Puglia: autovelox installato a Melpignano “Trappola micidiale e psicosi autovelox” la denuncia dello “Sportello dei Diritti”

Anche lo “Sportello dei Diritti” interviene sulla polemica riguardante le multe elevate dopo i rilevamenti effettuati dall’autovelox installato a Melpignano. Giovanni D’Agata in qualità presidente dell’associazione, da quando l’amministrazione comunale di Melpignano, ha deciso di posizionare sulla Ss16 gli apparati elettronici di rilevazione della velocità, con il dichiarato scopo di migliorare la sicurezza stradale, ha da sempre sostenuto che l’utilizzo di tali mezzi, oltreché presentare profili d’illegittimità latente, è da considerarsi un vero e proprio abuso, in quanto nuovo strumento “per far cassa” che crea, di fatto, una sorta di nuova tassazione parallela.

Il codice della strada e i limiti di velocita’ vanno rispettati sempre e comunque, ma non si possono creare delle trappole, con il solo obiettivo di far cassa. Trappole le cui vittime, nella maggior parte dei casi, sono persone che con i propri mezzi lavorano e percorrono quella strada per questioni lavorative anche decine di volte al giorno. Non ci sorprende, dunque che in questi giorni, che il consigliere regionale del Pd Sergio Blasi, già sindaco di Melpignano per due mandati, sia giunto pubblicamente alle stesse conclusioni, in una battaglia che lo vede faccia a faccia contro alcuni rappresentati della sua stessa parte politica, nell’indubbio intento della difesa dei diritti dei cittadini, che non solo ci trova d’accordo, ma che sosteniamo.

In temi come questi, e nella scelta politica non difficile, fra necessità di cassa, sicurezza stradale e diritti degli automobilisti-cittadini, risulta positivo l’intervento di un autorevole voce della parte che ha governato il Comune di Melpignano e che interviene a sostegno dei diritti di quest’ultimi e dei principi di buon andamento e corretta amministrazione cui dovrebbero uniformarsi ogni ente pubblico. Giovanni D’AGATA, quindi, invita l’amministrazione comunale di Melpignano a fare un passo indietro, non solo annullando in via d’autotutela i verbali contestati e restituendo le patenti di guida, ma evitando di utilizzare ulteriormente gli apparecchi di rilevazione elettronica delle infrazioni, percorrendo altre vie, alla ricerca della migliore sicurezza stradale e del corretto svolgimento dell’agire amministrativo.