“L’utilizzo del sangue e le richieste di trasfusione devono essere monitorati per legge. La Puglia lo scorso anno ha approvato una delibera per la costituzione in ogni Asl ed ente dotato di un servizio trasfusionale di un Comitato per il buon uso del sangue e delle cellule staminali da sangue cordonale (CoBUS), con cui si stabilisce anche un monitoraggio periodico per le attività dei Comitati. A distanza di tempo vogliamo capire come stanno le cose e se queste strutture siano realmente operative”. Lo dichiara la consigliera del M5S Antonella Laricchia, che ha inviato una richiesta di accesso agli atti a tutte le Asl pugliesi, al Policlinico di Bari, agli Ospedali Riuniti di Foggia e agli IRCCS:
La delibera di Giunta 326 del 2018, oltre ad istituire i CoBUS, stabilisce che la Struttura regionale di coordinamento effettui con cadenza trimestrale il monitoraggio delle attività svolte dagli stessi ed entro il mese di gennaio di ogni anno comunichi alla Regione i relativi esiti, evidenziando i risultati raggiunti e le criticità rilevate. È previsto inoltre che sia inviata alla Regione entro il mese di dicembre di ogni anno una relazione programmatica che definisca per ciascun CoBUS gli obiettivi qualitativi e quantitativi da perseguire ed eventuali proposte, interventi e programmi che si intende attuare nel corso dell’anno successivo
“Purtroppo allo stato attuale – continua Laricchia – non sappiamo se i CoBUS siano stati realmente istituiti, per questo nella richiesta di accesso agli atti ho chiesto copia dei provvedimenti della loro costituzione, della relazione annuale sugli esiti del monitoraggio svolto dalla Struttura regionale di coordinamento e della relazione programmatica, oltre che di conoscere le quantità di plasma raccolto da ciascuna ASL e quanto sia quello destinato alla lavorazione industriale. L’autosufficienza di sangue rappresenta un interesse nazionale, per questo è più che mai necessaria l’attivazione di programmi di monitoraggio e controllo sui consumi di sangue e dei suoi prodotti e sulla relativa spesa sanitaria, ma soprattutto la diffusione delle pratiche del buon uso del sangue e delle cellule staminali, anche con apposite campagne di informazione e sensibilizzazione”.