Cane ucciso a colpi d’arma da fuoco nel brindisino: i Carabinieri individuano responsabile nonostante il “clima di omertà”. In casa un arsenale

Prima di essere brutalmente ucciso a pallottoni, Remì (questo il nome del cane) era considerato la mascotte del quartiere:

parliamo nello specifico di un randagio ucciso da un cacciatore lo scorso 29 gennaio a Carovigno (Brindisi). Il povero cane fu raggiunto da svariati colpi d’arma da fuoco e perse la vita poco dopo. Oggi, a distanza di mesi, i militari dell’arma dei Carabinieri hanno individuato il responsabile:

si tratta di un cacciatore di 71 anni. Durante una perquisizione in un’area privata, i militari hanno individuato e sequestrato una carabina semiautomatica calibro 308 marca Haenel, con cannocchiale e 49 cartucce calibro 308; un fucile semiautomatico marca Benelli calibro 12; un fucile monocanna calibro 8; un fucile semiautomatico marca Browing calibro 12; due fucili semiautomatici marca Breda, calibro 12; nove cartucce a palla unica. Inoltre, i Carabinieri hanno ritrovato e prelevato:

due barattoli di alluminio di cui uno privo di tappo, contenente complessivamente 4,545 chilogrammi di piombo a pallini; un barattolo in ferro, sempre privo di tappo, contenente 1,28 chilogrammi di piombo; diverse buste di cellophane trasparenti contenenti 1173 cartucce calibro 12, caricate verosimilmente artigianalmente; otto confezioni che contenevano 60 cartucce di varie marche; una vaschetta di plastica contenente 2,950 chilogrammi di piombo a pallini. L’anziano cacciatore resta a piede libero ma è comunque indagato. Le indagini sono proseguite nonostante un “clima di omertà” denunciato dai militari.