Rifiuta di mostrare i propri documenti ai pubblici ufficiali e viene trascinato in Questura scatenando nuove tensioni: è quanto accaduto nei giorni scorsi presso il cantiere del gasdotto della multinazionale TAP che a Melendugno verrà l’approdo dell’enorme e chilometrico tubo proveniente dall’Azerbaijan. Nonostante il “Governo del cambiamento“, dunque lo Stato prosegue a promuovere la costruzione dell’opera nonostante le continue manifestazioni delle comunità locali.
Nonostante queste abbiano espresso un voto che, almeno teoricamente, avrebbe fatto vincere forze politiche ufficialmente contrarie all’opera, dunque, in Salento sembra che le cose non siano affatto cambiate e gli scontri tra Polizia e manifestanti No Tap proseguono, a volte anche nell’indifferenza dei media. Fortunatamente, alcuni hanno voluto diffondere il video che riportiamo qui sotto.
“Come al solito, alcune famiglie, madri e padri insieme ai loro bambini, sono andati a fare la loro pacifica passeggiata di protesta per manifestare contro quel mostro di imposizioni dal nome TAP. Mentre una donna era seduta per terra per dimostrare il suo attaccamento alla terra, le forze dell’ ordine, bardate di tutto punto come se dovessero andare ad intercettare il peggior criminale della storia, hanno iniziato a strattonarla e a trascinarla per terra. Un attivista, intervenuto in sua difesa, inizia ad essere provocato da un uomo in borghese, il quale intima l’attivista di spingerlo e di mostrargli i documenti. Ma quando l’attivista dice “io non spingo nessuno e mi mostri lei i documenti” (ricordiamo che l’uomo era in borghese), questo viene preso con la forza e condotto in questura!
Quando un altro attivista si avvicina a chiedere spiegazioni, viene violentemente strattonato e buttato a terra da un altro ragazzino, non più che ventenne, sempre in borghese (che poi si capirà essere l’autista della digos).
Il tutto è documentato dal video allegato. Quando le forze dell’ ordine perdono il loro ruolo di DIFENSORI DELLO STATO e si mettono indiscriminatamente al servizio di una multinazionale, si è giunti a ridosso della perdita della democrazia. Quando uno Stato consente certe manifestazioni di violenza, vuol dire che sta conducendo la popolazione ad un silenzio imposto. Signori, benvenuti nell’anno della repressione” – scrivono i No Tap sulla Pagina Facebook. Video: