A Torre Rinalda, nel Salento, la mattina di domenica 6 gennaio, era stata trovata la carcassa di un delfino spiaggiato. Nel giro di una notte però, dell’animale era rimasta solo la testa. Che fine ha fatto il resto del corpo? E’ quello che si domanda l’assessore all’Ambiente del comune di Lecce Carlo Mignone che così scrive su Facebook:
“La capitaneria di porto non è arrivata in tempo per la rimozione della carcassa e questa mattina del delfino spiaggiato rimaneva solo la testa mentre il resto del corpo del cetaceo era stato nottetempo sapientemente tagliato e portato via da sconosciuti, con tutta evidenza per essere mangiato. Orbene, non voglio entrare nel merito della tempestività o meno delle autorità che avrebbero dovuto provvedere alla rimozione del povero delfino, ma solo puntare il dito contro chi senza scrupoli confonderà’ con ogni probabilità , sapientemente “sfilettato” , la carne del delfino vendendola come carne di tonno.
“Questo delinquente senza scrupoli” – continua Mignone -“conoscerà il pericolo sanitario di questa “carne”, visto che i delfini al vertice della catena alimentare, sono “carichi” di elementi tossici, come ad esempio il mercurio, e quindi pericolosi per la salute umana. Spero che chi di competenza vorrà sporgere denuncia contro ignoti, nel caso contrario provvederò io stesso in tal senso tramite una delle associazioni di protezione animali presenti sul territorio. Quanto accaduto a Torre Rinalda costituisce un fatto gravissimo e inaccettabile, un gesto di violenza cosi’ efferata da far gelare il sangue. Adesso spero che l’allarme sulle conseguenze per la salute umana del consumo di carne di Delfino perche’ “tossica” spinga la Capitaneria di Porto ad effettuare controlli a tappeto in tutte le pescherie della zona. Per la normativa italiana i delfini non possono in alcun modo essere pescati, uccisi, commercializzati e destinati al consumo alimentare perche’ gli esemplari presentano un alto rischio di contaminazione da sostanze xenobiotiche e parassiti, altamente pericolosi per la salute umana. Che disgusto e amarezza” – conclude Mignone.
La morte del cetaceo, molto probabilmente, è da attribuirsi ad uno scontro dello stesso con l’elica di una imbarcazione. Esso, infatti, presentava sul capo e sul muso segni inequivocabili che fanno propendere per tale ipotesi. In seguito all’avviso lanciato alla Guardia Costiera di Lecce e all’azienda sanitaria locale, il corpo del povero animale è rimasto spiaggiato per tutta la giornata dell’Epifania, consentendo così a qualche malintenzionato di mettere in atto le sue deprecabili azioni. Mignone si appella alla Capitaneria affinché questa svolga controlli a tappeto in tutte le pescherie della zona.
Non è questo il primo ritrovamento dell’anno di un animale spiaggiato sul litorale Adriatico. Il primo gennaio codesta triste sorte era toccata ad una tartaruga caretta-caretta, poi rimossa il giorno seguente dalla Polizia Locale del Comune di Melendugno. Nel frattempo la foto di un delfino congelato venduto nel 2010 negli USA e pubblicata dall’assessore, ha suscitato un generale sgomento. Molti utenti si sono anche chiesti se la notizia fosse vera o se si trattasse, invece, di una bufala.