Le Iene alla scoperta della Mafia a Bari: vecchi boss e nuovi clan della Puglia, causa della disoccupazione dilagante – video

“Lo smercio delle bionde era uno show arrivavano le famiglie per guardarci, racconta Mario, un pescatore barese a Giulio Golia. L’uomo oggi vende pesce dopo 12 anni di carcere e la confisca di tutti i suoi beni da parte dello Stato. “Ai miei figli ho sempre detto di non seguire la mia strada, ho fatto una vitaccia, sempre in mare, rischi e fughe”, racconta lui che ha passato da contrabbandiere oltre 35 anni. Il business però non era solo via mare, raggiunta la costa, le sigarette venivano caricati sui blindati che partivano. “Tutto attorno c’erano i pali che con le radio ci segnalavano la presenza della Finanza”, spiega un altro testimone. “Una catena continua e non mancavano inseguimenti e nascondigli”. Uno di questi è un bunker scavato sotto terra oppure muri mimetizzati che si aprivano diventando nascondigli.

Le origini della criminalità barese risalirebbero al contrabbando di sigarette. Soprattutto negli anni ’90 le stecche arrivano sulle coste pugliesi da Montenegro e Albania come ci racconta Mario Cofano, l’ex contrabbandiere più famoso di Torre Canne in provincia di Brindisi. “I soldi giravano attorno a questa attività che dava posti di lavoro a centinaia di persone”, ci dice. E Savelletri, oggi rinomata località di mare, era il centro di questo sistema.

“Noi inculavamo lo Stato che ci vendeva a 4.000 lire, quello che poi noi piazzavamo a 2.000”, dice un ex contrabbandiere. Un danno erariale di oltre 3 miliardi di lire per mancati introiti.

Un re del contrabbando era Francesco Prudentino, oggi è fuori dal gioco. Oggi gestisce un ristorante su un paesino del mare. Ero detto Ciccio La Busta perché mi chiedevano sempre se avevo portato la busta coi soldi”, ci racconta. “Io ho dato da lavoro a 300 famiglie, mi hanno tolto tutto quello che ho guadagnato, 50 miliardi di lire”.

Ci spiega come ha fatto a diventare il capo del contrabbando con l’intuizione di nascondere le sigarette sotto terra. Un sistema che eludeva la legalità fatto di società in Svizzera con soldi che dal Montenegro arrivavano poi fino in Italia. Così è venuto a contatto con mafia, camorra, ndrangheta e sacra corona unita: “Io li ho conosciuti, ma non era mafioso. Totò Riina ha fatto tanta schifezza, uno schifo d’uomo”.

Finché lo Stato non ha dichiarato guerra ai contrabbandieri smantellando il traffico illecito. E tutta la manovalanza che ci girava attorno è rimasta disoccupata. Il territorio viene spartito in nuovi clan: Strisciuglio, Parisi, Capriati. Giulio Golia è andato a vedere che cosa è rimasto tra vecchi clan e nuovi boss.Con quartieri ad alto rischio, con omicidi, sparatorie e regolamenti di conti. Dove alla fine ci cacciano con minacce, in un finale da brividi.

Un reportage, quello realizzato dalle Iene che ricorda come la criminalità sia nata anche a causa della disoccupazione dilagante a partire dal periodo degli anni ’80-’90. Una situazione, dunque, che andrebbe risolta con pesanti ed efficaci interventi risolutivi da parte dello Stato. Interventi che i cittadini pugliesi attendono ancora da tanto tempo.  Il Video diffuso da LE IENE:

 

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https://www.iene.mediaset.it