A Bari mega-truffa esami patente di guida con “aiuto” nascosto – 9 indagati, 83 denunciati e 70 Sequestri Preventivi

Al termine di una meticolosa e capillare attività di indagine, nella mattinata odierna, personale della Polizia di Stato – Squadra di Polizia Giudiziaria del Compartimento Polizia Stradale “Puglia” – ha concluso un’attività d’indagine in pregiudizio di un sodalizio criminoso, composto da 9 persone, dedito al conseguimento di titoli abilitativi alla guida con metodi fraudolenti. Denunciate, inoltre, altre 83 persone.

La Polizia di Stato di Bari ha dato esecuzione a 70 Sequestri Preventivi di titoli abilitativi alla guida, intestati a cittadini italiani e stranieri residenti in Bari e provincia, ma anche in Brindisi e Taranto, ed al deferimento alla Procura della Repubblica di 9 persone ritenute responsabili del reato di associazione a delinquere finalizzata ad agevolare il conseguimento di titoli abilitativi alla guida di veicoli con metodi fraudolenti, nonché ulteriori nr. 83 soggetti in concorso con i sodali nei numerosi reati fine acclarati.

L’indagine della Squadra di P.G. del Compartimento Polizia Stradale “Puglia” ha preso avvio  nel mese di luglio 2014 ed ha dimostrato come il “geniale” sodalizio criminoso individuato avesse implementato l’ormai desueto metodo della sola radiocomunicazione con il candidato presente nella sala esami del locale Dipartimento dei Trasporti terrestri. Il  sistema adottato era di “assistenza alla risposta” telematico – direttamente connesso con una professionale  “centrale operativa” ubicata lontana dagli Uffici della Motorizzazione, presso l’abitazione di uno degli indagati.

Nella circostanza, il percorso verso la migliore efficacia del “prodotto” offerto a  candidati con pochi scrupoli, forniti anche da scuole guida compiacenti ben disposte ad aiutare anche il più recalcitrante allo studio dei propri clienti,  è stato dimostrato dalle attività investigative tecniche  che hanno addirittura intercettato  vere e proprie “prove preliminari”, svolte dagli organizzatori dell’attività delittuosa. Nelle intercettazioni telefoniche e telematiche  captate tra gli organizzatori veniva anche simulata la lettura della schermata video d’esame con prova di ricezione da parte del complice addetto alla verifica audio come dimostrato dai successivi passaggi captati: “si.. ti sento.. ti sento.. quando sei pronto avvisami.. vai.. sto  caricando.. ok .. sei pronto? .. qualora.. vai avanti vai.. quando vuoi.. qualora?.. ripeti che non ti sento.. in.. in una strada.. mi senti? .. a forte pendenza.. ..e tra i due conducenti si trova nella vicinanza una piazzola di  scambio.. ok… VERO!..  VERO .. e vai all’altra domanda”. Tuttavia, il sistema messo a punto non era altresì in grado di dissimulare la tranquillità dei candidati privi di scrupolo che, a più riprese venivano individuati e smascherati dagli operatori di polizia, che rinvenivano e sequestravano attrezzature di trasmissione videotelematiche occultate addosso ai candidati.  Nel prosieguo incessante delle indagini e dalla puntuale analisi dei congegni  sequestrati scaturiva quindi l’intercettazione dei flussi telefonici e telematici che permetteva  così di comprendere appieno le modalità di funzionamento delle trasmissioni video di quanto riprodotto sui monitor (durante l’esame presso il Dipartimento  dei Trasporti Terrestri di Bari) ed i suggerimenti forniti dalla  “Regia”.

Non solo, nel corso delle contestuali attività di intercettazione audio, potevano ascoltarsi anche le “istruzioni criptate” fornite al candidato affinchè la microcamera/bottone potesse inquadrare perfettamente il monitor con le domande d’esame.  Sintomatiche erano le istruzioni ascoltate: “.. bello.. tira sopra il  bottone dai.. spegni il pezzo.. dai ..spegni che dobbiamo resettare.. tira sopra.. spegni il pezzo e stai fermo.. ti dico io cosa devi fare… quando hai tirato sopra fammi un colpo di tosse .. ti ripeto .. tira sopra il bottone e fammi la tosse quando lo hai fatto.. ti ripeto.. tira sopra il bottone.. senti bello.. fammi capire.. il bottone sta su o sta giù..  bello il bottone.. come sta adesso tiralo giù.. o tiralo sopra.. e fammi un colpo di tosse.. bello ..se mi senti mi fai un colpo di tosse.?.. ok perfetto.. adesso il bottone se sta sopra .. mi fai la tosse?.. . .. ok.. significa che e’ sopra..  stai fermo non muovere piu’..ora ti dico io cosa devi fare.. fra due minuti .. ti dico io cosa devo ..devi fare.. aspettiamo  due minuti.. bello .. adesso tira giù il bottone..  tira giù il bottone e fammi un colpo di tosse.. .. ok bravo.. stai fermo adesso che fra due minuti si riprende.. fai qualche domanda.. fai qualche domanda a cavolo.. e poi quando si riprende partiamo di nuovo dalla numero uno.. io rimango in silenzio.. ti ripeto io rimango in silenzio.. fra due minuti parlo di nuovo.. lascia il bottone verso giu’ e stai fermo..  bello non lo so.. il bottone tiralo sopra.. mettilo sopra come te l’ha messo l’amico mio.. dai uno scatto secco.. dai uno scatto secco come ti ha messo l’amico mio il bottone.. all’inizio..  e lascialo così.. fermo che ci vogliono sempre due minuti.. tu nel frattempo continua la scheda.. fallo a modo tuo e poi lo riprendiamo dall’inizio”.

 

I poliziotti hanno individuato anche i luoghi, nella disponibilità dell’organizzazione criminale, ove letteralmente “vestire” i candidati all’esame non solo delle apparecchiature tecniche ma anche con  capi di abbigliamento idonei a nascondere i dispositivi, anche con l’aiuto di donne organiche all’ambito criminale, allorquando necessitava la “preparazione” di una esaminanda.

La Polizia di Stato ha identificato tutti gli associati e candidati che, utilizzando il descritto metodo truffaldino, avevano pericolosamente conseguito il titolo abilitativo alla guida ed in alcuni casi anche la Carta di Qualificazione del Conducente, indispensabile per il trasporto professionale delle merci su gomma. L’attività d’indagine ha permesso di individuare e compiutamente identificare i sodali e ruoli dai medesimi rivestiti all’interno della compagine criminosa:

al vertice del sodalizio “a conduzione famigliare” è stato individuato un uomo, classe 1958, pluripregiudicato barese di elevatissimo spessore e notoriamente contiguo al clan “Parisi” del quartiere barese Japigia, attualmente detenuto per altra causa, aiutato da tre congiunti, rispettivamente classe ‘64, ’91 e ’86, con il ruolo di staffette, vedette e supporto logistico ai candidati.

Un altro uomo, classe ‘80, esperto utilizzatore dei sistemi di comunicazione telematici (versosimilmente acquistati da società operanti nel settore della vendita di attrezzature per spionaggio ed investigazioni) si è dimostrato in grado di gestire la c.d. “Regia”, ovvero la base operativa ubicata presso la propria abitazione, presso la quale venivano mantenuti tutti i collegamenti telematici con i candidati, sia nella fase propedeutica (finalizzata a testare di volta in volta la funzionalità della strumentazione utilizzata) che – nel corso gli esami a quiz presso la locale Motorizzazione –  la parte logistica ovvero il trasferimento per e da la Motorizzazione di Bari con  il successivo recupero delle costose apparecchiatura, avvalendosi della collaborazione  di un uomo nato nel  1989  e, in alcuni casi, dello stesso capo, l’uomo classe 1958. Nel corso delle attività propedeutiche alla  “preparazione” di candidate veniva in rilievo la figura di una donna sodale, nata nel 1980.

Particolarmente grave si è rivelata una ulteriore circostanza.  L’indagine ha dimostrato che, ad avvalersi  delle citate figure criminali di primissimo piano, vi erano anche  titolari senza scrupoli di Scuole Guide, ubicate in Bari e provincia,  i quali,  rivestivano  il ruolo di anello di congiunzione tra i candidati e l’organizzazione, addirittura accompagnando, in alcuni casi, personalmente, i candidati dalle sedi “logistiche” del sodalizio alla sede d’esame ubicata presso la Motorizzazione di Bari; tra questi un altamurano classe 1940. A destare particolare allarme, la circostanza riscontrata allorquando, in alcuni casi,  il ruolo di accompagnatore era rivestito dai genitori o prossimi congiunti dei giovani candidati.

Altro dato non irrilevante emerso nel corso dell’indagine, è stato il voluminoso giro di danaro connesso all’illecita attività, pari a circa 250mila euro, atteso che ogni “esame telematico” poteva costare dai 2mila ai 3mila euro  in funzione della tipologia di prova da superare. Video: