Taranto: ex ILVA potrebbe chiudere definitivamente a settembre 2019, parte cassa integrazione per 1400 operai

Il governo continua a dirci di non preoccuparci, che troverà una soluzione, ma finora non c’è niente, quindi il 6 settembre senza una soluzione che garantisca la protezione legale, ‘l’impianto chiuderà: abbiamo ancora due mesi, spero che il governo trovi una soluzione, siamo aperti a discutere con il governo’. Lo ha detto l’ad di ArcelorMittal Geert Van Poelvoorde ai giornalisti che gli chiedevano lumi sulla posizione del gruppo sull’ex stabilimento Ilva di Taranto. Ieri, 25 giugno, i sindacati avevano chiesto a Di Maio un incontro urgente e il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, aveva lanciato un monito:

C’è il rischio che Mittal lasci”. E le parole dell’ad sembrano confermare questa eventualità: “Il Governo continua a dirci di non preoccuparci, che troverà una soluzione, ma finora non c’è niente. Quindi il 6 settembre l’impianto chiuderà. Abbiamo ancora due mesi, spero che il Governo trovi una soluzione, siamo aperti a discutere”. Il responsabile ArcelorMittal ha ribadito di avere ‘fiducia nelle dichiarazioni del governo’. Lunedì, intanto, scatterà la cassa integrazione di tredici settimane per 1.400 dipendenti dell’Ilva di Taranto.

“Le dichiarazioni del gestore continuano a generare molta preoccupazione. Già al tavolo del CIS di lunedì scorso a Taranto avevo chiesto al vicepremier Di Maio se stesse elaborando per precauzione un piano alternativo, ma la risposta non è stata convincente”. Lo afferma il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, commentando le dichiarazioni dell’Ad di ArcelorMittal Europa, Geert Van Poelvoorde, che a margine di una conferenza di Eurofer, ha affermato che:

“in assenza di una soluzione al problema della protezione legale, l’ex stabilimento Ilva di Taranto chiuderà il 6 settembre”, quando entrerà in vigore la legge che ha abolito l’immunità. “Spero che il Governo – ha aggiunto Melucci – agisca in fretta per mettere in sicurezza la vicenda”.