Bari – “ecco come abbiamo preso i rapinatori dell’assalto armato al Banco di Napoli” – video

Con la tentata rapina avvenuta pochi minuti prima ed hanno ascoltato il MONACELLI, che però in quel momento fornì dichiarazioni non veritiere e fuorvianti. A distanza di alcuni giorni, dopo il ritrovamento di uno dei due veicoli utilizzati dai malviventi, una fiat Bravo di colore bordeaux abbandonata nella campagne di Modugno, il MONACELLI è stato formalmente interrogato ed ha confessato di aver partecipato alla tentata rapina, fornendo qualche dettaglio sull’azione delittuosa, come ad esempio il prezzo pagato ad uno dei complici della tentata rapina, il RITOLI, per assicurare al gruppo criminale uno dei veicoli da utilizzare per l’assalto, Fiat Bravo di colore bordeaux, ma rimanendo omertoso sui nomi dei correi. Grazie a tali dichiarazioni, i poliziotti hanno recuperato una delle due armi utilizzate dal commando, un fucile mitragliatore kalashnikov di fabbricazione cinese, cal. 7,62 x 39 mm, considerata arma da guerra.

A quel punto le indagini della Squadra Mobile, coordinate in tutte le fasi dal sostituto procuratore dr. Domenico Minardi, si sono concentrate sulle analisi dei sistemi di video sorveglianza della banca per comprendere le modalità del delitto e le caratteristiche dei rapinatori e sull’esame dei tracciati delle utenze telefoniche di interesse investigativo, ma anche delle intercettazioni ambientali effettuate sul veicolo in uso ad uno dei sospettati e delle importanti dichiarazioni in seguito rese da COSTANTINO Michele – già sotto indagine insieme a MARGHERITI Massimo per l’omicidio di AMEDEO Michele avvenuto il 25.4.2017 – ed hanno consentito sia di individuare e recuperare la seconda arma utilizzata nel delitto, una pistola semiautomatica cal. 7,65 di produzione ungherese, munita di caricatore con 5 proiettili, provento di furto e detenuta illegalmente dal MARGHERITI, sia di ricostruire nei dettagli la vicenda.

Infatti, dalle attività investigative è emerso che MONACELLI Massimiliano, il fratello Biagio ed ATTOLICO Antonio idearono e programmarono il piano criminale coinvolgendo nelle fasi organizzative MARGHERITI Massimo e COSTANTINO Michele, allo scopo di recuperare dei veicoli idonei alla commissione del colpo. Il MARGHERITI ed il COSTANTINO si rivolsero allora a RITOLI Francesco, loro amico, che vendette al MONACELLI per 800 euro una Fiat Bravo di colore bordeaux, per altro già provento di precedente furto, da lui posseduta e su cui girava con telaio alterato e con targhe appartenenti ad altro veicolo in suo uso. Due giorni prima della rapina MONACELLI Massimiliano, MONACELLI Biagio, ATTOLICO Antonio, MARGHERITI Massimo e COSTANTINO Michele si diedero appuntamento nei pressi del Mc Donald’s ubicato al quartiere S. Paolo di Bari e definirono i dettagli per il compimento dell’atto delittuoso,

stabilendo che il gruppo avrebbe raggiunto la banca alle primissime ore della mattinata del 12 giugno. Il giorno del previsto assalto MONACELLI Massimiliano, MARGHERITI Massimo e DE GIGLIO Michele si incontrarono verso le 6.30 in via delle Regioni presso l’abitazione di ATTOLICO Antonio, che custodiva la Fiat Bravo, il kalashnikov, i giubbetti e le radio portatili procurati dal MONACELLI e, contestualmente, COSTANTINO sostituì le targhe del veicolo con altre targhe rubate ad un’auto in Grumo Appula qualche settimana prima, al fine di renderne chiaramente irriconoscibile la provenienza. Lo stesso COSTANTINO ebbe anche il compito di far aggiustare la pistola illegalmente detenuta dal MARGHERITI e portata sulla scena del crimine, e di mettere a disposizione del gruppo il secondo dei due mezzi che dovevano essere utilizzati per l’assalto, una Fiat Bravo di colore blu rubata a Giovinazzo pochi giorni prima, mai ritrovata dagli investigatori. MONACELLI Massimiliano, MARGHERITI Massimo e DE GIGLIO Michele, una volta raggiunto l’obiettivo a bordo della Fiat Bravo bordeaux condotta da ATTOLICO, si nascosero in un locale in disuso, attiguo alla banca, attendendo notizie dai complici MONACELLI Biagio ed altro individuo, non colpito dall’odierna misura cautelare, sull’arrivo del furgone blindato. Nel frattempo, COSTANTINO Michele si adoperò per occupare uno dei posti auto adiacenti all’ingresso della camera di sicurezza dello stabile, così da indurre il furgone blindato fare un tragitto più lungo ed a parcheggiare nella posizione voluta dai rapinatori per assaltarlo. Partì quindi l’assalto ad opera di MONACELLI Massimiliano, MARGHETITI Massimo e DE GIGLIO Michele, il quale frappose il kalashnikov tra il telaio e la porta d’ingresso della ‘safe camera’, in modo da impedirne alle guardie giurate la chiusura, esplodendo poi 4 colpi al loro indirizzo. La rapina non andò a segno per la pronta reazione delle guardie giurate, una delle quali sparò nove proiettili cal. 9×21 dalla propria pistola d’ordinanza, ferendo nell’occasione il MONACELLI, ed i malviventi si allontanarono dal luogo. Video: