Inquinamento e morti, medici in Puglia: “grave situazione sanitaria e ambientale” – ecco la zona che preoccupa gli esperti

“La Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri, ancora una volta guarda con preoccupazione alla grave situazione sanitaria ed ambientale cui e’ esposta la popolazione di Taranto e provincia“. Lo evidenzia l’Ordine dei medici di Taranto riportando la valutazione della propria Federazione nazionale. Per il presidente nazionale Filippo Anelli, “urge implementare un patto per la decarbonizzazione dell’Ilva. Non puo’ esistere diritto al lavoro senza diritto alla salute e viceversa. Insieme alla tutela dei posti di lavoro, a Taranto occorre riconvertire l’Ilva dall’utilizzo del carbone ad altre fonti meno inquinanti per garantire la tutela della salute dei tarantini”.

Per il presidente dell’Ordine dei medici di Taranto, Cosimo Nume, “l’attenzione per Taranto, ma anche per tutti gli altri siti inquinati presenti in Italia, e’ costante.  Gia’ nel 2013 – dichiara Nume – il Comitato Centrale tenne una seduta straordinaria a Taranto su sollecitazione del nostro Ordine, a margine di un convegno scientifico che dedicammo all’argomento, per esprimere il particolare impegno della professione sul rapporto tra ambiente e salute.

Per la Federazione nazionale degli Ordini dei medici, “non e’ assolutamente accettabile quanto deciso dal Governo in materia di monitoraggio dell’inquinamento a Taranto. Infatti, il Governo ha deciso che, al fine della tutela della salute dei cittadini, vada effettuata la Vds, la Valutazione del danno sanitario, ovverosia una valutazione che si fa a posteriori, contando morti e malati, e solo quando si superano i limiti soglia degli inquinanti. Purtroppo tali limiti – dice la Federazione nazionale – sono tuttora stabiliti dalle norme nazionali ed europee ad un valore spesso doppio rispetto a quelli proposti dall’Oms. A Taranto, come in tutte le aree di crisi ambientali, va invece effettuata la Vis, la Valutazione di impatto sulla salute, come indicato dall’Oms e dallo stesso Piano nazionale della prevenzione 2014-2018″.

“Con la Vis, si effettua la valutazione preventiva dei danni possibili alla salute sulla base degli inquinanti immessi indipendentemente dalle soglie minime previste dalle norme vigenti”. Per la Federazione nazionale, inoltre, “non e’ piu’ accettabile un progetto, un piano e una qualsiasi attivita’ produttiva che non ponga il superamento dell’utilizzo dei combustibili fossili e, in primis del carbone, come obiettivo fondamentale per la tutela della salute negli ambienti di vita e di lavoro”. Il presidente Anelli afferma, infine, che serve un intervento del Governo affinche’ l’eliminazione del carbone sia inserita tra le prescrizioni di tutela ambientale e siano riviste le soglie stabilite per legge per PM10 e PM2.5. “Taranto – conclude Anelli – ha bisogno di un progetto di ampio respiro che rilanci le attivita’ produttive nel rispetto dell’ambiente e della salute dei cittadini”. Lo riporta anche RaiNews.

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