Disastro ambientale in Puglia, Vendola accusato concussione aggravata “sono innocente” – video dell’interrogatorio

Un interrogatorio serrato, quasi un corpo a corpo, quello che ha tenuto a lungo impegnato Nichi Vendola, tra i fondatori di Liberi e Uguali (Leu) e già presidente della regione Puglia, e il pm Remo Epifani, che sostiene l’accusa nel processo in corso di celebrazione davanti alla Corte d’assise di Taranto. Secondo l’accusa, l’ex governatore pugliese avrebbe concusso l’ex-direttore generale dell’arpa, Giorgio Assennato.  I fatti a lui contestati risalgono al periodo compreso tra il 22 giugno 2010 e il 28 marzo 2011. L’ex-governatore risponde così all’accusa di concussione aggravata in concorso per presunte pressioni sull’Arpa (l’Agenzia regionale per l’ambiente) nell’ambito del presunto disastro ambientale che sarebbe stato causato dall’Ilva. Con Vendola, altre 47 imputati (tra cui tre società).  Imputati assieme all’ex governatore ci sono 3 società e altre 44 persone. Tra queste Fabio e Nicola Riva, componenti della famiglia ex proprietaria dello stabilimento siderurgico, ora passato sotto il controllo di ArcelorMittal, accusati insieme a dirigenti ed ex fiduciari di associazione per delinquere, disastro ambientale,avvelenamento di sostanze alimentari e omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro.

Nel 2009, Vendola risultò già indagato con l’accusa di aver esercitato pressioni per ottenere le nomine di alcuni dirigenti della sanità pugliese, ma il gup lo prosciolse non ritenendo che vi fossero profili “penalmente rilevanti”. Ne seguì una polemica a causa di una foto di tre anni prima che immortalava lo stesso gup, Susanna De Felice e il futuro imputato attovagliati alla stessa mensa insieme parenti e amici. Tra questi, anche Gianrico Carofiglio, ex-pm, poi senatore Pd e oggi scrittore. Nell’udienza in corso, Vendola ha respinto l’accusa di essere stato accondiscendente nei confronti dell’ex proprietà dello stabilimento siderurgico dell’ILVA di Taranto e ha aggiunto di non aver mai avuto intenzione di non confermare l’ex direttore generale di Arpa Puglia Giorgio Assennato, così come sostenuto dal pm. Anzi, l’ex-governatore della Puglia, ha rivendicato a proprio merito l’aver intensificato i controlli ambientali. «Sono stato proprio io – ha detto ai giudici – a chiamare Assennato, uno scienziato ritenuto indipendente e molto capace, all’importante ruolo». L’ex governatore pugliese ha ribadito la sua posizione ricordando le leggi regionali anti-inquinamento prodotte durante il suo mandato. Vendola è stato interrogato sia da due avvocati delle parti civili che dal suo stesso avvocato di fiducia. Il Tgr Puglia ha diffuso un servizio con alcune immagini registrate durante l’udienza:

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