Puglia: malata di tumore costretta ad attendere 8 mesi per un esame “Emiliano pensi ai malati e non alla poltrona”

Otto mesi per un esame al Policlinico di Bari: è l’amara realtà che una malata oncologica è stata costretta a subire. L’alternativa è spostarsi o pagare una PET per un sospetto addensamento polmonare in carcinoma mammario – a Medicina Nucleare al Policlinico, dopo che negli ultimi tre mesi aveva subito mastectomia, linfoadenectomia ascellare e chemioterapia – oppure farlo in intramoenia o in uno studio privato a un costo di 1600 euro. A denunciarlo sul web è il consigliere regionale Mario Conca (Movimento 5 Stelle):

Michele Emiliano, mentre tu ti preoccupi dei complotti interni alla sinistra che mettono a rischio la tua poltrona di governatore, io mi sto sbattendo da otto giorni per salvare la vita di una signora di Valenzano che necessita di una PET di stadiazione e studio per sospetto addensamento polmonare in carcinoma mammario. Dovresti occuparti della riduzione delle liste d’attesa, visto che nell’ultimo Consiglio ci avevi promesso una delibera di giunta in 7 giorni che, dopo venti giorni, non è ancora arrivata e non arriverà.

La signora in tre mesi ha già subìto mastectomia, linfoadenectomia ascellare e chemioterapia, ora, per la tua Sanità, dovrebbe attendere 8 mesi per un esame diagnostico presso la medicina nucleare del #Policlinico che è l’unica della zona. L’alternativa sarebbe andare a #Napoli in mobilità passiva, attendere tre mesi per il Dimiccoli di #Barletta, farsi raccomandare oppure, in massimo 10 giorni #PAGANDO 1600 EURO, farla in #intramoenia o in studio privato per il tramite, in taluni casi, degli stessi medici che nel pubblico te l’hanno negata in regime istituzionale. Che fine ha fatto il tuo impegno assunto in aula per verificare l’eventuale conflitto di interessi al Policlinico? Il NIRS dov’è? Per questi motivi non ho mai avuto dubbi, la libera professione va abolita previa riforma del sistema sanitario perché è assolutamente immorale. Per certe patologie non può esserci lista d’attesa ma andrebbero gestite ad horas ed evase in pochi giorni, un tumore in otto mesi può averti ucciso e sepolto. Se capitasse a te o un tuo caro, aspetteresti così tanto?

Nelle more di una riforma complessiva del SSN, la soluzione è contenuta nel d.lgs 124 del 1998, che è oggetto di una mia interrogazione che langue da oltre un anno all’ordine del giorno (leggila qui: https://bit.ly/2BGIRWr). Il decreto legislativo, infatti, (puoi leggerlo qui: http://bit.ly/2EJ0Dev) stabilisce che i cittadini costretti a richiedere prestazioni sanitarie in regime di intramoenia, a causa dei tempi di attesa troppo lunghi nel pubblico, possono essere rimborsate dalle #ASL. Presidente Emiliano, come mai quando dovete #negare gli extra lea per le malattie rare, la fibrosi cistica, l’ittiosi lamellare, il linfedema e tantissime altre patologie, vi nascondete dietro l’articolo 5 del d.lgs 124 che li vieta alle regioni in piano di rientro (qui la mia nota al Ministro Grillo https://bit.ly/2FPFqz5), e quando, invece, dovete #garantire il rimborso delle prestazioni, come recita il comma 13 dell’articolo 3 dello stesso decreto, non lo rispettate? I due pesi e le due misure colpiscono ancora, avete un libro per riscuotere e l’altro per non pagare.

Perché dopo aver individuato l’#IRCSS oncologico come Hub, ora non provvedi a far uniformare la modulistica per richiedere diagnosi, stadiazioni, ristadiazioni e altro? Oggi è una beffa, per cercare il primo posto utile per scongiurare l’aggravamento o la morte dell’assistito, ogni ospedale pretende la compilazione di un suo modulo e l’invio via fax, uno strumento che è stato superato da anni. Organizzazione, Semplificazione e Umanizzazione delle cure cercasi!!!! Mario“.

La notizia è stata segnalata alla nostra redazione (a tal proposito, ricordiamo ancora una volta che scrivendo un messaggio al numero 353 3187906 è possibile effettuare segnalazioni e partecipare al gruppo Whatsapp per seguire tutte le news in tempo reale oppure iscrivendosi al gruppo Telegram cliccando qui o anche iscrivendosi al gruppo Facebook cliccando qui. E’ anche possibile inviare immagini ed osservazioni all’indirizzo redazione@pugliareporter.com).