Consorzi bonifica Puglia: annullate le cartelle, vinti i ricorsi

I ricorsi promossi dall’ufficio legale della Cia Agricoltori Italiani di Puglia per conto dei proprietari di fondi, e contro il Consorzio di Bonifica Terre d’Apulia, stanno ottenendo le prime importanti vittorie:

Stanno ottenendo accoglimento, infatti, le prime richieste, a cui altri accoglimenti presto seguiranno, avviate da alcuni avvocati per ottenere l’annullamento delle cartelle che hanno imposto il contributo indipendentemente dal beneficio fondiario ottenuto.

“Si tratta di uno straordinario risultatoha subito commentato il presidente provinciale della Cia Levante Felice Ardito -, ottenuto dalla CIA Agricoltori italiani Puglia – Area Levante che, in collaborazione con la Confconsumatori, ha fatto ricorso alla Commissione tributaria per l’illegittimità di un balzello incostituzionale perché non basato su un beneficio effettivamente usufruito”, hanno dichiarato i legali i quali auspicano adesso “che la politica faccia la sua parte e intervenga a risolvere le problematiche di un tributo che, nei termini attuali, è semplicemente infondato poiché la sussistenza del beneficio (che deve essere specifico e diretto) deve essere provata necessariamente dal Consorzio che richiede il pagamento dei contributi consortili”.Stiamo ottenendo un risultato concreto in favore degli agricoltori”, ha aggiunto Giuseppe Creanza, direttore provinciale di CIA Levante. “Sul Consorzio di Bonifica Terre d’Apulia non abbiamo mai smesso di evidenziare come il suo malfunzionamento sia fonte, per gli agricoltori, soltanto di disservizi e aggravio di costi”.Gli attuali ricorsi”, ha spiegato Raffaele Carrabba, presidente regionale di CIA Agricoltori Italiani di Puglia, “costituiscono un secondo blocco di procedure per l’impugnazione del contributo consortile inerente all’anno 2015, dopo quello avviato tempo fa per l’impugnazione del contributo 2014 per il quale la giurisprudenza delle Commissioni si è divisa, tra accoglimenti e rigetti. Oggi, con l’intervento di un’importante sentenza della Corte Costituzionale in materia, si consolida la tesi di infondatezza, illegittimità e incostituzionalità del contributo richiesto dal Consorzio, almeno nelle modalità attuali”, ha concluso Carrabba. (Fonte).