Pensionato morto a Manduria, in un video lui chiede aiuto ma nessuno interviene

Nelle prime ore di questa mattina a Manduria la Polizia sta eseguendo il fermo di otto persone, di cui sei minori. La baby gang Manduria, soprannominata Comitiva degli Orfanelli”, è ritenuta responsabile in qualche modo della morte del 66enne Antonio Cosimo Stano il 23 aprile, di cui ieri si sono svolti i funerali e al quale hanno partecipato i parenti più stretti. Il pover’uomo era stato preso di mira dai violenti ragazzi che quotidianamente lo picchiavano e lo tenevano segregato in casa.

Tutti coloro che hanno partecipato, saranno chiamati a rispondere e nei loro confronti chiederemo pene esemplari” – ha dichiarato il procuratore capo di Taranto, Carlo Maria Capristo. Nelle ultime ore un filmato diffuso dalla Polizia mostra uno dei video diffusi dai minorenni, registrato durante una delle aggressioni:

Nel filmato, il pensionato tenta di difendersi urlando “Polizia…Carabinieri”, nell’evidente tentativo di richiesta disperata di intervento. Una domanda sorge spontanea: dove erano i vicini di casa mentre l’uomo chiedeva aiuto urlando per strada? E invece i vicini del pensionato non ci stanno a finire sul banco degli accusati e affermano che, al contrario,  “sono le istituzioni locali a non aver mosso un dito“. Dai vicini l’ultima denuncia sarebbe stata presentata lo scorso 3 aprile, due giorni prima del ricovero di Stano:

“Da alcune settimane – si legge nella denuncia –, durante le ore serali e le prime ore del mattino, si stanno verificando diversi episodi di atti illeciti commessi da ignoti, circa 5-6 persone, a danno del signor Antonio Cosimo Stano“. Nella denuncia, circostanziata, oltre ai danni agli infissi e all’abitazione per il lancio di pietre e calci, i firmatari parlano anche di danni fisici subiti dal loro vicino. “Il signor Stano, da quanto ci ha riferito – aggiungono -, ha subito altresì vessazioni, soprusi, e lesioni anche fisiche da parte di questi soggetti che in una occasione sono anche riusciti ad introdursi a casa”. Ma, al di là della denuncia dei primi di aprile, altro elemento da chiarire è come mai nessuno è intervenuto prima d’ora, visto che le aggressioni verso il 66enne andavano avanti da un pezzo.

Le otto persone fermate sono ritenuti a vario titolo gravemente indiziati in concorso dei reati di tortura, danneggiamento, violazione di domicilio e sequestro di persona aggravati.