La Corte di giustizia Ue ha accolto il ricorso della Commissione Ue contro ritardi e mancanze nelle ispezioni e nell’abbattimento degli ulivi infetti o potenzialmente infetti:
è quanto riferito anche da numerose testate giornalistiche nazionali. La sentenza conclude la prima fase di una procedura di infrazione che risale al 2015. Le misure di eradicazione Ue prevedono azioni di diversa intensità secondo aree delimitate. Occorre inoltre ricordare che nel maggio 2019 il nostro paese ha adottato un decreto per accelerare l’applicazione delle misure di quarantena e sostenere il settore oleicolo della Puglia con un piano da 150 milioni di euro per il 2020 e 2021. Ma all’Unione Europea, a quanto pare, interessava far abbattere gli ulivi e multarci. La produzione di olio nel Salento è crollata del 73%, con un danno diu 1,2 miliardi di euro. In totale, la Xylella avrebbe provocato la morte di 21 milioni di piante. M5S: “Situazione rischia di peggiorare con il caos nell’Arif. Agricoltori ormai allo stremo”:
“La condanna dell’Unione Europea all’Italia per non aver attuato le misure per il contrasto alla diffusione della Xylella, è l’ennesimo fallimento di cui Emiliano e tutto il centrosinistra dovranno rispondere agli agricoltori. Lo scaricabarile sulla Giunta precedente non lo assolve in alcun modo da una gestione della situazione all’insegna dell’improvvisazione, con l’approvazione di una legge per il contrasto alla batteriosi del tutto inefficace, il cui perno sarebbe stato l’ARXIA, ennesimo poltronificio per fortuna mai creato grazie all’opposizione. Ora la situazione è ancora più confusa con il caos nell’Arif, dovuto alle dimissioni del commissario Milillo, che di fatto sta rallentando il piano anti Xylella. Il tutto nel silenzio del Presidente/assessore all’Agricoltura (auspichiamo ad interim per il bene dei nostri agricoltori) che non ha ancora detto una parola sull’Agenzia, limitandosi a ridistribuire ai subcommissari le deleghe del Commissario”. Lo dichiarano i consiglieri del Movimento 5 Stelle.
“L’ex ministro Lezzi – continuano i pentastellati – sin dall’inizio del suo mandato aveva avviato una interlocuzione seria con gli agricoltori, a lungo abbandonati dai governi precedenti, e le associazioni di categoria per la lotta alla Xylella e stanziato risorse importanti. Un percorso che siamo certi proseguirà anche con il nuovo Governo. La Regione però deve fare la sua parte e rendere l’Arif davvero operativa a differenza di quanto accaduto finora, come testimoniato anche dal dottor Milillo nella sua lettera di dimissioni. Serve una seria programmazione per far sì che l’Agenzia prosegua con monitoraggi e abbattimenti e per un piano per la rigenerazione del paesaggio che non si basi solo sull’aspetto economico. Tra Xylella, PSR fermo, impianti irrigui inefficienti e mancate richieste della Regione dello stato di calamità per le gelate dello scorso maggio, i nostri agricoltori sono ormai allo stremo. Serve è un programma serio per il rilancio del settore, non le sceneggiate sui trattori”. Copragri Puglia da la colpa all’amministrazione regionale:
“L’odierna sentenza con la quale la Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha stabilito che l’Italia è venuta meno all’obbligo ad essa incombente di attuare misure per impedire la diffusione del batterio Xylella Fastidiosa, in particolare per non aver proceduto immediatamente alla rimozione, nella zona di contenimento, di tutte le piante infette nella fascia di 20 km della zona infetta e per non aver garantito, nella zona di contenimento, il monitoraggio della presenza del batterio, è una condanna annunciata”. Lo afferma il presidente della Copagri Puglia Tommaso Battista, che va a confermare dei timori più volte espressi alla Regione e all’Assessorato regionale all’agricoltura.
“Da molto tempo avevamo più volte sollecitato l’Assessorato all’agricoltura della Regione Puglia affinché assumesse decisioni che andassero nella direzione della rimozione immediata delle piante e affinché venisse effettuato il monitoraggio del vettore su tutto il territorio regionale, superando e semplificando tutti i vincoli burocratici”, ricorda Battista, chiedendo al presidente della Regione Michele Emiliano, anche in veste di assessore ad interim alle Risorse Agroalimentari, di “fare ora chiarezza di fronte a una sentenza che ha accertato l’inadeguatezza della macchina organizzativa regionale per contrastare la Xylella”.
“La Corte, infatti, ha evidenziato chiaramente che ‘non può essere l’ordinamento interno l’impedimento all’applicazione al contrasto alla diffusione della Xylella’; le direttive comunitarie vanno applicate, in quanto l’agricoltura e l’olivicoltura non possono più accettare lo scarico di responsabilità tra istituzioni, Arif e Osservatorio Fitosanitario, che sono i soggetti coinvolti per la lotta al batterio”, aggiunge il presidente della Copagri Puglia. “Le dimissioni del commissario dell’Arif Oronzo Milillo, e soprattutto le motivazioni che lo hanno indotto a dimettersi, preoccupano non poco il mondo agricolo e soprattutto gli olivicoltori pugliesi, che non possono attendere ancora. Gli agricoltori sono abituati alla concretezza; le promesse e le buone intenzioni appartengono ad altri”, conclude Battista. Marmo (Forza Italia): “cittadini giudichino condanna UE”:
“Per noi, Emiliano si sarebbe dovuto dimettere già due anni fa. Oggi, dopo la condanna Ue all’Italia per non aver applicato le misure obbligatorie di contrasto alla Xylella, non possiamo che chiedere agli elettori di esprimere un giudizio sul suo operato, visto che le elezioni sono ormai ad un soffio. Quello che è accaduto è un lungometraggio fatto di inadempienze, di ritardi, di un’inconcepibile inchiesta della magistratura e, nel frattempo, sia sia Emiliano sia il Movimento 5Stelle (con alcuni dei suoi parlamentari che hanno dato spettacoli al limite del ridicolo) hanno preferito accarezzare teorie fantasiose in netto contrasto con quanto proferito dal mondo scientifico. Hanno inseguito gli ambientalisti come anche chi parlava di “complotto internazionale” per affossare l’olivicoltura nostrana o, peggio, per consentire di edificare sui nostri terreni. Nel mentre si dava fiato al nulla cosmico, la Xylella ha smantellato il nostro paesaggio. C’è da chiedersi, ora, cosa farà il governo nazionale, visto che è guidato da entrambi i partiti maggiormente responsabili di questo dramma senza precedenti” – lo dichiara il consigliere regionale Nino Marmo (Forza Italia). Per Coldiretti Puglia è stato uno scaricabarile costato 1,2 miliardi:
“Gli errori, le incertezze e gli scaricabarile che hanno favorito l’avanzare del contagio hanno provocato 21 milioni di ulivi infetti e danni per 1,2 miliardi di euro con effetti disastrosi sul piano ambientale, economico ed occupazionale. E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento alla condanna della Corte di Giustizia Ue, che ha accolto il ricorso della Commissione Ue contro ritardi e mancanze nelle ispezioni e nell’abbattimento delle piante infette da parte delle autorità nazionali”. “Continua a mancare una strategia condivisa e univoca tra enti regionali, nazionali e comunitari per fermare la malattia e ridare speranza di futuro ai territori che hanno perso l’intero patrimonio olivicolo e paesaggistico”, denuncia il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia. “Per la lotta alla malattia il Consiglio regionale ha assunto un orientamento chiaro il 31 maggio 2018, approvando un ordine del giorno all’unanimità che prevede la discussione sul tema Xylella attorno al tavolo istituzionale, di cui Coldiretti Puglia torna a chiedere con forza la convocazione urgente perché il dramma della Xyella in Puglia continua ad essere affrontato e gestito a pezzi, senza una strategia condivisa anche dai differenti enti preposti della Regione Puglia”, conclude Muraglia.
“Sotto accusa però ci sono anche le responsabilità comunitarie a partire – sottolinea la Coldiretti – dal sistema di controllo dell’Unione Europea con frontiere colabrodo che hanno lasciato passare materiale vegetale infetto poiché il batterio che sta distruggendo gli ulivi pugliesi è stato introdotto nel Salento dal Costa Rica attraverso le rotte commerciali di Rotterdam. Dall’autunno 2013, data in cui è stata accertata su un appezzamento di olivo a Gallipoli, la malattia – continua Coldiretti – si è estesa senza che venisse applicata una strategia efficace per fermare il contagio che, dopo aver fatto seccare gli ulivi leccesi, ha intaccato il patrimonio olivicolo di Brindisi e Taranto. La stessa Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) – precisa la Coldiretti – ha lanciato l’allarme sulla diffusione della Xylella che minaccia la maggior parte del territorio Ue dove tra l’altro sono stati individuati altri casi di malattia, dalla Francia alla Spagna, dalla Germania al Portogallo con il contagio che avanza inarrestabile verso nord”.
“A causa della Xylella fastidiosa sono andate perse quasi 3 olive su 4 in provincia di Lecce con il crollo del 73% della produzione di olio di oliva nell’ ultimo anno, secondo un’analisi elaborata da Coldiretti Puglia sulla base dei dati del Sistema Informativo Agricolo Nazionale (SIAN) che non sarà certamente recuperata nell’annata 2019 – 2020. L’avanzata della malattia ha lasciato milioni di ulivi secchi dietro di sé, molti dei quali monumentali, mano mano che la Xylella avanzava sul territorio spostandosi verso nord a una velocità di più 2 chilometri al mese con conseguenze economiche, produttive e sociali: 5mila posti di lavoro persi nella filiera dell’olio extravergine di oliva con i frantoi svenduti a pezzi in Grecia, Marocco e Tunisia. Un trend che rischia di diventare irreversibile se – continua la Coldiretti – non si interviene con strumenti adeguati per rilanciare la più grande fabbrica green italiana con la Puglia che ha garantito fino ad ora oltre la metà dell’olio Made in Italy. Per effetto dei cambiamenti climatici e della globalizzazione – conclude Coldiretti – si moltiplica l’arrivo di materiale vegetale infetto e parassiti vari che provato stragi nelle coltivazioni e per questo serve un cambio di passo nelle misure di prevenzione e di intervento sia a livello comunitario che nazionale anche con l’avvio di una apposita task force” – concludono da Coldiretti Puglia. Per l’europarlamentare Raffaele Fitto, il presidente della Regione si contraddice:
“Michele Emiliano versus Michele Emiliano. Il problema è serio. Se è vero come è vero che ieri dopo la condanna della Corte di Giustizia UE per i ritardi sulla gestione Xylella il presidente invece che chiedere scusa alla Puglia, al Salento, agli agricoltori, ribatte scaricando le colpe su altri. Lo aveva fatto già altre volte: dall’Unione Europea ai Governi nazionali… le colpe erano sempre degli altri. Ma ieri, per la prima volta, la colpa è ricaduta anche sui “sequestri preventivi operati dalla Procura della Repubblica di Lecce che hanno impedito le estirpazioni”, ha messo nero su bianco. “E va bene che siamo abituati a un Emiliano che dice tutto e il contrario di tutto, ma noi ricordiamo bene quella mattina del 18 dicembre del 2015 quando per gli ulivi ammalati di Xylella ci fu il sequestro preventivo, a seguito dell’inchiesta della Procura di Lecce. Emiliano considerò quel provvedimento della magistratura ‘una liberazione’ e annunciò che la Regione Puglia si sarebbe costituita parte civile. “Noi queste sue parole, non le abbiamo dimenticate e ora vogliamo che se le ricordi anche lui: ‘Finalmente avremo a disposizione dati tecnici ed investigativi per discutere con l’Unione Europea della strategia finora attuata per contrastare la Xylella, fondata essenzialmente sull’eradicazione di massa di alberi malati e sani. Questa strategia viene messa totalmente in dubbio dalle indagini effettuate da magistrati scrupolosi, prestigiosi e notoriamente stimati per la prudenza che li ha sempre contraddistinti nell’esercizio delle funzioni’. “Quello era il periodo in cui Emiliano prestava il fianco ai negazionisti e ai complottisti, pochi mesi prima aveva sostenuto pubblicamente che abbattere le piante nel raggio di 100 metri degli ulivi malati (una delle misure previste dal piano Silletti) appariva una decisione spropositata… “Per questo oggi Emiliano è colpevole. Non cerchi capri espiatori… ma chieda scusa per questo disastro. Ed anche per questo è veramente inaccettabile leggere e sentire da parte di qualcuno giudizi generici e negativi sulle responsabilità della politica. No, non siamo tutti colpevoli” – conclude l’eurodeputato di centrodestra.