i NO TAP lo scorso 24 ottobre 2018.

“Le norme sembrano cambiare quando si devono tutelare gli interessi di una multinazionale, qualunque governo sia a dettare le regole del gioco. Ma, dalla nostra parte, abbiamo passione e capacità da vendere, qualità che non ci fanno sfuggire nemmeno una virgola di tutti gli stratagemmi che vengono utilizzati per imporci un’opera non democratica” – concludevano i NO TAP.

I comitati: “Andate a casa” – Dunque il gasdotto si farà, con buona pace del Movimento No Tap che nelle ultime settimane aveva pesantemente attaccato il governo ricordando le rassicurazioni delle scorse settimane e parlando di “tradimento” da parte degli esponenti pentastellati. Alle penali e ai risarcimenti danni evocati da Conte non crede la comunità salentina, anche perché – dicono da più parti – non sono mai state né quantificate né documentate. E quindi chiedono le dimissioni, perché la giravolta dei pentastellati rispetto alle promesse elettorali è ritenuta insostenibile. “Una perdita di tempo, una presa in giro per calmare gli animi”, dice Gianluca Maggiore, leader del movimento No Tap. “È chiaro – dice – che la nostra battaglia continuerà, come è chiaro che tutti i portavoce locali del M5S che hanno fatto campagna elettorale qui e che sono diventati addirittura ministri grazie ai voti del popolo del movimento No Tap, si devono dimettere adesso. Il leader NoTap conclude: “Noi siamo qui, sui luoghi della Tap ad aspettare. Vogliamo vedere se gli eletti pentastellati saranno dalla parte della popolazione dimettendosi, o dalla parte di chi vuole imporre l’opera con la forza“.

Il sindaco di Melendugno: “Ce ne ricorderemo” – “Non abbiano chiesto a Conte o alla ministra Lezzi di essere i dottori dei nostri dolori. Ci cureremo da soli le nostre ferite, sapremo rialzarci e continuare a combattere. Conte con questo atteggiamento avalla quella che sarà una follia ingegneristicae la distruzione di un intero territorio. Nel Salento se lo ricorderanno bene“, attacca il del sindaco di Melendugno, Marco Potì. Dicendosi “deluso e amareggiato”, l’amministratore locale più coinvolto dalla costruzione del gasdotto se la prende con il premier: “Sono ancora più deluso dalle dichiarazioni di Conte, che parla di ristori per le comunità e di vicinanza ai territori. Il primo ministro può starsene a Roma. Le comunità di questi territori – conclude – non vogliono essere ristorate, né vogliono vicinanza, perché non hanno trovato in questo Governo e nelle forze politiche che lo sostengono il coraggio e la volontà politica di cambiare rispetto a quest’opera verso cui si è dichiarato sempre e totalmente la contrarietà. Sono deluso da questa fretta e superficialità nel voler liquidare queste criticità che conoscevano bene tutti, specie i ministri e i deputati salentini del M5S”.

Salvini: “Avanti”. Pd: “È Ilva 2 la vendetta” – Già sabato, nel punto dove dovrebbero riprendere i lavori per la costruzione del micro-tunnel, è prevista una manifestazione del Comitato No Tap. E che la multinazionale possa aprire il cantiere nel mar Adriatico in tempi brevissimi è l’auspicio di Matteo Salviniche negli scorsi mesi aveva incontrato l’ambasciatore di Tap, Tony Blair, e ripetuto più volte la necessità di andare avanti: “Avere l’energia che costerà meno a famiglie e imprese è fondamentale, quindi avanti coi lavori“, ha detto subito dopo l’annuncio di Conte. La svolta decisa dal governo porta le opposizioni a criticare il M5s, che ha sempre contrastato la realizzazione del gasdotto. La capogruppo di Forza Italia, Maria Stella Gelmini, parlando di “un’ottima notizia” attacca: “Il M5s sapeva di non poter bloccare il gasdotto, ma in Puglia ha fatto la campagna elettorale gridando NoTap, prendendo in giro i cittadini. Che dice Alessandro Di Battista?”. Mentre il coordinatore regionale della Puglia e deputato Mauro D’Attis ironizza: “Frode ai danni degli elettori. Una fattispecie di reato che se esistesse porterebbe alla denuncia da parte di centinaia di migliaia di elettori che hanno votato il M5S”. Per il capogruppo Pd nella commissione Ambiente, Andrea Ferrazzi, “si ripete per Tap il film visto con l’Ilva. I 5Stelle dovranno rispondere ai loro elettori delle bufale raccontate in campagna elettorale. Prossima puntata la Tav, poi il Brennero”. Per l’ex ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, “Tap è Ilva 2 la vendetta – scrive su Twitter – E adesso Luigi Di Maio piantiamola con le perdite di tempo e le sceneggiate e andiamo avanti. Grazie”.

 Il governo Lega-M5s, insomma, è ora più vicino al dover abbandonare l’idea di imporre lo stop all’opera, che i pentastellati avevano garantito in campagna elettorale, poiché non ci sarebbero gli estremi per fermarla: “Anche nei punti contestati non sono emersi profili di illegittimità, indipendentemente dal merito, in quanto la Commissione Via – unico soggetto titolato a pronunciarsi – ha ritenuto ottemperate le prescrizioni, scrive in un comunicato il ministero dell’Ambiente spiegando il contenuto della propria valutazione inviata a Conte, che ha sul proprio tavolo tutti gli elementi per arrivare a una decisione finale.

“Il lavoro è durato ininterrottamente per più giorni – prosegue Costa – durante i quali sono state esaminate oltre mille pagine di documenti e c’è stata anche una nuova interlocuzione con Ispra su alcuni aspetti delle varie fasi della procedura. È bene sottolineare che parliamo di un procedimento già autorizzato e concluso nel 2014, su cui si è espresso il Consiglio di Stato con sentenza 1392 del 27 marzo 2017, confermandone definitivamente la legittimità”.

Il ministro dell’Ambiente sottolinea che, nonostante ciò, “abbiamo ascoltato tutte le osservazioni provenienti dal territorio, sia dai portavoce del Movimento 5 Stelle sia dal comune di Melendugno” e “abbiamo valutato se tutte le autorizzazioni fossero state emesse a norma di legge“. Il risultato “di questo lavoro è ora nelle mani del presidente del Consiglio per le opportune valutazioni che il governo dovrà esprimere”. Costa ricorda anche che il gasdotto è stato già autorizzato “dal precedente governo e che i ricorsi sulle autorizzazioni già in passato non hanno trovato gli esiti giudiziari sperati dai cittadini”.

Solo dopo, puntualizza, è arrivato il governo Lega-M5s: “Abbiamo in particolar modo riesaminato quelle prescrizioni che, secondo i rilievi provenienti dai territori, non sarebbero state ottemperate – conclude Costa – Ricordiamo che la Valutazione di impatto ambientale è stata rilasciata sul progetto definitivo che, per sua natura, è suscettibile di adattamenti in fase esecutiva, e pertanto le prescrizioni possono essere aggiornate via via che in tale ultima fase dovessero emergere nuove e mutate situazioni”.

“Prendendomi molti insulti ho scelto di non partecipare alla competizione tra chi la sparava più grossa sul TAP. Con coerenza e coraggio ho sempre espresso chiaramente la mia, la nostra, posizione. Quando nel luglio del 2017 ho incontrato a Bruxelles gli amministratori e i comitati NO Tap del Salento ho manifestato apertamente le mie perplessità sulla possibilità di bloccare i lavori del gasdotto in costruzione. Ho condiviso e sostenuto, invece, l’urgente necessità di contrastare una decisione sbagliata che, calata dall’alto, modificando le decisioni assunte dalla Regione Puglia nel 2006/2007, prevedeva l’approdo di questo impianto a Melendugno. Sarebbe molto facile, oggi, polemizzare con il Movimento 5 Stelle per aver disatteso clamorosamente le tante promesse fatte ai cittadini del Salento. Ma, ripeto, non mi interessano le polemiche, non partecipo al festival degli insulti” – lo ricorda Massimo Paolucci, Europarlamentare S&D.

“Voglio invece rivolgere un accorato appello al Vice Presidente Luigi Di Maio ed al Ministro dell’Ambiente Sergio Costa. Dopo la delusione di queste ore, caro signor Vice  Presidente, non si rassegni ad una mortificante sconfitta su tutta la linea. Assuma urgentemente una iniziativa per modificare l’approdo  finale del gasdotto in costruzione.  È una scelta possibile e razionale che non stravolge i contratti firmati e risponde alle esigenze di una comunità che, senza demonizzare l’impianto, lo ha sempre ritenuto incompatibile con la vocazione turistica dell’area. È una scelta sostenuta dai comitati, dai sindaci e dalla Regione Puglia.  È possibile muovendoci in modo coordinato e tempestivo e dare una risposta concreta ad una comunità che si sente abbandonata e tradita. Io, noi, per tutto quel che possiamo fare, siamo pronti a sostenere una sua iniziativa. Non è l’ora delle polemiche ma quella di un azione comune per il nostro Salento”.

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